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  • Giovedì 9 dicembre 2010

Bruno Vespa: «Noi moderati»

Un'antologia di momenti "moderati" di Bruno Vespa, che si dice moderato e perseguitato

Martedì 7 dicembre il Corriere della Sera ha pubblicato una lettera di Bruno Vespa, che raccontava di una contestazione ricevuta domenica mattina a Milano mentre presentava il suo libro e domandava se opposti estremismi non stiano chiudendo ogni spazio per i  “moderati” quali Vespa diceva di essere. Il conduttore di Porta a porta ha raccontato quanto gli è successo e ha spiegato che «Porta a porta, con i suoi limiti e i suoi difetti, è l’unica trasmissione di un certo peso non schierata a sinistra tra le tante che vanno in onda sulla Rai». Poi si è lamentato del fatto che «una fascia consistente di persone vorrebbe che Porta a porta non esistesse» e che «i nostri inviti vengono respinti da anni dai giornalisti di Repubblica e dell’Unità»: e tutto questo per via di una secondo lui crescente e pericolosa caccia ai “moderati”, dimostrata a suo dire anche dalla popolarità mediatica di una trasmissione invece schierata come “Vieni via con me”.

Il meritato successo della trasmissione di Fazio e Saviano ha un suo meno noto risvolto: la crescente intolleranza verso chi è su posizioni diverse. Nonostante anche nel mio ultimo libro, tutt’altro che militante, mi sia fatto scrupolo di affiancare posizioni divergenti sui temi più controversi degli ultimi due secoli di storia italiana, vengo rinchiuso dall’intelligencija, ora allargata al «ceto medio riflessivo», nel lazzaretto degli appestati. Ho già vissuto un’esperienza del genere: il ’93 e la caduta della Prima Repubblica. Poi arrivò inopinatamente Berlusconi a ridare voce ai moderati. Stavolta temo una involuzione peggiore e mi rifiuto di credere che chi non sta a sinistra debba rifugiarsi dietro posizioni urlate e prepararsi alla resistenza fisica.

Vespa può avere delle ragioni nel sentirsi a volte aggredito da alcuni fanatici, anche se dovrebbe porsi delle domande sulle sue responsabilità nella crescita sociale e culturale del suo paese. È invece più evidentemente discutibile il fatto che Vespa attribuisca alle cose che fa la definizione di “moderate”, per ragioni di merito e di metodo, come scrive oggi Antonio Dipollina su Repubblica ironizzando sulla “moderazione” di Porta a porta.

E dire che gli allarmi li avrebbe appena lanciati Vespa medesimo, trovando ascolto, sul presunto dilagare della tv degli altri, alla Fazio&Saviano, per cui i moderati come lui si sentono messi nell’angolo.
Con i complimenti alla moderazione, va poi rilevato che il giallo su Yara che in un primo tempo sembrava difeso a viva forza dall’intrusione dei dibattiti (pardon, delle Riflessioni) sta finendo nel solito modo.

Dal punto di vista del merito, a meno di considerare moderatismo il cerchiobottismo e la flemma dorotea, i moderati dovrebbero distinguersi per equilibrio, equità, pacatezza, sobrietà delle opinioni e del linguaggio. Tutte qualità che Bruno Vespa a volte sembra non possedere. Dal punto di vista del metodo, poi, è difficile considerare “moderato” un programma il cui conduttore, negli anni, ha ospitato risse – verbali e fisiche – tra politici, ha imbracciato un fucile, ha analizzato attentamente il seno nudo di una signora, ha spettacolarizzato le storie di cronaca nera con i celebri plastici e una collaudata compagnia di giro di sociologi tuttologi. Ecco una rassegna di momenti moderati di Bruno Vespa.

“Le intercettazioni sono una schifezza”
Bruno Vespa perde la pazienza intervenendo in un dibattito sulle intercettazioni su La7: prima quando Telese cerca di tirarlo in mezzo e poi quando passa a commentare la legislazione che disciplina le intercettazioni telefoniche in Italia.

“Fazio non è comunista, Fazio è solo paraculo”
Bruno Vespa commenta il fatto che Fabio Fazio non lo inviti a Che tempo che fa per presentare il suo libro.

“Internet è un mondo spaventoso”
Questo è un caso di scuola: le opinioni di Bruno Vespa su internet, tutt’altro che moderate, l’intera impostazione della trasmissione, il testo sul cartello alle sue spalle: “ti violento e ti filmo col telefonino”.

“Prego inquadrare lo spettacolare décolleté”
Così Bruno Vespa ha apostrofato la scrittrice Silvia Avallone, vincitrice di un premio letterario, che si accingeva a salire sul palco. All’episodio seguirono varie polemiche.
https://www.youtube.com/watch?v=ENV7Rbp02bI
“Porta a porta darà una scossa alla politica italiana”
Il promo della nuova stagione di Porta a porta sembra un manifesto di Beppe Grillo, tutto strali contro i-palazzi-della-politica, l’immobilità delle classi dirigenti e tutto quanto. Cose davanti a cui Bruno Vespa dice di voler reagire provando, nel suo piccolo, a “dare una scossa alla politica italiana”.
https://www.youtube.com/watch?v=bWN2O15jEow
Vespa, Turigliatto, Fiore, Ferrando
Qui Bruno Vespa si infuria con Franco Turigliatto – quanti ricordi – che lascia la trasmissione a causa della presenza del leader di Forza Nuova Roberto Fiore. Ha delle ragioni, se è vero come dice che Turigliatto sapeva della presenza di Fiore e avrebbe deciso di fare una sceneggiata a scopo elettorale (era la campagna per le politiche del 2008). Ma è una reazione scomposta, e ancora più scomposta è la scortesia con cui accoglie l’incolpevole Ferrando.

“Una tragedia”
Nove minuti che andrebbero visti per intero, sebbene ci voglia un certo stomaco. A Porta a porta si parla di nuovo di internet come del male assoluto, si parla di un blog come se si parlasse di una malattia sessuale – “ha un blog?” – e Vespa commenta il tutto dicendo che si tratta di “una tragedia”. Lo stesso Vespa si definisce poi “retrogrado”, che è una cosa un bel po’ diversa da “moderato”.

“Mi sono castrato impedendo al pubblico di applaudire, pensa un po’ che cretino!”
Questo è un punto fisso del repertorio di Vespa: la recriminazione riguardo quanto Porta a porta sia svantaggiato e penalizzato rispetto agli altri talk show politici della RAI. Il tema tra l’altro ritorna nella stessa lettera inviata al Corriere della Sera.
https://www.youtube.com/watch?v=Y7BHXT4eYrw
“Bella donna”
Puntata sulla chirurgia plastica, Bruno Vespa racconta di come molte donne chiedono una riduzione delle dimensioni del proprio seno e decide di spiegarlo facendo entrare in studio una modella, facendola spogliare e chiamando il chirurgo a spiegare concretamente – molto concretamente – la dinamica dell’intervento. La ragazza è visibilmente imbarazzata e si riveste al primo momento utile, il chirurgo invece tentenna solo quando deve dire – “scusi la parola” – sottoscala.