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  • Domenica 19 dicembre 2010

Le accuse ad Assange, con ordine

I dettagli delle accuse di molestie sessuali rivolte a Julian Assange, nei documenti della polizia svedese

Nei giorni scorsi il Guardian è entrato in possesso del rapporto di sessantotto pagine della polizia svedese in cui vengono descritte nei dettagli le accuse di molestie sessuali che hanno portato all’arresto di Julian Assange. Le accuse riguardano un periodo di dieci giorni che va dall’11 al 21 agosto 2010 e coinvolgono due persone diverse, indicate nei documenti come Signorina A e Signorina W.

La Signorina A

L’11 agosto Assange era appena arrivato a Stoccolma, dove alloggiava a casa della Signorina A, che in quei giorni avrebbe dovuto essere via. La Signorina A è però tornata prima del dovuto, il 13 agosto. Secondo quanto la Signorina A ha raccontato alla polizia, Assange le avrebbe prima accarezzato le gambe mentre bevevano un tè, e poi l’avrebbe spogliata strappandole la collana che indossava. La donna avrebbe «tentato di rivestirsi perché non era a suo agio, ma Assange le avrebbe tolto di nuovo i vestiti». La Signorina A ha detto alla polizia che avrebbe voluto fermarsi lì, ma che «era troppo tardi per fermare Assange, perché si era già spinta troppo in là».

Sempre secondo la dichiazione, la Signorina A si è poi accorta che Assange voleva avere un rapporto non protetto con lei. Ha detto di aver tentato più volte di raggiungere un preservativo vicino, ma di essere stata bloccata con la forza da Assange, che l’ha fermata tenendola per le braccia e per le gambe. Le avrebbe infine permesso di prendere e usare il preservativo, ma, ha detto la donna, Assange avrebbe poi «fatto qualcosa» al preservativo, che si sarebbe rotto. Assange avrebbe quindi poi eiaculato senza protezioni.

La Signorina W

Il mattino seguente, il 14 agosto, Assange ha parlato a una conferenza organizzata dalla Signorina A. Era presenta una seconda donna, la Signorina W, che aveva telefonato alla Signorina A per poter partecipare all’evento. Assange e le due donne sono poi andati a pranzo insieme al coordinatore del gruppo Wikileaks in Svezia. Dopo il pranzo, Assange e la Signorina W sarebbero andati in giro per la città e al cinema, dove lui le avrebbe messo le mani sotto i vestiti.

Quella sera, la Signorina A ha organizzato una festa nel suo appartamento. Due suoi amici hanno poi detto alla polizia che durante la festa la Signorina A avrebbe raccontato loro del preservativo rotto, definendo il rapporto con Assange «il peggior rapporto sessuale mai avuto», anche per i suoi aspetti violenti. I sostenitori di Assange fanno notare come, nonostante le accuse, la Signorina A abbia tenuto una festa per Assange e gli abbia permesso di dormire ancora nel suo appartamento. Interrogato dalla polizia, Assange ha ammesso di aver fatto sesso con la Signorina A ma di non sapere nulla del preservativo rotto, e di aver dormito un’altra settimana dalla ragazza senza che questa ne facesse mai menzione.

Il giorno seguente, la Signorina W ha chiamato Assange e insieme hanno deciso di vedersi quella sera. Una volta arrivati nell’appartamento della Signorina W a Enkoping, vicino a Stoccolma, hanno iniziato a fare sesso. La Signorina W ha detto che Assange non voleva usare il preservativo e che quindi all’inizio aveva deciso di sottrarsi. A quel punto Assange avrebbe perso interesse e si sarebbe addormentato accanto a lei. Durante la notte, però, Assange e la Signorina W avrebbero fatto sesso almeno una volta dopo avere convinto Assange a usare il preservativo.

La mattina dopo, stando sempre al racconto della Signorina W, la donna sarebbe uscita per comprare la colazione. Dopo essere rientrata, si sarebbe di nuovo addormentata accanto ad Assange. Poco dopo, si sarebbe svegliata accorgendosi che lo stesso Assange aveva già ripreso a fare sesso con lei. A quel punto gli avrebbe chiesto se stava usando il preservativo e lui avrebbe risposto di no. Secondo quanto scritto nei documenti della polizia svedese, la donna allora gli avrebbe detto: «Farai meglio a non avere l’AIDS allora» e lui avrebbe risposto «Certo che no».

I legali di Assange negano questa versione e sostengono che sarebbe stata proprio la Signorina W a prendere l’iniziativa, sia al cinema che nel suo appartamento. Dicono che non avrebbe mai detto ad Assange di non voler fare sesso con lui e citano un messaggio che la donna avrebbe inviato a un suo amico, in cui non avrebbe mai menzionato l’ipotesi di essere stata stuprata mentre era mezza addormentata.


La denuncia

La mattina del 18 agosto, secondo i documenti della polizia svedese, la Signorina A avrebbe detto a un suo amico di nome Harold che Assange non voleva più andarsene dal suo appartamento anche se non avevano avuto più rapporti sessuali e che lui passava la maggior parte della notte davanti al computer. Harold avrebbe detto alla polizia di avere chiesto ad Assange perché non voleva andarsene e lui avrebbe detto di essere molto sorpreso da questa domanda perché la donna non glielo aveva mai chiesto. La Signorina A dice invece che la sera dopo avrebbe dormito su un materasso per terra e poi si sarebbe trasferita a casa di un’amica per non dover dormire nello stesso letto con lui. Ha anche detto che Assange avrebbe continuato a farle avances tutti i giorni dalla prima sera in cui avevano fatto sesso e che il 18 agosto le si era avvicinato nudo dalla vita in giù e si era strofinato contro di lei.

Il 19 agosto, secondo quanto detto da Harold, la Signorina A lo avrebbe chiamato per raccontargli nei dettagli quello che era successo. Harold ha detto di considerare il suo racconto «molto, molto credibile». Quindi Harold ha deciso di parlare di nuovo con Assange, che anche in questo caso è caduto dalle nuvole e ha negato tutte le accuse. Il 20 agosto la Signorina W contatta la Signorina A con un sms chiedendole aiuto per trovare Assange. Le due donne si incontrano e mettono a confronto le loro storie.

Harold ha detto al Guardian che dopo questo incontro la Signorina A avrebbe chiamato più volte Assange chiedendogli di sottoporsi a un test HIV per rassicurare la Signorina W, ma che Assange si è sempre rifiutato. Dopo vari rifiuti la Signorina A avrebbe detto ad Assange che se non si fosse sottoposto a questo test, la Signorina W sarebbe andata dalla polizia. Assange inizialmente avrebbe rifiutato accusando la Signorina A di averlo minacciato, poi più tardi nello stesso giorno avrebbe accettato di sottoporsi al test.

Nel frattempo però la Signorina A e la Signorina W erano già state a parlare con la polizia, che aveva detto loro che in un caso come quello non si potevano limitare a chiedere ad Assange di sottoporsi a un test ma che dovevano procedere legalmente. La stessa notte la notizia della denuncia trapela e viene pubblicata dal quotidiano svedese Expressen. La mattina seguente Julian Assange scrive su Twitter: «Ci avevano avvertito che avrebbero giocato sporco». E il giorno dopo aggiunge: «L’intelligence americana aveva programmato di distruggere Wikileaks già nel 2008».

La difesa

I legali di Assange negano tutte le accuse e sostengono che le due donne si sarebbero messe d’accordo per cercare di estorcere denaro al fondatore di Wikileaks, come dimostrerebbero alcuni dei loro sms. «Entrambe le donne hanno iniziato una relazione sessuale con Assange in modo del tutto consensuale», ha detto al Guardian il rappresentante legale di Assange, Mark Stephens. «Nessuna di loro si è lamentata per danni fisici. La prima querelante non si è lamentata per ben sei giorni (durante i quali ha continuato a ospitare Julian Assange nel suo appartamento, nel suo letto, e ha parlato di lui in termini positivi con i suoi amici) finché non ha scoperto che Assange aveva dormito anche con la seconda querelante. La seconda querelante, a sua volta, non si è lamentata per diversi giorni finché non è entrata in contatto con la prima. Entrambe si sono rivolte alla polizia non per denunciarlo ma per costringerlo a sottoporsi a un test HIV. Siamo comunque entrati in possesso di alcuni sms che dimostrano che le due donne speravano di ottenere dei soldi raccontando la loro storia a un tabloid svedese e che erano spinte anche da un desiderio di vendetta».