Come cambierà Google?

Le analisi sul futuro della società che da aprile sarà guidata da un nuovo amministratore delegato

A partire dal prossimo 4 aprile, l’attuale amministratore delegato di Google, Eric Schmidt, lascerà il proprio incarico e affiderà la guida della società a Larry Page, il cofondatore del motore di ricerca con Sergey Brin. La decisione è stata comunicata giovedì e da allora numerosi analisti, investitori e semplici appassionati hanno iniziato a interrogarsi sul futuro di Google e sull’opportunità di far guidare la società a Page, che non ha molte esperienze manageriali di questo tipo alle spalle.

Google è una delle più grandi aziende al mondo attive online e nell’ultimo anno ha generato qualcosa come 29 miliardi di dollari di ricavi. La società è solida e può contare su centinaia di milioni di utenti che utilizzano i suoi servizi, gratuiti e a pagamento, ma nell’ultimo anno ha dimostrato di essere in affanno sul fronte delle idee e delle innovazioni per resistere alla concorrenza in particolari ambiti della Rete in pieno sviluppo come i social network. La concorrenza di Facebook nel settore, con oltre 550 milioni di iscritti, si fa sentire e Google non ha realizzato prodotti competitivi per arginare la crescita del social network di Zuckerberg, che sta ora esplorando nuovi servizi che sono in diretta concorrenza con il motore di ricerca come il nuovo sistema di messaggistica e posta elettronica.

La società confida di recuperare il terreno perso grazie a una direzione meno ingessata e più simile a quella dei primi tempi in cui Google iniziò ad affermarsi online, oltre una decina di anni fa. Erich Schmidt rimarrà comunque all’interno dell’azienda e si occuperà principalmente dei rapporti con istituzioni ed enti governativi. Secondo Ken Auletta, autore del libro Effetto Google. La fine del mondo come lo conosciamo, Schmidt potrebbe mantenere il nuovo incarico per un anno circa per poi decidere di abbandonare la società e dedicarsi ad altro.

Dopo alcune difficoltà iniziali, la convivenza di Schmidt e dei due cofondatori di Google, Brin e Page, ha trovato nel corso degli anni un proprio equilibrio consentendo alla società di espandersi e al tempo stesso di sperimentare nuovi prodotti. Mentre Brin e Page si dedicavano agli aspetti creativi e di sviluppo di nuove soluzioni, Schmidt faceva da supervisore occupandosi della burocrazia e delle strategie per far crescere la società. L’amministratore delegato interveniva senza farsi particolari problemi nelle scelte dei due cofondatori, cercando quando necessario di limitarne l’esuberanza. Cosa che a lungo andare ha complicato la convivenza ai vertici della società.

Secondo Auletta, i rapporti con Schmidt si sarebbero incrinati sensibilmente lo scorso anno, quando Brin e Page hanno deciso di ridimensionare sensibilmente le attività di Google in Cina in seguito ad alcuni episodi di censura sul Web e a un caso di spionaggio industriale internazionale. Schmidt non era d’accordo e aveva cercato di proporre una soluzione intermedia utile per lasciare una porta aperta su un mercato dalle grandi potenzialità come quello cinese. A questo episodio vanno poi aggiunte le diverse opinioni sulle strategie commerciali da adottare e la volontà dei due cofondatori di essere meno sulla difensiva.

Page dovrà dimostrare di essere in grado di guidare la società e di andare oltre il modello degli ultimi anni imposto da Schmidt.

Page è un uomo molto riservato, si chiude spesso nel suo cellulare Android durante le riunioni, non ha molta dimestichezza nel parlare in pubblico, detesta avere orari e impegni regolari e ritiene che sia uno spreco dedicare troppo tempo alle riunioni con i giornalisti, gli analisti o i rappresentanti del governo. Come amministratore delegato, l’uomo molto riservato dovrà diventare un personaggio pubblico. E dovrà fare i conti con una propensione tipica di molti ingegneri: quella di non essere in grado di confrontarsi con le cose sulle quali non posso prendere le misure. Come le preoccupazioni sulla grandezza di Google, sulla privacy e sul diritto d’autore e su come confrontarsi con i governi che sono solitamente poco efficaci nell’avere la misura delle cose ma non lesinano con le paranoie.

Il nuovo assetto della società porterà ad alcuni cambiamenti anche per Brin. Come ricorda MG Siegler su TechCrunch, il cofondatore di Google si occuperà con maggiore assiduità del settore social, sperimentando e sviluppando nuove soluzioni per consentire al motore di ricerca di recuperare terreno nei confronti di Facebook e Twitter. Alcune idee sono già in fase avanzata di sviluppo e potrebbero essere presentate entro la primavera, anche se al momento non c’è ancora nulla di ufficiale. Page intanto si occuperà dell’amministrazione quotidiana della società, cercando di dare maggiori spinte propulsive rispetto a Schmidt, che negli ultimi tempi aveva scelto una strada più cauta.

Per Michael Cusumano, docente presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT), Page dovrebbe mettere in piedi entro aprile un team di persone fidate che gli diano una mano nella gestione delle attività ordinarie, così da avere tempo per dedicarsi allo sviluppo di nuove idee e soluzioni ricalcando un modello molto simile a quello applicato da Steve Jobs per Apple. Google dovrebbe inoltre espandersi verso nuove direzioni, seguendo quella che è la naturale evoluzione della Rete.

«Se Larry Page è in grado di fare qualcosa di diverso, dovrebbe affidare ad altri la gestione delle ricerche online e delle email, così da poter esplorare nuovi sistemi insieme a un team che gli possa dare una mano per fare questo, così Google potrebbe rompere l’attuale dipendenza dalla pubblicità online e diventare nuovamente una società in piena espansione.»