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  • Sabato 19 febbraio 2011

Wikileaks sull’Italia, i documenti del 2009

I rapporti della famosa signora Dibble sono più delle attente e imparziali analisi che delle accuse

Il sito dell’Espresso ha messo online oggi altri tre documenti dell’ambasciata americana a Roma dedicati all’Italia. Ecco cosa dicono di interessante nelle citazioni originali, senza sintesi nostre o interpretazioni accessorie e arbitrarie.
Sono tutti e tre del 2009, quindi bisogna sapere che l’ambasciatore non è più Richard Spogli, autore di molte analisi che suggerivano all’amministrazione americana di dare fiducia a Silvio Berlusconi malgrado i dubbi sui suoi atteggiamenti poco ortodossi e sui suoi legami con la Russia. Il nuovo ambasciatore è David Thorne e le valutazioni, soprattutto quelle dell’incaricato d’affari dell’ambasciata Elizabeth Dibble, suonano meno coinvolte e più concrete.

Il primo documento, del giugno 2009, è firmato proprio da Dibble e fornisce al presidente Obama una descrizione di ciò che lo attende al G8 dell’Aquila. Questa è la sintesi iniziale dei dubbi che sono poi sollevati più estesamente nel testo:

Il G8 l’Aquila è il culmine di un anno denso d’impegni per la presidenza italiana.
Il primo ministro Berlusconi è molto contento di presiedere questo evento, di ospitare lei, e di dimostrare il suo ruolo di uomo di stato rilevante nel «club» G8. Ma in Italia tutta l’attenzione è puntata su di lui e sul modo in cui affronterà questo summit, che ha inizio proprio nel momento in cui la stampa italiana e straniera attacca la vita privata del premier con accuse infamanti. E se alcuni membri del partito di Berlusconi sono terrorizzati all’idea che prima o durante il summit possano emergere nuove accuse, il Primo Ministro spera invece che questo evento gli consenta di dimostrare il rispetto di cui gode presso la comunità internazionale.

L’Italia ha presentato un’agenda troppo ambiziosa per il G8 2009, che va dalla stabilità finanziaria globale (nel riconoscimento del primato del G20 in questo settore), allo sviluppo sostenibile (in particolare per quanto riguarda l’Africa), al clima, alla sicurezza energetica, l’Afghanistan/Pakistan, la non-proliferazione, la pirateria, la sicurezza alimentare fino al commercio internazionale. Il processo di creazione del consenso attorno a questi temi è stato faticoso e l’Italia ha fatto del suo meglio per incanalare le sue troppo ingombranti ambizioni in un risultato accettabile per i suoi partner G8, e che fosse anche in grado di preparare il terreno per un’efficace azione futura. Detto questo, lo sforzo italiano, si è concentrato su una quantità eccessiva di temi e su una lista di ospiti troppo estesa, a discapito della coesione stessa dell’evento e persino dell’obiettivo finale dell’Italia: garantire la rilevanza internazionale del G8.

Dibble spiega poi le variiabili interne italiane che potrebbero influenzare il G8:

In passato gli oppositori interni di Berlusconi hanno scelto di attaccarlo durante incontri internazionali di alto profilo che si tenevano in Italia: ad esempio, nel 1994, a Napoli durante l’incontro dell’ONU sulla criminalità internazionale, Berlusconi è stato incriminato per corruzione della Guardia di Finanza; nel 2001, è stato indagato dai giudici di Milano per evasione fiscale, poco prima che iniziasse il G8 di Genova (non è stato condannato per nessuna delle due). E ora, nei circoli della politica e della stampa romana, si mormora di nuove sensazionali rivelazioni in arrivo.
Così, sebbene l’elettorato italiano sia tradizionalmente disinteressato alla percezione internazionale dei propri leader, e non sia smosso dagli scandali che hanno per oggetto le vite private dei politici, per il premer l’importanza strategica di questo summit è accresciuta dalla gravità delle accuse che lo coinvolgono e dalla sensazione di non essere più considerato seriamente all’estero. È molto probabile che Berlusconi sul piano internazionale veda il G8 come un’opportunità per rafforzare la propria immagine ormai compromessa, e per dimostrare platealmente in Italia la sua caratura di statista mondiale.
Data la grande importanza che questo summit G8 ha assunto per la politica interna, una qualsiasi gaffe di Berlusconi o l’impressione che sia snobbato dagli altri leader avrebbe grandissima eco nella stampa italiana.

Il primo ministro Berlusconi è tornato soddisfatto dal vostro incontro a Washington e c’è stato un sospiro di sollievo collettivo nel vedere che le ottime relazioni con gli Stati Uniti erano intatte nalgrado il cambio di amministrazione. La sua visita (del presidente Obama, ndr) ha un significato speciale per il governo e il pubblico italiano, e le autorità italiane lavoreranno con lei e il suo staff per rendere questo evento un successo.

Dibble è autrice anche del consuntivo di luglio sul dopo G8 e sul quadro delle accuse contro Berlusconi.

Dopo mesi di accuse fondate sugli scandali finanziari e sessuali, la figura del primo ministro Berlusconi emerge rafforzata dal summit G8 de L’Aquila: non ci sono state ulteriori incriminazioni o accuse; l’evento si è svolto senza intoppi significativi; e agli occhi degli italiani Berlusconi si è dimostrato un leader con un peso internazionale.
Il peggio è passato, per Berlusconi. E ora deve concentrarsi a rimettere in sesto la sua immagine alquanto bistrattata, e infondere nuova fiducia nel centrodestra. Il suo governo è indebolito rispetto agli ultimi sei mesi, ma al momento non ci sono minacce consistenti né dall’interno del centrodestra, né da un centrosinistra sempre più frammentato. Bene o male, Berlusconi in un immediato futuro continuerà a essere la guida del Paese.

Nei giorni prima del G8, persone molto vicine al premier ci hanno comunicato le loro paure di nuove accuse al Primo Ministro, mentre il fondatore del centrosinistra Massimo D’Alema ha promesso che ci sarebbero state nuove sorprendenti rivelazioni (resoconto A). Eppure, tutto è rimasto calmo nella politica italiana, e lo era ancora mentre il G8 aveva inizio, forse per il discorso del presidente Napolitano che lo ha espressamente richiesto, nell’interesse del Paese. Dopo il G8, sebbene a malincuore, i commentatori e i nostri contatti nel centrosinistra hanno dovuto ammettere che il G8 è stato un successo di Berlusconi. Il nostro insider nel PDL ci ha riferito che il presidente era «davvero felice» per l’esito del G8, mentre ritiene noiosi i continui attacchi alla sua vita privata, che secondo lui non rappresentano una seria minaccia dal punto di vista politico.

Un po’ alla volta, sono emersi altri scandali su Berlusconi, tra cui le registrazioni audio di una prostituta che ha dichiarato di aver avuto una relazione con il premier; la voce maschile dei nastri si presume sia quella del primo ministro. Tuttavia, a meno che non salti fuori qualcosa di sensazionale, questa nuova evidenza non sembra aver danneggiato Berlusconi. Infatti, molti italiani concordano con il premier che si dipinge come una vittima di manovre della sinistra.


Un altro passaggio è interessante per capire la varietà di fonti utilizzate dall’ambasciata USA, e non sempre attendibilissime (come dimostra anche il succitato annuncio di D’Alema):

Berlusconi non ha reali oppositori né all’interno, nella sua coalizione di centrodestra, tanto meno nel PD, il principale partito di opposizione, che ha per l’appunto iniziato un tortuoso e lungo dibattito per designare il suo prossimo leader. Walter Veltroni (uno dei fondatori del PD) ci ha detto che l’obiettivo del suo partito è di ritornare competitivo entri i prossimi 4-5 anni, e ha ammesso che attualmente non rappresenta una valida alternativa a Berlusconi. Per ora Berlusconi è il leader indiscusso del centrodestra, ma a causa di questi presunti scandali il suo prestigio è un po’ offuscato (resoconto B).
Il giornalista di centrodestra Giancarlo Loquenzi ci ha detto che l’antico desiderio di Berlusconi di diventare presidente della Repubblica è ormai sfumato, e ora il Premier deve concentrarsi sulla sua immagine per cercare di riconquistare la fiducia dell’elettorato. Secondo Loquenzi la strada migliore potrebbe essere il matrimonio e la conduzione di una vita privata tranquilla. L’assistente di un alto parlamentare del PDL ci ha detto che Berlusconi non ha oppositori interni, ma che i politici del PDL hanno anche capito che a causa del premier la reputazione italiana all’estero è in declino, soprattutto in Europa, dove invece l’Italia combatte per ottenere le prime posizioni.

Commento finale di Dibble:

Il governo Berlusconi resta saldo, senza reali oppositori né interni né esterni. E il premier sopravvive a mesi di accuse di scandali senza che l’opinione pubblica italiana sia giunta alla conclusione di un’innegabile evidenza di illecito. Come ci ha raccontato uno dei suoi più antichi consiglieri «Berlusconi è incline alle gaffe e fa pagliacciate»; ma intanto continua ad avere il polso dell’elettorato italiano. Ha anche aggiunto che lui e i suoi fedelissimi sono rassicurati soprattutto dal fatto di non dover affrontare una reale opposizione.

La stampa internazionale tratteggia una figura caricaturale del presidente Berlusconi, che tuttavia solo pochi commentatori politici riconoscono in Italia. La popolarità del premier è in calo rispetto al picco dell’autunno 2008; questo indebolimento è da ricondurre alla stanchezza di parte dell’elettorato – anche di centrodestra – davanti alle immagini che ritraggono Berlusconi insieme ad altri (politici) che se la spassa nelle sue residenze con ragazze decisamente più giovani di lui.

Il terzo rapporto è di ottobre 2009, ed è dedicato alla bocciatura del lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale:

La carriera politica di Berlusconi fin dai suoi esordi nel 1994 è stata funestata dalle accuse di corruzione e di altre imputazioni. Il premier parla di una persecutoria caccia alle streghe politica operata ai suoi danni della magistratura di sinistra. E rinnega ogni accusa. Sebbene siano stati condannati alcuni tra i suoi più stretti collaboratori, il premier non è mai stato condannato in via definitiva. In diversi casi i suoi avvocati per evitare il giudizio sono riusciti a far cadere in prescrizione il reato, rimandando continuamente il processo. In un’occasione, un parlamento ormai controllato dal premier ha ridotto la prescrizione di alcuni reati per cui Berlusconi era sotto processo.

In Italia, durante la Guerra Fredda, la magistratura è stata tradizionalmente il ricovero di membri del partito comunista. Non di rado, le azioni giudiziarie – anche contro esponenti della sinistra – hanno avuto un «tempismo» politico; ad esempio, il 5 ottobre la corte civile ha condannato la Fininvest, società di Silvio Berlusconi, a risarcire di 750milioni di euro un’azienda rivale – che aveva accusata la Fininvest di aver corrotto un giudice, causandole in questo modo un danno da «perdita di chance».

Berlusconi detiene una solida maggioranza in tutte e due le camere, e continua a riscuotere consensi presso il suo elettorato.
Inoltre, il partito democratico d’opposizione è completamente disorganizzato, e i dissidenti della coalizione do centrodestra non sono abbastanza forti da contrapporsi al premier, come invece vorrebbero.
Di conseguenza, sebbene indebolito, il governo Berlusconi non è direttamente minacciato da questa ondata negativa.
È ancora presto per fare una previsione circa l’effetto finale della decisione della corte e sui prossimi processi, ma le eccessive esternazioni del premier contro un presidente della repubblica rispettato come Giorgio Napolitano, potrebbe produrre una eco negativa in molti italiani e ulteriori spaccature tra due delle più importanti istituzioni repubblicane. Ma, come Berlusconi stesso ha assicurato, la difesa nei processi sottrarrà solo qualche ora al suo lavoro per il popolo italiano.

foto di Vittorio Zunino Celotto/Getty Images