La storia dello spionaggio industriale alla Renault

La casa automobilistica ha sospeso tre alti dirigenti accusati di aver rivelato i propri segreti industriali alla concorrenza

La casa automobilistica francese Renault ha deciso di sospendere tre top manager, accusati di aver raccolto e ceduto alcuni segreti industriali della società. I tre dirigenti avrebbero rivelato informazioni sui sistemi che Renault sta sviluppando per realizzare una nuova generazione di auto elettriche, più economiche e in grado di assicurare minori consumi. La notizia è stata confermata dalla società e da Eric Besson, il ministro dell’industria, che non ha esitato a parlare di «guerra economica» per definire quanto accaduto all’interno di Renault, società posseduta al 15 per cento dallo Stato francese.

Nelle ultime settimane, la casa automobilistica ha avviato la più grande indagine interna per spionaggio industriale nella propria storia recente. Gli addetti alla sicurezza hanno scortato fuori dal centro di progettazione tecnologica Renault, alle porte di Parigi, i tre dirigenti sui quali erano stati condotti accertamenti negli ultimi giorni. Per evitare di far crescere lo scandalo, la società ha diffuso pochi dati essenziali sull’episodio e ha nascosto l’identità dei tre top manager, ma stando alle indiscrezioni circolate negli ultimi giorni i giornali francesi hanno dato quasi per certo il coinvolgimento di Michel Balthazard. Il dirigente ha lavorato nei team di amministrazione della società per oltre trent’anni e aveva accesso a molte informazioni sensibili su Renault e i progetti per i prossimi autoveicoli. Un altro top manager pare fosse impegnato esclusivamente sul fronte della progettazione delle auto elettriche.

Del caso di spionaggio industriale si stanno occupando anche i servizi segreti francesi. Non è ancora nota la destinazione esatta delle informazioni trafugate ma, stando a quanto ottenuto da Le Figaro, i segreti sottratti alla società sarebbero finiti in mano ad alcuni responsabili di aziende cinesi. I servizi starebbero dunque privilegiando una pista molto nota ai produttori occidentali, che devono spesso fare i conti con la fuga di notizie sui loro segreti industriali verso la Cina e l’India. Renault e servizi segreti vogliono ottenere informazioni chiare sulla fuga di notizie che coinvolge una delle principali risorse industriali della Francia che in maniera diretta e con l’indotto impiega circa il 10 per cento dei lavoratori del paese.

Insieme al proprio partner giapponese Nissan, Renault sta lavorando sodo per creare una nuova serie di veicoli elettrici. Le due società hanno investito quattro miliardi di euro per arrivare rapidamente sul mercato con prodotti innovativi in grado di reggere la concorrenza in un settore chiave per l’industria automobilistica dei prossimi decenni. Secondo i responsabili delle due case, entro il 2020 il settore delle auto elettriche potrebbe rappresentare il 10 per cento del loro intero mercato. Entro fine anno, Renault lancerà sul mercato i modelli elettrici Fluence e Kangoo Express, mentre nel centro di ricerca e sviluppo sarà terminata la progettazione dei modelli Zoe e Twizy.

Come avviene in un buona parte delle altre case automobilistiche, gli ingegneri Renault lavorano in gran segreto per realizzare invenzioni e soluzioni tecnologiche utili per realizzare auto elettriche più economiche e che garantiscano bassi consumi e dunque una maggiore autonomia. È quello che chiedono i clienti e il primo che riuscirà a soddisfare al meglio la domanda potrà far crescere la propria presenza nel settore in pieno sviluppo dei veicoli elettrici. Renault è ormai pronta a registrare una trentina di brevetti su tecnologie legate all’auto elettrica e un altro centinaio di brevetti sono in fase di sviluppo. Informazioni preziose, che i tre dirigenti avrebbero cercato di far uscire dal centro di sviluppo per favorire la concorrenza.