• Mondo
  • Sabato 12 febbraio 2011

L’Egitto ricomincia da piazza Tahrir

Il potere è passato a Mohammed Hussein Tantawi, capo del Consiglio Supremo Militare

di Elena Favilli

Mubarak non c’è più e l’Egitto prova a ripartire ancora una volta da piazza Tahrir, la piazza della Liberazione. Migliaia di persone si sono di nuovo radunate nel luogo simbolo della protesta per festeggiare la fine del regime trentennale del faraone. È il giorno della festa ma è anche il giorno dell’attesa, che cosa succederà ora?

Con le dimissioni del presidente Hosni Mubarak il potere è passato al Consiglio Supremo Militare. La figura più importante in questo momento è Mohammed Hussein Tantawi, ministro della Difesa e capo del Consiglio. Gran parte del futuro dell’Egitto dipenderà proprio da quello che lui deciderà di fare. Nel primo discorso ufficiale dopo l’annuncio delle dimissioni di Mubarak, il Consiglio ha annunciato che farà tutto quello che è necessario per «materializzare le aspirazioni della nazione», ma la verità è che c’è ancora molta incertezza su quali saranno le prossime mosse. «Non è neanche chiaro se Mubarak abbia dato le dimissioni di sua volontà o se sia stato costretto dall’esercito», ha detto l’analista Nezar al Sayyad ad Al Jazeera.

Il segretario della Difesa americana Robert Gates ha già parlato cinque volte al telefono con Tantawi negli ultimi giorni. Non si sa niente dei dettagli delle loro conversazioni, ma è chiaro che l’interlocutore principale ora è lui. Ieri il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha ringraziato l’esercito egiziano per avere difeso responsabilmente i diritti dei suoi cittadini, ma le indiscrezioni dicono che Washington teme che Tantawi possa essere troppo rigido e poco propenso a un cambiamento radicale. Al suo fianco c’è Sami Hafez Enan, capo delle forze armate e considerato più progressista e aperto. Secondo molti analisti, i due militari negli ultimi giorni hanno deciso strategicamente che sarebbe stato più conveniente sostenere la popolazione piuttosto che un presidente sempre più isolato, ma restano molti dubbi sulla loro reale disponibilità a condividere realmente il potere.

Mohammed Hussein Tantawi ha 75 anni e ha combattuto tre guerre contro Israele: quella del Canale di Suez del 1956, quella del 1967 e quella del 1973. In uno dei cable diffusi da Wikileaks nei mesi scorsi, Tantawi veniva descritto come un ufficiale di lungo corso impegnato a evitare nuovi conflitti ma anche una figura politica fortemente resistente al cambiamento. «Si è sempre opposto a tutte le proposte di riforme politiche ed economiche, per non rischiare di erodere il potere del governo centrale», si legge nei documenti. In questo momento è in corso un incontro tra il vicepresidente Omar Suleyman, il Consiglio Supremo Militare e i principali rappresentanti dei partiti d’opposizione. Nessuno sa invece dove si trovi esattamente Mubarak: Associated Press dice che è ancora nella sua residenza di Sharm el Sheik, ma nelle ultime ore hanno iniziato di nuovo a circolare voci su una sua possibile fuga negli Emirati Arabi.

Nel frattempo il Cairo cerca di tornare alla normalità. Il coprifuoco è stato ridotto di alcune ore: dalla mezzanotte alle sei di mattina. L’esercito ha iniziato a spostare parte dei carri armati che sorvegliavano i vari ingressi a piazza Tahrir e a smantellare le barricate erette davanti al Museo Egizio, all’ingresso nord della piazza. Militari e civili stanno collaborando per riportare ordine nella capitale. Un gruppo di giovani studenti sta coordinando via Facebook le attività dei volontari che hanno iniziato a ripulire le strade e a spostare le carcasse delle macchine che sono state bruciate in questi giorni. Molte persone sono arrivate in piazza con scope e palette. Un enorme poster è stato appeso a piazza Tahrir: «Il popolo ha fatto cadere il regime».

– Mubarak si è dimesso
– La sera dell’11 febbraio al Cairo