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  • Venerdì 25 febbraio 2011

Gli Stati Uniti usano “soldati psichici”?

Rolling Stone sostiene che l'esercito abbia tentato di manipolare i politici in visita in Afghanistan

Michael Hastings è un giornalista di Rolling Stone, giovane e brillante: ha trent’anni e quando ne aveva venticinque era già inviato di Newsweek in Iraq. Durante i suoi ultimi mesi in Iraq, la sua fidanzata – Andi Parhamovich, anche lei giornalista – decise di raggiungerlo, per passare più tempo con lui. Finì che lei morì poco dopo il suo arrivo, vittima di un attentato, e Hastings raccontò la loro storia in un libro uscito qualche mese dopo: “Ho perso il mio amore a Baghdad”. Qualche mese fa Hastings scrisse, sempre su Rolling Stone, un articolo sul generale statunitense Stanley McChrystal che costrinse il militare a dare le dimissioni dal suo fondamentale incarico: capo delle forze armate americane in Afghanistan.

Anche questa volta Hastings racconta una storia che ha a che fare con l’esercito, e scrive che il generale William Caldwell avrebbe ordinato a un gruppo di soldati specializzati in “operazioni psicologiche” di manipolare i senatori americani in visita in Afghanistan, per convincerli a inviare più truppe e nuovi fondi per la guerra. Quando un ufficiale ha cercato di opporsi all’operazione, è stata aperta contro di lui un’indagine militare. I fatti risalirebbero all’anno scorso, quando una cellula militare specializzata nelle cosiddette “operazioni psicologiche” ha ricevuto svariate volte il compito di prendere di mira senatori e altre persone di rilievo che si incontravano con Caldwell. A un certo punto il gruppo si è rifiutato di eseguire l’ordine sostenendo che violava le leggi degli Stati Uniti, che tra le altre cose proibiscono l’uso di propaganda contro cittadini americani. Da quel momento alcuni suoi membri sono stati soggetti a una campagna di rappresaglia.

«Il mio lavoro nelle operazioni psicologiche è quello di manipolare le persone e fare in modo che il nemico si comporti come vogliamo noi», ha spiegato il luogotenente Michael Holmes, a capo dell’unità dei “soldati psichici”. «Mi è proibito fare una cosa del genere a cittadini americani. Se mi chiedi di usare queste abilità con i senatori e i parlamentari, stai passando il segno». Holmes racconta che tra le persone prese di mira ci sarebbero anche i senatori John McCain e Joe Lieberman, l’ambasciatore ceco in Afghanistan, il ministro degli interni tedesco e altri influenti esperti e analisti. Secondo il ministero della Difesa le cosiddette psy-ops – che usano tattiche psicologiche per influenzare le emozioni e i comportamenti – possono essere usate solo “su stranieri ostili”: le leggi federali proibiscono ai soldati di usare queste tattiche contro gli americani.

Holmes e quattro soldati ai suoi ordini sono arrivati in Afghanistan nel novembre 2009, con il compito di valutare gli effetti della propaganda statunitense sui talebani e la popolazione afgana locale. Dopo un mese Caldwell gli ordinò di concentrarsi sugli americani in visita in Afghanistan. All’inizio gli ordini venivano impartiti verbalmente. Holmes racconta di aver incontrato Caldwell una dozzina di volte per discutere l’operazione: voleva convincere il generale a lasciare che i suoi uomini svolgessero i compiti normalmente richiesti e che non dovessero spingersi oltre.

Non è la prima volta che delegazioni di politici in visita nelle zone di guerra sono soggette a propaganda. I politici statunitensi si recano spesso al fronte in Iraq e Afghanistan: si tratta di occasioni informali in cui i generali fanno pressione ai parlamentari per ottenere fondi e sostegno mentre i politici ottengono aggiornamenti di prima mano sullo stato della guerra e qualche foto di quelle che vengono bene sui giornali. Caldwell però chiedeva qualcosa di più: voleva che i soldati psichici fornissero “una profonda analisi dei metodi di pressione da usare per convincere la delegazione a portare nuovi fondi”. A fronte del rifiuto di Holmes, un colonnello che faceva parte del commando di Caldwell gli rispose urlando: «Non è illegale se io dico che non è illegale!».

Il generale Caldwell, nel frattempo, aveva messo sotto indagine Holmes. In un rapporto, lo accusa di girare nella base in abiti civili senza permesso, di bere troppi alcolici, di passare troppo tempo su Facebook e di avere una relazione “inappropriata” con il maggiore Laural Levine, uno dei suoi sottoposti. Holmes e Levine hanno detto che non c’era nulla di inappropriato nel loro rapporto e hanno aggiunto che altri membri del team avevano ottenuto il permesso di indossare abiti civili. Holmes è convinto di essere stato preso di mira per aver espresso dubbi sulla legalità delle operazione e per questo ha presentato una denuncia all’ispettore generale del Dipartimento della Difesa. Tre mesi dopo gli è stato risposto che non poteva essere difeso perché l’avvocato militare a cui si era rivolto non era “autorizzato a ricevere quelle informazioni”. Levine teme che questa storia metta fine alla sua carriera nell’esercito. L’inchiesta però ha messo fine alle psy-ops, che da quel momento sono state sospese.

Un portavoce di Caldwell ha detto a Rolling Stone «il commando non ha mai usato informazioni fornite dai soldati psichici per influenzare i visitatori illustri». Molti dei politici americani che sono stati in visita in Afghanistan sono tra quelli che negli anni hanno sponsorizzato maggiori stanziamenti di fondi, ma ovviamente non c’è modo di sapere se le operazioni di manipolazione nei confronti dei politici americani abbiano o no avuto delle conseguenze concrete.