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  • Martedì 8 marzo 2011

Gheddafi vuole trattare?

Quello che sappiamo della presunta offerta di Gheddafi ai rivoltosi, su cui circolano molte voci

Durante la serata di ieri due quotidiani arabi e Al Jazeera hanno diffuso la notizia per cui il presidente libico Gheddafi avrebbe tentato di trovare un accordo con i ribelli, offrendo le sue dimissioni in cambio di garanzie di sicurezza per lui e per la sua famiglia. Le notizie non sono state confermate ufficialmente quindi vanno prese con le molle: le riportiamo così come sono state diffuse da autorevoli e solitamente affidabili organi di stampa.

Secondo Al Jazeera, Gheddafi ha proposto di tenere una sessione parlamentare che possa aprire la strada verso la transizione. Il presidente avrebbe chiesto anche di non essere processato. L’offerta sarebbe stata fatta al consiglio che temporaneamente rappresenta i ribelli e questo avrebbe rifiutato, giudicandola “umiliante”. Una fonte vicina al consiglio ha detto a Reuters di aver avuto notizia della proposta di Gheddafi di cedere il potere al capo del Parlamento in cambio anche di una somma in denaro. I quotidiani Asharq al-Awsat e al-Bayan hanno citato altre fonti anonime a conferma della trattativa, sostenendo che Gheddafi avrebbe mandato dei negoziatori a Bengasi. In tarda serata Essam Gheriani, portavoce del consiglio, ha detto di non essere a conoscenza di simili offerte.

Secondo molti osservatori e la stessa Reuters, un altro segno della possibile volontà di Gheddafi di trovare un compromesso è l’intervista all’ex premier Jadallah Azous Al-Talhi trasmessa dalla tv di stato. Al-Talhi è molto rispettato in Libia e nel video chiede ufficialmente ai ribelli di aprire un dialogo con Gheddafi: il fatto che la tv di stato abbia trasmesso il messaggio proverebbe il sostegno ufficiale garantito dal governo.

Ieri, comunque, la famiglia Gheddafi non ha mostrato grande compattezza. Intervistato dalla tv Al Arabiya, Saadi Gheddafi, figlio del dittatore ed ex calciatore, ha detto che senza suo padre al potere il paese scivolerebbe nella guerra civile e soprattutto ha dato la colpa a suo fratello Saif per la mancata attuazione delle riforme e delle raccomandazioni del padre. «Il nostro leader ha detto ogni giorno a Saif e ai ministri di darsi da fare per rendere le cose più semplici e riformare il bilancio ma ci sono cose che loro non hanno fatto, come gli interventi sui prezzi dei beni di consumo».

foto: John Moore/Getty Images