Nicodemiti!

Non si diventa ministri della Cultura per niente: da dove viene il termine introdotto oggi da Sandro Bondi nel dibattito politico

Nell’ultima settimana di gennaio la Camera voterà la mozione di sfiducia nei confronti di Sandro Bondi, ministro per le Attività e i Beni Culturali. La votazione è stata messa in calendario dai capigruppo di Montecitorio, con la riprovazione di Bondi che ha accusato i leader del Terzo Polo di essersi incontrati negli uffici di Gianfranco Fini per decidere insieme la strategia da assumere nei confronti del ministro e della sfiducia posta dal Partito Democratico insieme con l’Italia dei Valori, accusati di criticarlo solo pubblicamente.

«Nel PD ormai, come conferma oggi Rutelli, e dimostra il caso d’Alema, sono diventati dei nicodemiti. Solo negli incontri privati hanno il coraggio di confessare ciò che negano pubblicamente in maniera perfino brutale. Naturalmente in questo modo li nobilito, perché in realtà sono solo degli uomini che rinunciano semplicemente all’altezza dei versi sentimenti e alla serietà delle vere imprese politiche.»

“Nicodemita” è una di quelle parole che certo non usiamo tutti i giorni e così alla fine la dichiarazione del ministro è suonata criptica ai meno colti di noi.

Il termine “nicodemita” fu ideato da Giovanni Calvino, l’umanista e teologo francese vissuto nel sedicesimo secolo (quello dei calvinisti, per capirsi), per definire quei protestanti che pubblicamente si fingevano cattolici e partecipavano alle funzioni religiose per evitare le persecuzioni da parte della Chiesa cattolica. Secondo Calvino, il cristiano doveva testimoniare pubblicamente e sinceramente la propria fede, rivendicandola a costo di finire martirizzato. Per il teologo spagnolo Juan de Valdés, il nicodemismo era invece una pratica lecita, utile per evitare persecuzioni e al tempo stesso preservare la propria fede.

Calvino derivò il termine dal nome di Nicodemo, il fariseo discepolo di Gesù che secondo il Vangelo di Giovanni si recava di notte ad ascoltare la sua parola di nascosto. Nel corso dei secoli seguenti il “nicodemismo” assunse un significato più ampio, superando quello prettamente religioso. Un nicodemita è uno che finge di aderire a una certa ideologia, politica o religiosa, e che quindi solo per opportunismo o convenienza dà l’impressione di conformarsi alle opinioni dominanti.

Secondo Sandro Bondi, chi ha chiesto la mozione di sfiducia nei suoi riguardi è un nicodemita perché segretamente gli mostra attestazioni di stima, ammettendo che i problemi di Pompei non sono certo ascrivibili al suo lavoro, mentre pubblicamente segue l’opinione dominante condannando il lavoro del ministro e chiedendone le dimissioni.