Il Senato approva la riforma Gelmini

La cronaca della seduta: ora manca solo la firma del capo dello Stato

Con 161 voti favorevoli, 98 voti contrari e 6 astenuti il Senato ha approvato la riforma universitaria. La seduta è stata piuttosto tranquilla, eccetto durante l’intervento del capogruppo del PD Anna Finocchiaro, molto contestato dai banchi della maggioranza. A questo punto manca solo la firma del presidente Napolitano perché la legge sia promulgata. Rimane aperta la questione della scrittura della legge, in certi passaggi contraddittoria, che secondo alcuni osservatori potrebbe portare alla decisione da parte del capo dello Stato di rinviare il testo alle camere. Il governo ha promesso di correggere la scrittura della legge con un decreto il prima possibile, ipotizzando anche il suo inserimento nel decreto Milleproroghe. Di seguito, in ordine cronologico inverso, la cronaca della seduta.

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16,52 Schifani scioglie la seduta.

16,46 Ora c’è una coda a commento del casino combinato da Mauro l’altra volta. Il leghista Rizzi è intervenuto per dire che Marino coi suoi commenti ha esagerato, consigliando a Mauro “benzodiazepine” e “una camicia di forza”. Marino interviene, dice che ha detto quelle parole nel corso di un programma radiofonico leggero e satirico, dice che si rende conto che le parole possono essere percepite come offensive e chiede scusa.

16,41 Con l’approvazione del Senato, la riforma è definitivamente approvata. A questo punto la legge arriva sul tavolo del capo dello Stato, per la promulgazione.

16,40 Presenti 266, votanti 265, favorevoli 161, contrari 98, astenuti 6. Il Senato approva.

16,39 Si vota. Votazione elettronica.

16,38 Schifani fa gli auguri all’aula e annuncia che questa notte partirà per l’Afghanistan, portando ai soldati italiani gli auguri del Senato.

16,37 Si votano per alzata di mano le proposte di coordinamento presentate dall’opposizione, probabilmente ultima carta per cambiare la legge prima del voto finale.

16,36 Gasparri ha capito che l’improvviso ostruzionismo del PD si deve alla comprensibile incazzatura di Anna Finocchiaro. E si scusa. “Se qualcuno si offeso, mi scuso anche a nome del mio gruppo”. Dice che capisce pure la legittimità dell’ostruzionismo, ma chiede di fare presto.

16,34 Parla Gasparri.

16,33 Zanda minaccia di portare avanti la discussione per un’ora e mezza.

16,31 Interviene Zanda, sempre del PD. E illustra un’ulteriore proposta di bla bla bla. Il centrodestra rumoreggia, Schifani interrompe, il tempo passa.

16,30 Parla Bastico, sempre del PD. E illustra un’ulteriore proposta di coordinamento del testo.

16,29 I senatori del PD stanno intervenendo presentando ognuno una diversa proposta di coordinamento, cambiando uno o due dettagli, così da poter intervenire ciascuno per un minuto.

16,27 Poi legge un articolo del regolamento che spiega come ogni senatore può intervenire a commento di una proposta di coordinamento che possa mettere mano alla legge. E annuncia che “molti senatori del PD vorranno intervenire”. Ricomincia l’ostruzionismo: ogni senatore può parlare per un minuto, uno per gruppo per ogni proposta di coordinamento.

16,26 Interviene di nuovo Anna Finocchiaro: “Per quanto mi riguarda, parlo a titolo personale, l’accoglimento di una forma qualsiasi di coordinamento che incida sul testo si impone, per evitare che il voto finale consegni alla promulgazione un testo illogico”.

16,24 Legnini illustra la proposta del PD per sanare le contraddizioni del testo di legge.

16,23 Parla Legnini del PD, uno dei deputati più attivi nella fase di discussione degli emendamenti.

16,22 Ora gli interventi a titolo personale.

16,21 Quagliariello conclude augurando a tutti buon Natale.

16,20 “Ai giovani dobbiamo una promessa: non cercheremo di lucrare facili consensi”. Su questo non c’erano dubbi.

16,17 “Questa legge potrà essere perfezionata ma non può assurgere a modello negativo”

16,16 “La riforma Gelmini traccia una strada per invertire la rotta”

16,12 Quagliariello dice che i giovani del movimento degli studenti “tracciano una critica dell’università molto simile alla nostra, ma non si fidano di questa legge: noi li rispettiamo, ma molte loro critiche tradiscono un punto di vista pregiudiziale”.

16,09 Quagliariello parte elogiando Schifani per come ha gestito la situazione complicata dei giorni scorsi.

16,08 Parla Quagliariello, del PdL.

16,07 Finocchiaro conclude l’intervento dando un pugno al microfono e sbattendo le carte sul banco, tra gli insulti del centrodestra e Schifani che praticamente non interviene.

16,06 “Quando si governa bisogna saper tenere insieme la forza e la misura: voi avete imposto delle votazioni, ci avete costretti a votare un testo sbagliato”. Dal centrodestra insultano Finocchiaro, che sbotta: “Irresponsabili! Stiamo parlando dei vostri figli! Io non concludo il mio intervento se loro continuano”

16,04 Finocchiaro dice che si possono avere varie opinioni sul movimento degli studenti, ma il problema politico della questione giovanile non può essere eluso ed è la questione politica.

16,03 “Voi avete fatto di tutto per non capire il movimento degli studenti”

15,59 Finocchiaro spiega che il Sessantotto è una cosa complicata, che non si può liquidare con due frasette: per i cambiamenti che portò anche a destra e perché “lei, ministro, ha un debito con quel movimento, senza il quale oggi non potrebbe essere una giovane donna e ministro”

15,58 Finocchiaro cita il primo manifesto programmatico della contestazione studentesca, quello di Port Huron nel 1962: “Siamo figli della nostra generazione, cresciuti nel benessere, parcheggiati nelle università, e guardiamo al mondo che ereditiamo con sconforto”

15,57 “Lei è troppo giovane per ricordare il Sessantotto, signor ministro: mi chiedo chi gliene ha parlato”

15,56 “Si risparmia sull’università pubblica, si abbonda sulle università telematiche e private”

15,54 “Sulla riforma universitaria c’era un consenso generale nella direzione in cui andare: checché ne dica Valditara, però, questa legge è un passo indietro”

15,52 Pittoni legge ed è una noia mortale. Intanto in aula arriva Castelli, portando con sé un pacchettino natalizio. Ora parla Anna Finocchiaro, capogruppo del PD.

15,46 Parla Mario Pittoni, della Lega Nord. Elogia la riforma universitaria citando le parole del rettore della Sapienza, Luigi Frati, e non è proprio un’idea geniale.

15,44 Anche la SVP si astiene.

15,43 “Ormai non si tratta più dell’esame di una legge ma di una battaglia politica”

15,39 Ora parla Oskar Peterlini, della SVP, che per descrivere il malessere degli studenti offre la sua personale testimonianza raccontando delle “ragazze laureate” che “servono nei ristoranti a Roma”.

15,37 Sbarbati propone un tavolo comune con gli studenti per discutere l’attuazione della riforma, per mostrare “vera disponibilità”. E conferma l’astensione del terzo polo.

15,31 Parla Luciana Sbarbati, del gruppo misto (e del cosiddetto Polo della Nazione)

15,28 Pardi elogia il capo dello Stato e critica il governo per non avere ascoltato gli studenti. Annuncia il voto contrario dell’IdV.

15,22 “La legge doveva tornare alla Camera”

15,21 Pardi lamenta irregolarità e fa riferimento al casino di due giorni fa con Rosy Mauro. E chiede, giustamente: “Che cosa sarebbe accaduto se il presidente della Camera avesse annullato quattordici votazioni?”

15,20 “Negli ultimi due giorni ci sono state così tante violazioni di regolamento che l’iter di approvazione della legge risulta viziato in modo indelebile”

15,19 Parla Francesco Pardi, dell’Italia dei Valori.

15,16 Intanto a Roma sta succedendo un casino: dopo i pacchi bomba alle ambasciate di Svizzera e Cile, è esploso un pacco anche all’ambasciata ucraina. Qui il nostro articolo con gli aggiornamenti in diretta.

15,12 “Il passaggio alla Camera ci ha dato un testo senz’altro peggiorato, ma abbiamo accettato di non volere cambiamenti per non lasciare nell’incertezza il sistema universitario”

15,11 “Il decreto proposto dal PD è quasi uguale a quello del governo, che è quasi uguale a quello che abbiamo presentato noi”

15,09 Parla Giuseppe Valditara, di Futuro e Libertà, e conferma il voto favorevole del suo gruppo per la riforma.

15,07 Rutelli lamenta della soppressione dell’emendamento Tabacci, quello su cui ci furono le polemiche riguardo il comportamento del PD, che prevedeva l’investimento sull’università di 20 milioni di euro sottratti al finanziamento pubblico ai partiti. E poi annuncia l’astensione del proprio gruppo (e l’astensione al Senato vale come un voto contrario).

15,04 Rutelli ricorda come i governi stranieri, anche a fronte di pesantissimi tagli alla spesa pubblica, hanno aumentato gli investimenti sull’istruzione e la ricerca.

15,03 “Nessuno può difendere il sistema universitario così com’è attualmente, ma il punto è: questa riforma è migliorativa o peggiorativa? È adeguata o no?”

15,00 Si comincia, quindi: dichiarazioni di voto finale. Parla Rutelli.