Ancora tagli all’editoria, nel Milleproroghe
Il rifinanziamento del 5 per mille passa per la riduzione dei finanziamenti all'editoria di altri 50 milioni di euro
La coperta finanziaria è corta. Su questo non ci sono dubbi. Il problema è capire quale sarà la parte del corpo costretta a prender freddo. A leggere la bozza del decreto milleproroghe un indiziato sicuro c’è: i contributi statali all’editoria. Allo scopo di rifinanziare la liquidazione di 400 milioni di contributi del 5 per mille è prevista la riduzione di 50 milioni delle provvidenze per i quotidiani di partito o editi da cooperative giornalistiche. E così il tiraemolla è destinato a ripartire: decurtati dalle manovre tremontiane e poi rimpolpati in Parlamento (con l’attenta supervisione dei sottosegretari Letta e Bonaiuti) con l’ultima legge di stabilità, ora sono nuovamente destinati a calare. La Finanziaria 2010 conteneva uno stanziamento per l’anno in corso di 264,5 milioni di euro, sostanzialmente invariato rispetto agli anni precedenti. Nel 2011 avrebbero dovuto calare drasticamente ma i passaggi a Camera e Senato hanno riportato l’importo alla quota, tutto sommato accettabile, di 190,6 milioni. Che con i 50 milioni di taglio del milleproroghe scenderebbero a 140.
Ieri l’allarme è stato lanciato da Liberazione, il quotidiano di Rifondazione: sono a rischio 90 testate (inclusa quella del partito di Paolo Ferrero) e tremila posti di lavoro se nella Gazzetta Ufficiale di questa notte i tagli saranno confermati. Una riduzione lineare del 47% circa sulle provvidenze per i quotidiani di partito sarebbe una tragedia non da poco per testate che vivono di sussidi pubblici più che di vendite. Ipotizzando che tale riduzione si trasferisca direttamente ai contributi e basandosi sugli ultimi dati disponibili (relativi al 2009) lo scenario potrebbe apparire preoccupante. L’Unità di Concita De Gregorio perderebbe circa 3 milioni scendendo da 6,4 milioni di contributo pubblico a 3,4, mentre Il Foglio di Giuliano Ferrara passerebbe da 3,7 milioni a 2 milioni. Il quotidiano dell’Udc, Liberal di Ferdinando Adornato, si fermerebbe a meno di 1,5 milioni dai 2,8 dell’anno scorso e così pure Liberazione (da 4,5 a 2,1 milioni). La sopravvivenza potrebbe essere messa in discussione: questo è poco ma è sicuro.