La piovra Facebook

Qui un giorno sarà tutto social network e la concorrenza inizia a preoccuparsi

Facebook sta raggiungendo i 600 milioni di iscritti ed è una minaccia sempre più concreta per molte grandi società del web. Il social network, da poco valutato intorno ai 50 miliardi di dollari, è un concorrente ingombrante e sta sottraendo investimenti pubblicitari a siti online come MySpace e ad aziende da tempo in rete come Yahoo. Facebook potrebbe anche diventare un concorrente di PayPal per i pagamenti online e sta condizionando, nel bene e nel male, la competizione tra Apple e Google nel campo degli smartphone. Infine, il social network in piena espansione è continuamente alla ricerca dei migliori ingegneri ed è disposto a pagarli profumatamente per sottrarli ad altre grandi società come Microsoft e Google.

Secondo Geoffrey A. Flower, che oggi sul Wall Street Journal dedica un articolo all’invadenza di Facebook, le grandi società della Silicon Valley dovrebbero iniziare a ripensare il loro rapporto con il social network e decidere se trattarlo amichevolmente, per il traffico e le opportunità che porta online, o come un nemico per le risorse che assorbe e rende proprie. Chiunque decida di avviare un’attività online di un certo rilievo e di ottenere l’attenzione delle fasce più giovani di utenti deve fare i conti con Facebook, spiegano gli esperti di investimenti consultati da Flower. Ma non è detto che sottostare alle condizioni del social network impedisca di fare affari. Basta pensare al campo dei videogiochi online rivoluzionato da Facebook e al successo di alcuni giochi come FarmVille, utilizzato ogni giorno da diversi milioni di iscritti al social network.

In altri ambiti, Facebook può essere invece più pericoloso per la concorrenza. Nel corso di due anni, la sua quota di mercato nella pubblicità online è passata dal 2,9% al 13,6% negli Stati Uniti, con un giro di affari che nel 2010 ha sfiorato gli 8,88 miliardi di dollari. Una crescita così sostenuta è avvenuta alle spese di altre società come Yahoo e AOL, meno battute dagli utenti negli ultimi anni, e anche dei mezzi di comunicazione tradizionali come televisioni e giornali.

Lo schema del Wall Street Journal

Chi non vuole essere schiacciato dalla concorrenza cerca alleanze con Facebook. Yahoo ha recentemente deciso di integrare nei propri siti web alcune funzionalità del social network, compresa la possibilità di iscriversi con le credenziali del proprio profilo Facebook, nel tentativo di far aumentare il numero di visitatori. MySpace ha modificato buona parte dei propri servizi per non sovrapporsi a Facebook e offrire qualcosa di diverso e, come Yahoo, ha deciso di integrare alcune funzionalità del social network di Zuckerberg.

Lo scorso anno i ricavi di Facebook, principalmente dovuti alla pubblicità, sono stati pari a circa due miliardi di dollari. Una cifra considerevole, ma le potenzialità sono molto più alte, specie se si pensa alle centinaia di milioni di utenti iscritti. Il social network vuole guadagnare di più e per farlo si sta orientando verso le pubblicità e le offerte promozionali basate sulla posizione geografica degli utenti. Attraverso il tuo smartphone tu fai sapere dove ti trovi e il social network, oltre a dirti quali amici sono nelle vicinanze, ti offre pubblicità e promozioni per i locali e i negozi nei paraggi. Con declinazioni diverse, un servizio simile è offerto anche da Google, da Groupon e da Yelp, che ora temono di perdere utenti a causa della concorrenza diretta di Facebook.

Il social network ha poi invaso buona parte del web con strumenti e opzioni che ne amplificano la pervasività. La pagina che state leggendo ora qui sul Post, come milioni di altre pagine in giro per la Rete, vi consente di dire agli amici su Facebook che vi piace questo articolo, vi permette di condividere questo articolo su Facebook e vi consente anche di commentare la notizia utilizzando le vostre credenziali di Facebook. Le stesse opzioni sono disponibili su siti molto trafficati come YouTube, per esempio.

Facebook sta anche sperimentando un sistema per i pagamenti online. Per ora il servizio serve per l’acquisto di beni virtuali, all’interno dei videogiochi per esempio, ma la società potrebbe decidere in futuro di estendere questa funzione per la gestione delle transazioni di denaro o per l’acquisto di prodotti. Fino a ora la possibile futura concorrenza, però, ha preferito collaborare: PayPal, il sistema più utilizzato per i pagamenti online, offre un servizio per acquistare i Facebook Credits direttamente all’interno del social network.

Analisti ed esperti iniziano a chiedersi se Facebook non stia diventando troppo ingombrante per la Rete e per la concorrenza. Prima della sua affermazione, ci si chiedeva qualcosa di analogo per un altro gigante come Google, che raccoglie e gestisce ogni giorno le informazioni di centinaia di milioni di utenti. Secondo Eric Schmidt, ancora CEO per qualche settimana del motore di ricerca, la sua società e Facebook si fanno concorrenza per quanto riguarda le doti, ma non per il denaro: «Molti di voi pensano che se loro fanno bene noi ci perdiamo, ma i vincenti tendono tutti a fare bene».