Il guaio delle firme del PD

Un'operazione già politicamente avventata si sta traducendo in una piccola brutta figura online

Un’opinione diffusa sulla campagna dei “dieci milioni di firme” contro Berlusconi era stata riassunta qualche settimana fa in una puntata di Annozero da Paolo Mieli.

«Dieci milioni di firme è una chiara stupidaggine»

Molti si erano chiesti infatti quale senso ed efficacia avesse un’ennesima conta interna al centrosinistra, un’ennesima chiamata alle armi di popolo, e la scommessa su un numero così grande da sembrare da una parte difficile da raggiungere e dall’altra degno di impegni più concreti: che siano dieci milioni di voti, piuttosto, aveva detto qualcuno.
Oggi poi Stefano Menichini era tornato sull’argomento segnalando come l’allontanarsi delle elezioni anticipate rendesse ancora più fumose le prospettive di quell’iniziativa.  Ma Pierluigi Bersani, convinto promotore del progetto, proprio oggi ha annunciato il suo successo.

Quello della raccolta delle firme, ha aggiunto Bersani, ”e’ stato un successo incredibuile anche ai nostri occhi.
Chi e’ stato ai nostri banchetti non ha mai visto tanta spontanea adesione”.
Tra le firme raccolte ai gazebo, quelle dei moduli affidati alle famiglie e la raccolta online ”possiamo dire -ha annunciato Bersani- che abbiamo raggiunto l’obiettivo che ci eravamo dati”

Ma proprio sulle firme online è stato fatto qualche pasticcio, e se anche non implicasse un colpo alla dimensione quantitativa del successo dichiarato da Bersani, di sicuro presterà il fianco a critiche e derisioni per la scaltrezza organizzativa del PD. Le pagine del sito del Pd dedicate all’iniziativa sono infatti visibilmente ricche di adesioni implausibili e chiaramente false.

Dell’incidente – si tratti di una maldestra attenzione alle cose della rete o di una dimostrazione di un’affidabilità un po’ approssimativa di tutta la raccolta di firme e dei suoi risultati – si è subito impossessato baldanzosamente il sito del Giornale, che ha messo in dubbio il trionfo affermato da Bersani accusandolo di scarsa credibilità con malcelata eccitazione. La trovata del giornalista del Giornale di firmare con un nome falso ha naturalmente trovato molti emuli, e le spiritosaggini sul sito del PD si sono moltiplicate, occupando ormai tutte le pagine più recenti dedicate alla raccolta delle firme. Tanto che il PD ha protestato e contrattaccato, bloccando alle 20,45 di giovedì sera le pagine incriminate.

Scottati dal successo della raccolta di firme per le dimissioni di Silvio Berlusconi i quotidiani vicini a Silvio Berlusconi, Libero e Il Giornale, hanno deciso di attaccare con l’apposizione di firme false e l’invito a firmare la pagina per la raccolta online delle firme.
Il livello di volgarità raggiunto ha superato i livelli fin qui monitorati per cui sospendiamo momentaneamente la visualizzazione delle firme raccolte per ripulire il database da alcuni nomi inventati e inseriti appositamente per disturbare l’iniziativa del PD.

Sul guaio è arrivato infatti anche il sito di Libero, ed è facile prevedere che il centrodestra politico e giornalistico se ne farà ancora ampie beffe: fingendo di dimenticare le simili vanterie degli anni passati con simili campagne mai documentate (per non parlare delle firme provatamente false addirittura sulle presentazione delle liste elettorali), e mancando anche di rispetto ai molti che hanno firmato convintamente e consapevolmente la richiesta del Partito Democratico: al quale PD però va tutta la responsabilità di una sbadataggine internettara che trasformerà una discutibile ma seria iniziativa politica in una barzelletta.