Libertà, libertinaggi e teen comedy

Secondo Antonio Polito le campagne a sinistra contro il "bordello Italia" arrivano tardi

Oggi il Corriere della Sera ospita in prima pagina una riflessione di Antonio Polito – da poco ex direttore del Riformista – sul dibattito di queste settimane sull’idea delle donne, del sesso e della morale che si è radicata in Italia.

Le invereconde notti di Arcore sollecitano molte riflessioni sul Drago (per usare la metafora di Veronica Lario) ma ancor più ne stanno provocando sulle vergini, o presunte tali, che gli si offrivano. Soprattutto da parte del movimento delle donne, resuscitato dallo scandalo eppure già diviso tra chi vuol far la morale e chi teme il moralismo. L’incertezza deriva dal silenzio talvolta complice con cui una parte delle donne ha accettato in questi anni il diffondersi di stili di vita e modelli culturali che sono apparsi moderni e avanzati, e in realtà altro non erano che l’accettazione di una cultura porno e machista, un trionfo per l’immaginario maschile.
Le protestanti scrivono oggi sui loro striscioni: «L’Italia non è un bordello». Ma ne siamo così sicuri? Tra le donne emergono posizioni diverse, e il dibattito in corso sul Corriere ne è testimonianza di grande interesse.
Cominciamo col dire che l’uso dell’avvenenza femminile per avere successo nella vita è stato sdoganato da una messe di messaggi culturali. Le cosiddette teen comedy al cinema, per esempio. Qualche anno fa ne vidi una che mi lasciò allibito: una specie di favola di Cenerentola in cui l’adolescente bruttina ma studiosa e onesta decideva di trasformarsi in una pantera su tacco 12, che rubava per comprarsi i vestiti giusti e partecipare alla feste dove si sniffa la cocaina, e riusciva così a conquistarsi un fidanzato e a strappare un posto di assistente all’anziano e sbavante professore. Non provocò molto scandalo tra le donne. Così come ottenne solo qualche sciovinista alzata di spalla quel povero giornalista inglese il quale si permise di segnalare che in nessun posto del mondo civile, nemmeno in luoghi più moderni e laici di questo, la pubblicità e la tv fanno uso del corpo femminile con la stessa compiaciuta e pornografica evidenza.

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