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  • Martedì 4 gennaio 2011

La vittoria dei gay in Uganda

Nessuna testata potrà più pubblicare sulle proprie pagine i nomi di persone omosessuali

Un tribunale dell’Uganda ha stabilito che nessuna testata potrà più pubblicare sulle proprie pagine i nomi di persone omosessuali.

La sentenza ha chiuso il caso contro il quotidiano Rolling Stone – niente a che vedere con la rivista americana – che era stato denunciato da tre attivisti omosessuali per avere pubblicato cento foto di persone gay e lesbiche con accanto la scritta “Hang them”, impiccateli. «È una sentenza storica», hanno commentato i tre attivisti «che crea un precedente in questo paese e in tutta l’Africa. Gran parte dei rischi a cui siamo sottoposti qui è proprio legato alle campagne omofobe condotte dai media».

In Uganda l’omosessualità è ancora considerata un reato. L’anno scorso il governo aveva presentato una nuova proposta di legge che prevedeva di punire gli omosessuali anche con la condanna a morte. La proposta fu poi accantonata grazie alle pressioni esercitate dalla comunità internazionale, ma da allora le campagne di odio contro gli omosessuali sono aumentate sempre di più. All’inizio di ottobre un altro giornale ugandese, Red Pepper, aveva pubblicato un elenco con i nomi delle persone gay e lesbiche più influenti del paese. Le organizzazioni che si battono per i diritti dei gay in Uganda hanno detto che sull’onda di questa campagna si sono già verificati molti casi di violenza e che molte persone sono state costrette a lasciare il proprio lavoro e la propria casa.