«Stanno bombardando qualsiasi cosa»

Cos'è successo oggi a Zawiyah, la città nelle mani dei ribelli attaccata dall'esercito di Gheddafi

In Libia continuano gli scontri tra i ribelli e le forze fedeli a Gheddafi. Nella città di Zawiyah – che si trova a 50 chilometri a ovest di Tripoli ed è da giorni in mano ai ribelli – si combatte da stamattina. Youssef Shagan, portavoce delle forze antigovernative in città, ha detto alla Reuters che centinaia di soldati pro-Gheddafi hanno assalito la città verso le sei del mattino.

Un testimone ha raccontato alla CNN che l’esercito ha circondato la città da est e da ovest. Altri testimoni hanno raccontato che le truppe sparavano sulla folla disarmata ed entravano nelle case, uccidevano le persone e poi si posizionavano sui tetti per poter sparare dall’alto. Tre ore dopo l’inizio del combattimento, un abitante di Zawiyah ha detto al New York Times che «la città è in fiamme. Non sappiamo da che parte ci stanno sparando, se dagli edifici o dalle strade. Le persone stanno morendo ovunque». Le truppe di Gheddafi sono arrivate fino a Piazza dei Martiri, nel cuore della città, ma sono state successivamente respinte dai ribelli fino alla periferia della città dopo quattro ore di combattimento.

Dopo una pausa di qualche ora però i soldati di Gheddafi hanno sferrato un secondo attacco e al momento si sta continuando a combattere. Reuters riporta la testimonianza di Abu Akeel, un abitante della città, a proposito di questo secondo attacco. «La battaglia è diventata persino più cruenta, i carri armati stanno bombardando qualsiasi cosa si trovi sulla loro strada. I soldati hanno raso al suolo le case. Ora stanno bombardando una moschea dove si sono rifugiate centinaia di persone. Non possiamo salvare nessuno perché i bombardamenti troppo forti». Un altro residente ha parlato di almeno venti carri armati, mentre secondo al Jazeera sarebbero oltre 35. Almeno 30 persone sono morte e 200 sono state ferite. Il Guardian ha parlato addirittura di 70 morti e 300 feriti.
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Questa mattina Gheddafi ha rilasciato un’intervista alla tv serba in cui ha ribadito che «il popolo della Libia è con me» e ha negato il bombardamento dei civili. Venerdì scorso le forze di sicurezza guidate da Khamis Gheddafi, sesto figlio del dittatore, avevano attaccato per ben due volte la città con mitragliatrici, mortai e altre armi pesanti, uccidendo 35 persone e ferendone 50.

foto: AP Photo/Kevin Frayer