La guerra informatica contro i nemici di Assange

Una serie di attacchi hacker hanno colpito i siti delle aziende che hanno scaricato Wikileaks

(FILES) Photo shows Wikileaks founder Julian Assange during a press conference at the Geneva Press Club on November 4, 2010 in Geneva. Sweden's criminal police has issued an international arrest warrant for Assange, wanted on suspicion of rape and sexual molestation, police said on November 20, 2010. AFP PHOTO / FABRICE COFFRINI AFP PHOTO / FABRICE COFFRINI (Photo credit should read FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)
(FILES) Photo shows Wikileaks founder Julian Assange during a press conference at the Geneva Press Club on November 4, 2010 in Geneva. Sweden's criminal police has issued an international arrest warrant for Assange, wanted on suspicion of rape and sexual molestation, police said on November 20, 2010. AFP PHOTO / FABRICE COFFRINI AFP PHOTO / FABRICE COFFRINI (Photo credit should read FABRICE COFFRINI/AFP/Getty Images)

Oggi il sito di MasterCard è stato colpito da un attacco hacker che lo ha messo fuori servizio per alcune ore. Il sabotaggio è stato orchestrato dal gruppo di attivisti online “Anonymous” come ritorsione contro la decisione di MasterCard di non accettare più donazioni per Wikileaks. L’attacco è solo l’ultimo episodio nella guerra di vendette informatiche scatenata dal cablegate.

Da quando domenica 30 novembre Wikileaks ha iniziato a diffondere i cosiddetti «diplomatic cables», il sito di Assange è diventato obiettivo di attacchi informatici che lo hanno tenuto a lungo fuori uso. Prima Amazon, poi EveryDNS e PayPal hanno cancellato i loro contratti con Wikileaks. Lunedì è arrivato anche l’annuncio di MasterCard, che ha comunicato che non avrebbe più processato alcuna donazione all’organizzazione di Julian Assange, perché si trattava di un’organizzazione che aveva preso parte ad attività illegali.

Gli attacchi di oggi sono stati attribuiti al gruppo “Anonymous”, che in un messaggio nel suo sito si è schierato apertamente con Wikileaks. «Non siamo affiliati a Wikileaks ma combattiamo per le stesse ragioni. Vogliamo trasparenza e combattiamo la censura. Per questo vogliamo usare le nostre risorse per diffondere consapevolezza, attaccare i nemici e supportare chi ci sta aiutando a portare il nostro mondo verso la libertà e la democrazia».

Anche la banca svizzera PostFinance è stata colpita per alcune ore da un attacco di tipo DDoS, che ha portato al sovraccarico dei server che ospitavano il sito, dopo che nei giorni scorsi aveva deciso di chiudere il conto di Julian Assange. Il sito del tribunale svedese che aveva emesso un mandato d’arresto nei confronti di Assange ha riportato un attacco nella serata di ieri.

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