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  • Lunedì 14 febbraio 2011

Una giornata movimentata

Manifestazioni e scontri in Yemen, Bahrein e Iran: il punto della situazione e le cose da sapere

Bahraini protestors run for cover after police fired tear gas canisters to disperse them in the village of Diraz, northwest of Bahrain, on February 14, 2011 during a demonstration called for on Facebook and inspired by similar initiatives which led to the ouster of the regimes in Tunisia and Egypt. AFP PHOTO/STR (Photo credit should read -/AFP/Getty Images)
Bahraini protestors run for cover after police fired tear gas canisters to disperse them in the village of Diraz, northwest of Bahrain, on February 14, 2011 during a demonstration called for on Facebook and inspired by similar initiatives which led to the ouster of the regimes in Tunisia and Egypt. AFP PHOTO/STR (Photo credit should read -/AFP/Getty Images)

Nelle analisi dei giornalisti che da settimane si chiedono quale sarà la prossima nazione nordafricana o mediorientale a essere travolta da manifestazioni e proteste, quest’ipotesi mancava: che fossero più di una e tutte insieme. Questo lunedì, infatti, è stato un giorno particolare e delicato per molte nazioni dagli equilibri politici instabili e precari. Proprio mentre in Egitto i militari prendono lentamente il controllo dell’ordine pubblico, piazza Tahrir viene sgomberata e si comincia la transizione verso le elezioni, in altri paesi le cose si fanno interessanti.

Iran
Centinaia di persone hanno manifestato oggi a Teheran e in altre città del paese per protestare contro il governo. La manifestazione era stata annunciata una settimana fa da Mir Hossein Mousavi and Mehdi Karroubi, entrambi candidati “moderati” alle elezioni presidenziali del 2009 e guida del movimento di protesta – la cosiddetta “onda verde” – che seguì a quella tornata elettorale. Il regime ha negato l’autorizzazione alla manifestazione e nei giorni scorsi ha arrestato decine di attivisti iraniani e bloccato l’accesso a molti siti internet. Nonostante il clima pesante, migliaia di persone hanno partecipato alle proteste intonando cori contro l’ayatollah Khamenei e altri esponenti del governo iraniano. Centinaia di agenti di polizia, in divisa e in borghese, hanno presidiato le strade: in diverse zone della città le forze dell’ordine hanno affrontato i manifestanti e li hanno respinti a colpi di gas lacrimogeni e proiettili di vernice. Sul suo sito internet Mousavi ha scritto che la polizia ha impedito a lui e alla moglie di unirsi alla marcia, e la sua linea telefonica sarebbe stata tagliata per isolarlo. Sui social network si è parlato di decine di feriti e un morto. Anche il sito web iraniano HRANA sostiene che la polizia avrebbe ucciso almeno una persona e ferito altre tre. Le persone arrestate sarebbero circa 250. La pagina Facebook delle manifestazioni di oggi conta quasi 60.000 iscritti. Qui alcuni video delle proteste.

Bahrein
Manifestazioni e scontri oggi anche in Bahrain, in alcuni paesi poco distanti dalla capitale Manama. I negozi sono rimasti chiusi, le strade erano libere dalle auto e piene di agenti di polizia in assetto antisommossa, alle università era stato chiesto di chiudere e sospendere le lezioni. Tutto per timore del “Giorno della rabbia” indetto dai manifestanti antigovernativi, ispirati a quanto accaduto in Egitto e Tunisia. La polizia ha usato gas lacrimogeni e proiettili di gomma per respingere i manifestanti, ma secondo varie testimonianze alcuni agenti avrebbero sparato i lacrimogeni ad altezza d’uomo, ferendo varie persone. Il Bahrein ha un milione di abitanti e per quanto piccolissima ha una notevole importanza strategica: è un alleato degli Stati Uniti e ospita una base militare americana. Lo stato è governato da una monarchia di religione sunnita, mentre il 70 per cento della popolazione è sciita, cosa motivo di altre tensioni in passato. Il re ha annunciato un provvedimento volto a distribuire quasi tremila dollari in contanti a ogni famiglia, nel tentativo di placare gli animi dei suoi oppositori. Nel pomeriggio, mentre diversi elicotteri continuavano a sorvolare la capitale, i manifestanti erano stati dispersi.

Yemen
Oltre un centinaio di manifestanti a favore del governo si sono scontrati con centinaia di studenti che manifestavano contro il governo davanti l’università di San’a, la capitale del paese. Le proteste vanno avanti ormai ininterrottamente da quattro giorni: la promessa del presidente Saleh, al potere da trent’anni, di non ricandidarsi alle elezioni del 2013, non ha placato i suoi oppositori, che continuano a contestarlo e chiedere le sue dimissioni immediate. Ci sono stati contri anche nella città di Taiz, dove oltre un migliaio di manifestanti antigovernativi è in strada da sabato notte. Ci sarebbero almeno cinque feriti. Domenica un migliaio di giovani avevano marciato nella capitale. Secondo i gruppi di opposizione, 120 persone sono state arrestate.

foto: AFP/Getty Images

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