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  • Lunedì 3 gennaio 2011

L’ultimo tentativo con Gbagbo

L'ECOWAS è pronto a garantirgli l'amnistia se si farà da parte senza dover ricorrere a un intervento militare

In Costa d’Avorio è cominciato l’ultimo tentativo diplomatico per convincere il presidente uscente Laurent Gbagbo a lasciare il potere.

La BBC scrive che i rappresentanti dell’ECOWAS, la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale, sono disposti a garantire a Gbagbo l’amnistia per i reati commessi contro la popolazione nelle ultime settimane a patto che accetti di farsi da parte senza dover ricorrere a un intervento militare. Se anche questa volta Gbagbo non accetterà, l’ECOWAS potrebbe decidere di intervenire con la forza. L’incontro per programmare un possibile intervento militare è già stato fissato al 17 gennaio.

Le elezioni di fine novembre dovevano essere l’occasione per riunire il paese e favorire la pacificazione dei territori, ma l’esito incerto del voto ha fatto nascere nuove tensioni tra le due fazioni che si sono confrontate. In un primo momento la vittoria era stata attribuita a Alassane Ouattara, ma dopo pochi giorni il presidente uscente Lauren Gbagbo ha contestato il voto e ha ottenuto dalla Corte Costituzionale un verdetto che di fatto ha sovvertito l’esito delle elezioni, attribuendogli un nuovo mandato. Il 4 dicembre il presidente ha prestato giuramento per il suo nuovo mandato, scatenando le proteste degli oppositori guidati da Ouattara. Che ha a sua volta indetto una cerimonia per celebrare il proprio giuramento e ha messo in piedi una propria amministrazione. Il governo di Outtara al momento ha sede in un hotel della capitale ed è protetto dai soldati ONU.

Migliaia di ivoriani hanno iniziato ad abbandonare il paese per paura che da un momento all’altro possa scoppiare una guerra civile. La scorsa settimana i profughi in fuga verso la Liberia erano già 14mila ma secondo l’ONU il loro numero continua a salire di ora in ora. Gbagbo chiede che le truppe dell’ONU lascino la Costa d’Avorio e le accusa di avere sparato contro i suoi sostenitori. Al contrario, Youssoufou Bamba, il nuovo ambasciatore dell’ONU nominato da Ouattara, ha detto al segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon che la Costa d’Avorio è «sull’orlo del genocidio» e che le case sono già state marchiate a seconda della tribù di appartenenza delle persone. Secondo le Nazioni Unite, almeno duecento persone sarebbero già state uccise dai sostenitori di Gbagbo durante l’ultimo mese.

Foto credits SIA KAMBOU/AFP/Getty Images