Gli uomini del giorno

Cesario, Calearo, Scilipoti e la conferenza stampa più assurda dell'anno

Sono momenti come questo – col governo in bilico, la conta dei voti, le trattative, le campagne acquisti – che valorizzano personaggi come i tre che oggi si sono presentati nella sala stampa della Camera dei deputati.

L’ultima volta che avevamo assistito a scene del genere era il 2008: il governo Prodi barcollava e il paese era appeso alla volontà di Rossi, Turigliatto, Cusumano, Barbato. Successe di tutto per settimane. Dell’epilogo di quel governo rimangono due immagini. L’aggressione verbale del senatore dell’UDEUR Tommaso Barbato ai danni di Nuccio Cusumano, anche lui UDEUR, che aveva appena dichiarato che avrebbe votato la fiducia a Prodi in dissenso dal suo gruppo: si sentì dare del «pezzo di merda, traditore, cornuto, frocio», secondo alcuni si beccò anche uno sputo. E svenne: collassò tra le braccia dei colleghi. E poi Nino Strano, allora deputato di Alleanza Nazionale, che si ingozzava di mortadella sui banchi dell’opposizione.

In queste settimane di crisi politica del governo Berlusconi non siamo ancora arrivati a quei livelli, ma ci stiamo pericolosamente avvicinando. In attesa di capire cosa succederà il 14 dicembre, la cronaca politica è monopolizzata dalle dichiarazioni di mezze figure, deputati sconosciuti fino all’altro ieri e che tali torneranno tra qualche settimana, destinati a scomparire dopo essersi goduti un pezzo di fortuita e momentanea popolarità. Cognomi come Grassano, Scilipoti, Razzi, Cesario, hanno invaso le pagine dei giornali: spariranno tra pochi giorni. Intanto ci regalano momenti come quello di questo pomeriggio.

Domenico Scilipoti è un deputato eletto nelle liste dell’Italia dei Valori (un suo collega, Antonio Razzi, oggi ha lasciato l’IdV ed è passato con la maggioranza). Bruno Cesario e Massimo Calearo sono stati eletti entrambi eletti nelle liste del PD, salvo poi uscire dal partito insieme a Francesco Rutelli (Calearo poi è uscito pure dall’API). Hanno indetto questa conferenza stampa ieri, per spiegare le loro intenzioni in vista del voto del 14 dicembre. Ed è stato uno spettacolo talmente bizzarro e indecente da risultare surreale, divertente, circense. A tenere banco era l’onorevole Scilipoti, medico omeopata a agopunturista dall’eloquio vivace e sballato: parlava a nastro senza dire niente, inanellando perle come “noi speriamo che il 14 non si vada in aula, perché la chiarezza è la cosa più bella che c’è al mondo” oppure “vorrei dare un taglio diverso verso il parlamentare italiano” oppure “qualcuno non fa altro fotocopie per discreditare sui giornali”. A un certo punto Calearo gli ha spento il microfono, ma lui ha continuato indefesso a parlare: diceva tutto salvo quello che i giornalisti volevano sentire, cioè se voterà o no la sfiducia al governo. Lui tentennava, prendeva tempo – “posso partire dall’ultima domanda per arrivare alla prima?” – e alla fine non rispondeva.

Alla fine i tre annunciano la nascita di un “movimento di responsabilità nazionale”, composto appunto da loro tre. Se non fosse che sulla fiducia al governo la pensano in tre modi diversi: Calearo voterà la fiducia, Cesario voterà la sfiducia, Scilipoti ancora non lo sa. Non è che sembra una barzelletta: lo è. Il video integrale della conferenza stampa si può vedere qui. Fortunatamente al 14 dicembre manca meno di una settimana, sempre che finisca lì.