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  • Giovedì 6 gennaio 2011

Le cinque più assurde teorie cospirazioniste sul Mossad

Il servizio segreto israeliano si è reso protagonista di operazioni spregiudicate, ma alcune non sono vere

A masked Lebanese secret service officer shows to the media at the Lebanese security services headquarters in Beirut on May 11, 2009 a map found with arrested Lebanese nationals accused of spying for Israel. Lebanese authorities have arrested at least 17 suspected spies working for the Jewish state since January. Lebanon and Israel are technically at war and if found guilty the suspected spies could be sentenced to death on charges of high treason. AFP PHOTO/JOSEPH BARRAK (Photo credit should read JOSEPH BARRAK/AFP/Getty Images)
A masked Lebanese secret service officer shows to the media at the Lebanese security services headquarters in Beirut on May 11, 2009 a map found with arrested Lebanese nationals accused of spying for Israel. Lebanese authorities have arrested at least 17 suspected spies working for the Jewish state since January. Lebanon and Israel are technically at war and if found guilty the suspected spies could be sentenced to death on charges of high treason. AFP PHOTO/JOSEPH BARRAK (Photo credit should read JOSEPH BARRAK/AFP/Getty Images)

Il Mossad, il servizio segreto israeliano, è noto da sempre per la sua efficienza e la spietatezza. Questo mito si deve al fatto che nel corso della sua storia il Mossad ha effettivamente condotto operazioni elaborate e spregiudicate, spesso fuori dalla legalità. La più famosa è quella con cui l’intelligence israeliana ha eliminato quasi tutti i dodici responsabili degli attentati di Monaco. Durante le Olimpiadi del 1972 alcuni esponenti del movimento terrorista palestinese Settembre Nero fecero irruzione negli alloggi olimpici degli atleti israeliani uccidendone due e prendendone in ostaggio altri nove. L’operazione del Mossad è iniziata nel 1973 e si è conclusa nel 1988: a parte un terrorista ucciso da un rivale e un altro deceduto per morte naturale, tutti gli altri sono stati rintracciati e uccisi dagli agenti del Mossad.

Un’altra operazione entrata nella leggenda è l’operazione Entebbe. Il 27 giugno del 1976 un volo proveniente da Tel Aviv venne dirottato da quattro terroristi. I dirottatori, due palestinesi e due tedeschi, fecero atterrare l’aereo a Bengasi, in Libia: lì restarono per sette ore e liberarono una donna. Poi decollarono nuovamente, stavolta diretti in Uganda, dove speravano di ottenere appoggio dal dittatore ugandese Idi Amin. Amin in effetti li aiutò e fece atterrare l’aereo. I dirottatori chiedevano la liberazione di 40 palestinesi detenuti in Israele. Rilasciarono gli ostaggi, eccetto gli israeliani, gli ebrei e l’equipaggio dell’aereo, che decise di restare. Il Mossad nel frattempo rintracciò l’azienda che aveva costruito il terminal in Uganda, che era israeliana. Prelevò alcuni dei suoi tecnici, li portò in una località segreta e fece costruire loro una replica esatta dell’aeroporto. Gli ostaggi rilasciati collaborarono e fornirono informazioni e dettagli sull’organizzazione dei dirottatori. Poi partì il raid. Quattro aerei militari atterrarono in Uganda, di notte e senza l’aiuto della torre di controllo. Una Mercedes nera si avviò verso l’aeroporto, simulando la visita del presidente Amin allo scopo di distrarre ugandesi e militari. Il finto corteo presidenziale arrivò al terminal dove erano rinchiusi i passeggeri. Lì si aprirono gli sportelli delle auto: gli israliani uscirono dai loro mezzi, fecero irruzione nel terminal e urlarono – in ebraico – di stare giù. Gli ostaggi si gettarono a terra, i terroristi restarono in piedi. Alla fine del raid, sei dirottatori vennero uccisi. Dei 103 ostaggi, soltanto tre morirono: uno ucciso per errore dagli israeliani, gli altri due colpiti dagli ugandesi. Gli israeliani persero un solo uomo (il fratello dell’attuale premier Netanyahu, tra l’altro).

Questa fama però ha portato al Mossad anche il millantato coinvolgimento in decine di teorie complottiste: di fatto non esiste teoria cospirazionista che non veda, al centro o come comprimario, un ruolo del Mossad. Per stare alla più recente: secondo vari quotidiani pakistani e mediorientali il Mossad sarebbe dietro Wikileaks. Ma ce ne sono molte altre. Alcune tra le più fantasiose e improbabili sono riportate in un articolo pubblicato da Joshua E. Keating su Foreing Policy. Eccole.

Gli avvoltoi di Sion
Questa settimana in Arabia Saudita le forze dell’ordine hanno preso in custodia un avvoltoio. Una sua zampa era legata a un braccialetto con su scritto “Università di Tel Aviv”. Gli scienziati israeliani hanno spiegato che il volatile faceva parte di uno studio sulle migrazioni, ma la popolazione locale ha dichiarato alla stampa che l’avvoltoio era in realtà parte di un complotto sionista. La teoria è stata ripresa da blog e siti internet egiziani che hanno sostenuto che Israele stava addestrando degli uccelli per spiare i paesi arabi. Gli scienziati israeliani hanno ribadito che molti altri uccelli impiegati nella ricerca avevano raggiunto l’Arabia Saudita; la maggior parte sembra essere morta, ma un avvoltoio starebbe ancora svolazzando vivo e vegeto – senza dubbio trasportando informazioni d’importanza vitale per lo stato di Israele.

Gli squali di Israele
Lo spunto per questo complotto israeliano ai danni dell’Egitto sarebbe stato fornito dal film “Lo squalo”, prodotto nel 1975 dal noto regista – ovviamente ebreo – Steven Spielberg. La trama del film è diventata realtà lo scorso inverno al largo delle coste egiziane del Mar Rosso, quando uno squalo ha attaccato cinque turisti uccidendone uno. Secondo parte della stampa egiziana, sarebbero stati proprio gli israeliani a introdurre uno squalo in quella zona, per danneggiare il turismo del paese. Un sub di Sharm el Sheik infatti ha affermato durante un programma televisivo che non solo gli squali non nuotano abitualmente in quelle acque, ma che un suo amico sub aveva recentemente trovato un piccolo squalo con un GPS attaccato sulla schiena: l’apparecchio indicava che l’animale stava per essere introdotto in mare egiziano. I biologi marini egiziani hanno respinto la teoria cospirazionista, mentre il governatore della regione del Sinai meridionale si era detto possibilista. Foreign Policy riporta anche una notizia – forse non molto attendibile – sulla fine dello squalo: sarebbe stato ucciso da un turista serbo ubriaco che l’avrebbe travolto gettandosi a bomba da un trampolino.

I metallari maccabei
Secondo la stampa turca il Mossad avrebbe messo in scena l’esibizione di un gruppo rock tedesco pur di offendere la Turchia. Lo scorso giugno la Turchia ha ospitato una tappa del Sonisphere Festival, un grosso evento di musica metal. Negli stessi giorni in cui si svolgeva il raduno musicale, la Freedom Flotilla tentava di forzare il blocco di Gaza e nove attivisti turchi venivano uccisi dai soldati israeliani. Il festival si è trovato improvvisamente al centro di polemiche di carattere politico. Il concerto era stato organizzato dalla società Purple Concerts, con sede in Germania ma gestione israeliana. Questo semplice fatto ha portato il quotidiano turco Vakit a sostenere che dietro al festival c’era lo zampino del Mossad: il concerto “era una presa in giro dei cittadini che avevano perso la vita per mano del governo israeliano”. L’articolo criticava anche la presenza di alcol durante il concerto e l’esibizione dei Rammstein che, secondo il giornale, “incoraggiano la violenza, il masochismo, l’omosessualità e altre perversità”. Come fa notare Foreign Policy, non c’è niente che richiami una cospirazione sionista come un gruppo di tedeschi che urla davanti a una massa di persone.

Il social network è una spia
Non pensate di non far parte anche voi di un complotto planetario ingegnato dal Mossad. A cosa pensate che serva Facebook se non a localizzare le persone per poi ingaggiarle in operazioni speciali gestite dai servizi segreti occidentali? Non per niente Mark Zuckerberg, l’inventore di Facebook, è ebreo. L’idea è sostenuta da una tv iraniana in un video messo online lo scorso novembre. Viene anche citato un articolo modificato con Photoshop, in realtà mai pubblicato, del britannico Indipendentnewspaper, in cui si spiega che l’obiettivo di Facebook è attrarre spie che lavorino per Israele e per gli Stati Uniti.

Capitan Mutanda, agente di Israele
Umar Farouk Abdulmutallab è il giovane nigeriano che aveva cercato di far saltare in aria un aereo decollato da Amsterdam e diretto a Detroit: era il giorno di Natale del 2009 e il terrorista aveva nascosto gli esplosivi nelle mutande, fatto che gli valse il soprannome di ‘underwear bomber’. Secondo un rapporto della tv di Stato iraniana l’attentato sarebbe stato in realtà organizzato dal Mossad in collaborazione con l’intelligence indiana. È infatti risaputo che India e Israele sono ottimi partner commerciali e sono legati da un trattato militare. La tv iraniana sostiene che una compagnia israeliana addetta alla sicurezza, aiutata da un cittadino indiano, avrebbe permesso ad Abdulmutallab di imbarcarsi sul volo privo di passaporto. Un’ulteriore prova fornita dalla tv iraniana sarebbe la presenza di un altro passeggero sull’aereo che avrebbe continuato a filmare il terrorista anche dopo che questi aveva tentato di far saltare gli esplosivi. Sempre secondo il servizio televisivo, la Nigeria – paese natale di Abdulmutallab – sarebbe controllata di nascosto dall’esercito israeliano e dal Mossad. La tv iraniana ha anche riportato un parere dell’analista militare Gordon Duff (secondo cui anche Wikileaks sarebbe frutto di un complotto israeliano): nello Yemen, dove il terrorista era stato addestrato, nonc ‘è alcuna presenza di Al Qaida, eccezion fatta per alcune cellule fasulle impiantate da Guantanamo per volere dell’ex presidente degli Stati Uniti George Bush.

foto JOSEPH BARRAK/AFP/Getty Images