Cosa aspettarsi dagli Oscar

Domenica si terranno al Kodak Theatre di Los Angeles gli Academy Awards: una piccola guida a come sono fatti e cosa aspettarsi

di Chiara Lino

Poco tempo fa vi avevamo parlato dei Golden Globes. Domenica si svolgono gli Academy Awards, meglio conosciuti come Oscar, premi ancora più prestigiosi. E che necessità hanno gli americani, oltre a una naturale propensione all’assegnare premi e fare bei discorsi, di concentrare due cerimonie così importanti (e apparentemente sovrapponibili) in così poco tempo?

La prima differenza, quella sostanziale, sta in chi assegna il premio. I Golden Globes sono i premi assegnati dalla stampa di settore, nello specifico da una giuria composta da novanta giornalisti della stampa estera iscritti all’HFPA (Hollywood Foreign Press Association). E qui arrivano le prime critiche, dato che l’HFPA non ha criteri di ingresso propriamente definibili “selettivi”. Gli Oscar, invece, sono assegnati da una giuria (l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences, abbreviata in AMPAS) composta da chi nel settore ci lavora o ci ha lavorato personalmente: registi, attori, sceneggiatori, produttori, tecnici. Si conta un totale di oltre 6000 membri. Insomma: ai Golden Globes ti premia la critica, mentre l’Oscar te lo danno i colleghi.

La seconda differenza è nella quantità e nell’articolazione dei premi: i Golden Globes, al contrario degli Oscar, premiano anche categorie televisive e che dividono tra genere comico e drammatico. Parallelamente, gli Oscar sono assegnati anche a categorie più tecniche e meno artistiche, come miglior trucco, miglior montaggio sonoro e migliori effetti speciali.

La cerimonia, se non l’avete mai vista, prevede una trasmissione in diretta, un palco su cui il presentatore di turno orchestra la distribuzione dei premi e la intervalla con qualche stacchetto, una continua sfilata di coppie di star che leggono le nomination per ogni categoria e chiamano sul palco il vincitore per la consegna del premio. Discorsi di ringraziamento che non devono durare più di un minuto, lacrime di commozione, stacchetto del presentatore e categoria successiva: dura circa tre densissime ore, pause pubblicitarie comprese. Quest’anno a presentare saranno gli attori James Franco e Anne Hathaway.

E chi vince? Qui ci sono le nomination, di seguito qualche nostra previsione per quasi tutti i premi. Con una premessa: nonostante la presenza di Blue Valentine e di The Kids are All Right tra i nominati, è difficile che un film indipendente conquisti uno dei premi maggiori. L’Academy non li prenderà veramente sul serio, le loro nomination hanno il ruolo di scongiurare ogni sospetto di connessione tra il giudizio della giuria e le grandi produzioni. Il Post seguirà in diretta la notte degli Oscar, domenica sera.

Miglior film

Black Swan – Il cigno nero
The King’s Speech – Il discorso del re
The Social Network

Abbiamo ridotto a tre la rosa dei potenziali vincitori, eliminando anche l’ingombrantissimo Inception: si è capito che la critica l’ha recepito come l’Avatar di quest’anno, una bella baracconata utile a portare la gente al cinema, di qualità sufficiente per essere gratificato da qualche nomination ma non una roba seria abbastanza da vincere la statuetta. Il giocattolone di un tizio bravo, che ha saputo far parlare di sé. Domenica notte attendiamo smentite, ma siamo abbastanza certi che il vincitore sarà uno di questi tre.

Miglior attore protagonista

Jesse Eisenberg (The Social Network)
Colin Firth (The King’s Speech – Il discorso del re)

Eisenberg è molto giovane e al suo primo ruolo veramente importante, Firth ha passato i 50 ma l’Oscar non l’ha mai vinto. Entrambi sono nominati per parti non facili – il primo interpreta l’antipatico, introverso Mark Zuckerberg fondatore di Facebook, il secondo è Giorgio VI, re balbuziente – e Firth è decisamente il favorito, a meno che l’Academy non decida di premiare un attore giovane.

Miglior attrice protagonista

Jennifer Lawrence (Winter’s Bone)
Natalie Portman (Black Swan – Il Cigno Nero)

Altro esito quasi scontato: è improbabile che Natalie Portman, alla sua seconda nomination (la prima l’ha ricevuta nel 2005 per Closer), non vinca l’Oscar. Lasciamo anche Jennifer Lawrence, nella speranza di una sorpresa dell’ultimo minuto.


Miglior attore non protagonista

Christian Bale (The Fighter)
Geoffrey Rush (The King’s Speech – Il discorso del re)

Christian Bale, nel ruolo di un ex pugile magro e drogato, è in competizione diretta con Geoffrey Rush, l’eccentrico logopedista del re d’Inghilterra. Il secondo interpreta un ruolo un po’ più semplice, ma questo non toglie nulla all’eccellenza della sua recitazione.

Miglior attrice non protagonista

Melissa Leo (The Fighter)
Hailee Steinfeld (True Grit – Il grinta
)

Un’altra accoppiata che mette in competizione un’attrice affermata (Melissa Leo) e una debuttante (la giovanissima Hailee Steinfeld, del 1996), entrambe bravissime.

Miglior film d’animazione

Toy Story 3

Non serve neanche discutere: Toy Story 3 continua ad avere il 99% di recensioni positive su Rotten Tomatoes. Non vincerà come miglior film, l’altra categoria prestigiosa per cui è nominato, ma non ha rivali come miglior film di animazione.

Miglior scenografia

Inception
The King’s Speech – Il discorso del re

Miglior fotografia

Black Swan – Il Cigno Nero
The King’s Speech – Il discorso del re
The Social Network

Miglior regia

Darren Aronofsky (Black Swan – Il Cigno Nero)
David Fincher (The Social Network)

È assurda l’assenza tra le nomination di Christopher Nolan, per Inception. È probabile che vinca uno tra Aronofsky e Fincher.

Miglior sceneggiatura non originale

The Social Network, di Aaron Sorkin

Autore di una delle serie tv più apprezzate e premiate di sempre, The West Wing, difficilmente a Sorkin sfuggirà questo premio Oscar. La sceneggiatura di The Social Network è veloce, brillante, fedele al tipo di dialoghi che ci si aspetta tra un gruppo di giovanissimi geni con un futuro da multimilionari.

Miglior sceneggiatura originale

The Kids Are All Right – I ragazzi stanno bene, di Lisa Cholodenko e Stuart Blumberg
The King’s Speech – Il discorso del re, di David Seidler

The Kids Are All Right ha avuto molte nomination ma ha qualche speranza di vincere un premio solo per la sceneggiatura: delicata e mai banale, riesce a parlare di un tema attuale (una coppia omosessuale con due figli) rendendolo perfettamente normale e senza annoiare. Probabile anche qui la vittoria del Discorso del re.

Miglior film straniero

Dogtooth (Grecia)

Miglior colonna sonora originale

Inception – Hans Zimmer
The Social Network – Trent Reznor e Atticus Ross

Migliore canzone originale

If I Rise (127 ore) – Allah Rakha Rahman
We belong together (Toy Story 3) – Randy Newman

Su Randy Newman, c’è da sapere questo.

Miglior cortometraggio animato

Day & Night

Migliori effetti speciali

Inception