La città in mano ai neonazisti

Jamel è un piccolo paesino della Germania dell'est in mano all'estrema destra

<> on April 30, 2010 in Berlin, Germany.
<> on April 30, 2010 in Berlin, Germany.

Dopo essersene occupato nel 2007, il settimanale tedesco Spiegel oggi racconta nuovamente la storia di Jamel, un piccolo paese dell’estremo nordest della Germania. E per raccontarla parte dalla storia di una coppia, Horst e Birgit Lohmeyer, che per sei anni ha lavorato allo scopo di realizzare il suo sogno: comprare e ristrutturare una casa in un bosco, e andare a vivere lì. D’altra parte Birgit Lohmeyer scrive romanzi gialli, suo marito è un musicista: entrambi possono lavorare anche lontano dalle grandi città.

Trovare questa casa non fu semplice. Per mesi i Lohmeyer, che vivevano ad Amburgo, passarono tutti i weekend in giro per boschi e campagne alla ricerca di una casa che facesse al caso loro. La maggior parte di queste, però, costava troppo. Pensavano quindi di non potercela fare quando scoprirono una bella ed economica casa in mattoni rossi nel bosco vicino a Jamel. Un po’ fatiscente ma molto bella: vicino al mar Baltico, poco distante da un lago, circondata da tigli e aceri. Un affare. Sapevano che poco distante da lì viveva Sven Krüger, un membro molto in vista del partito di estrema destra NPD, ma gli sembrava che la cosa non avesse peso. Quello che non sapevano, infatti, è che gli altri vicini di casa erano terrorizzati da Krüger, e che lui e i suoi sodali si stavano praticamente comprando l’intero paese.

Qui bisogna fare una parentesi, perché quello di Jamel non è un caso eccezionale. Il partito di Sven Krüger è il Partito Nazionaldemocratico, la sua sigla è NPD e di fatto è un partito neonazista. La regione in cui si trova Jamel, quella di Mecklenburg, è da anni una delle loro roccaforti: è una regione rurale, cambiata poco rispetto a quando faceva parte della Germania est, nel cui parlamento locale i neonazisti hanno ottenuto dei seggi già nel 2006 e in cui i reati commessi dai loro militanti sono parte della vita quotidiana.

Non passa settimana, scrive lo Spiegel, senza che si registrino attacchi a questo o quel partito politico. Finestre spaccate, oggetti danneggiati, bombe di vernice, scritte sui muri. Un sindaco della regione ha chiesto di avere la scorta dopo essere stato più volte minacciato da militanti di estrema destra. L’ufficio dell’intelligence tedesca per gli affari interni ha più volte messo in guardia le autorità sulla crescente influenza del NPD nelle municipalità locali. Jamel, per esempio, è un posto ormai nelle loro mani. “Se gli estremisti di destra se ne andassero”, scrive lo Spiegel, “la città resterebbe vuota. Jamel non è più un problema regionale: persino a Berlino c’è una crescente preoccupazione riguardo la situazione”.

Torniamo ai Lohmeyer. Si sono trasferiti qui nel 2004. Hanno cominciato a mettere mano alla casa, nel frattempo prendevano contatto coi vicini, Krüger escluso. Nel giro di poche settimane capirono in che posto erano finiti. Molte case erano in pessime condizioni, a una era completamente crollato il tetto. La fermata dell’autobus era una discarica: copertoni, bottiglie di birra, bombolette del gas. Alcune proprietà erano circondate da alte recinzioni metalliche e protette da cani da guardia. Una svastica era disegnata sul cartello “Jamel” all’ingresso del paese: nessuno si era preoccupato di cancellarla. Per le strade c’erano un sacco di ragazzi con la testa rasata e i pantaloni militari. Durante il weekend si sentiva molta musica rock di gruppi nazisti e poi spari provenienti dal bosco, dove i ragazzi andavano a sparare ed esercitarsi. Quando i Lohmeyers si facevano un giro, i ragazzini li salutavano facendogli il saluto nazista. L’intero paese era nelle mani di Sven Krüger.

Tutto è successo in pochi anni. Dei dieci edifici che compongono il paese, oggi i neonazisti ne possiedono sette, tutti chiamati da Krüger. Chi non è come loro se n’è andato, con le buone o con le cattive: finestre sfondate, atti vandalici, festeggiamenti in occasione del compleanno di Hitler. Una famiglia che non voleva andare via si ritrovò una serie di galline morte infilzate sulla cancellata di casa. A una coppia appena arrivata, invece, bruciarono il tetto della casa. I Lohmeyer vivono ancora lì, e di fatto adesso la ragione della loro vita è combattere i neonazisti. Ogni estate organizzano un concerto, un festival rock, nel terreno dietro casa loro. La polizia tiene d’occhio la situazione e finora le cose sono andate tranquillamente.

Quest’estate invece un gruppetto di neonazisti ha scavalcato la cancellata, insultando e aggredendo i partecipanti al concerto. È intervenuta la polizia e ha riportato la calma, ma la polizia non può stare sempre davanti la casa dei Lohmeyers: il commissariato più vicino si trova a 12 chilometri.

Jamel ricade sotto la giurisdizione di un comune più grande, il cui sindaco si chiama Uwe Wandel e non ne può più. “La polizia, le autorità, nessuno osa intervenire: i nazisti ci ridono in faccia”. Una volta il governo ha mandato una delegazione: sono venuti, sono stati qui venti minuti, hanno espresso grande preoccupazione, se ne sono andati. Krüger, intanto, ha piani piuttosto ambiziosi.

Krüger ha comprato parte di una fattoria a Grevesmühlen, e la usa come ufficio per il NPD locale e per la sua ditta di demolizioni. Il logo della sua società è una Stella di David distrutta, con la scritta: “Noi facciamo il lavoro sporco”. Il terreno è circondato dal filo spinato e dai cani da guardia. Un cartello all’ingresso dice “Meglio morti che schiavi”. Krüger non commenta le accuse che gli sono rivolte, ma dice che niente di quanto si dice di lui è vero. Negli ultimi mesi ha assunto nuovi impiegati, ha vinto degli appalti.

I neonazisti hanno messo un grande masso all’ingresso del paese. Una placca sul masso dice: “Paese di Jamel – libero, sociale, nazionale”. Attaccati al masso ci sono alcuni segnali. Uno punta alla città di nascita di Hitler, Branau e sulle ex città tedesche Breslau (oggi Wroclaw, in Polonia) e Königsberg (oggi Kaliningrad, in Russia). Nessuno li ha rimossi. “Ormai Jamel è persa”, dice il sindaco Wandel. Solo i Lohmeyer sono rimasti.

foto Sean Gallup/Getty Images