«Siamo i paparazzi contro il genocidio»

George Clooney e l'ONU hanno piazzato dei satelliti sul Sudan, per controllare che succede

Da domani una serie di satelliti monitoreranno constantemente il confine del Sudan, grazie a un progetto sperimentale messo in piedi dall’ONU, dall’associazione umanitaria Not On Our Watch (Non sotto i nostri occhi) di George Clooney, Google Inc., l’Università di Harvard e il gruppo antigenocidi Enough Project.

L’idea sembra sia venuta proprio all’attore, al quarto viaggio in Sudan dal 2006. Insieme all’attivista John Prendergast di Enough Project che ha un’esperienza di venticinque anni in Africa, lo scorso quattro ottobre Clooney si trovava nella città natale di Valentino Achak Deng, il protagonista del libro di Dave Eggers What is what in cui viene raccontata la guerra civile che ha devastato il Sudan. Da quella visita è nato il Satellite Sentinel Project (Progetto Satellite Sentinella), che mira a tenere constantemente d’occhio le zone calde del Sudan per scoraggiare le azioni violente.

«Siamo i paparazzi dell’antigenocidio», ha detto Clooney a Time. «Vogliamo che i leader del Sudan siano sottoposti al livello d’attenzione delle celebrità, lo stesso che ho io di solito. Se sai che qualcuno osserva ciò che fai, tendi a comportarti in maniera diversa. […] È come se nel 1943 ci fosse stata una telecamera dentro Auschwitz: noi avremmo detto ‘Ok ragazzi, potete dire di non voler fare niente a riguardo, ma non potete dire di non sapere’»

Oltre a usufruire del finanziamento di 750mila dollari dell’associazione umanitaria di Clooney (di cui fanno parte anche Matt Damon e Brad Pitt), il progetto verrà portato avanti dall’UNOSAT, un dipartimento delle Nazioni Unite che si occupa proprio di utilizzare i satelliti per scopi umanitari. Le immagini saranno analizzate e poi pubblicate sul sito www.satsentinel.org, che sarà attivo dal 30 dicembre, sviluppato con l’aiuto di Google. Come scrive Time, al giorno d’oggi è possibile acquistare (o, meglio, noleggiare) satelliti privati per i propri scopi.

Aziende private come GeoEye, DigitalGlobe e ImageSat International hanno cinque o sei “uccelli” che girano in cerchio intorno al globo ogni 90 minuti a circa 478 chilometri d’altezza, nell’orbita bassa della Terra. I migliori di questi satelliti mostrano immagini in cui 50 centimetri quadrati corrispondono a un pixel sullo schermo. Non è abbastanza per leggere una targa o la carta d’identità di una persona, ma secondo gli analisti è in grado di distinguere le automobili e i camion e di tracciare i movimenti delle truppe. «È come Google Earth dopo una cura di steroidi», ha detto Lars Bromley, uno dei più importanti analisti d’immagini dell’ONU.

Il 9 gennaio si terrà un referendum per l’indipendenza del sud del Sudan, e si teme che questo possa portare a nuovi scontri. Il voto è il risultato di un accordo di pace siglato cinque anni fa al termine di un conflitto durato ventuno anni, in cui si stima siano morte due milioni di persone.

Foto: JIM WATSON/AFP/Getty Images