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  • Lunedì 6 dicembre 2010

La sentenza per il disastro del Concorde

Dopo dieci anni c'è una condanna per Continental Airlines, un detrito lasciato da un suo aereo causò l'incidente

Il 25 luglio del 2000 un Concorde della compagnia aerea Air France si schiantò nella campagna intorno all’aeroporto di Parigi Charles de Gaulle, causando la morte di cento passeggeri, nove membri dell’equipaggio e quattro persone a terra. L’incidente, l’unico nella storia dell’aereo supersonico, fece molto scalpore e sancì il primo passo verso l’abbandono dei voli supersonici per l’aviazione civile. Oggi, a distanza di oltre dieci anni dal disastro del Concorde, il tribunale di Pontoise, un comune poco oltre la periferia di Parigi, ha stabilito che a causare l’incidente fu un detrito lasciato sulla pista dell’aeroporto da un aereo della compagnia statunitense Continental Airlines, che dovrà ora pagare 200mila euro di multa e un milione di euro di risarcimento ad Air France.

La Corte è arrivata a questa conclusione dopo quasi quattro mesi di processo sulla base delle prove prodotte dall’accusa e dalla difesa, raccolte nel corso degli ultimi dieci anni. Stando alla ricostruzione ritenuta più credibile, quel 25 luglio del 2000 i problemi per il Concorde iniziarono pochi istanti dopo il via libera al decollo fornito dalla torre di controllo dell’aeroporto Charles de Gaulle. Alle 15:42 il volo AF 4590 ottenne il permesso per decollare e iniziò la corsa lungo la pista per sollevarsi da terra.

Il decollo andò a buon fine, ma pochi istanti prima di staccarsi dal suolo, uno dei copertoni del carrello sotto all’ala sinistra dell’aereo incontrò sul proprio tragitto una sottile lamina di titanio, un materiale particolarmente resistente, che squarciò lo pneumatico del carrello. Parte del copertone ormai distrutto andò a sbattere contro la parte inferiore dell’ala causando una crepa dalla quale iniziò a uscire il carburante dell’aereo, che si incendiò entrando in contatto con i fumi prodotti dai motori a pieno regime per il decollo.

La fiammata fu visibile a occhio nudo dalla torre di controllo, che avvisò immediatamente il pilota per consentirgli di abortire la fase di decollo. L’equipaggio segnalò alla torre che era ormai troppo tardi per fermarsi, il Concorde aveva superato i 300 chilometri orari, e l’aereo si sollevò da terra anche se un motore era ormai in fiamme. La torre consigliò allora al pilota di dirigersi verso ovest per tentare un atterraggio di emergenza nell’aeroporto di Le Bourget, ma anche in questo caso la risposta di chi stava cercando di governare l’aereo supersonico non fu incoraggiante: il Concorde era sostanzialmente fuori controllo e con il carrello bloccato.

A meno di un minuto dal decollo, un motore iniziò a perdere potenza obbligando il pilota a rallentare i motori anche sull’altra ala per cercare di mantenere stabile l’aereo. La manovra portò a una sensibile riduzione di potenza e rese ancora più ingovernabile l’aeroplano. Pochi secondi dopo, il Concorde si schiantò a terra travolgendo un albergo nella campagna parigina, a pochi chilometri dall’aeroporto. Il bilancio complessivo fu di 113 morti.

Le indagini condotte in seguito al disastro consentirono di spiegare come mai vi fosse una lamina di titanio sulla pista dell’aeroporto. Secondo le ricostruzioni, il detrito lungo circa 43 centimetri e largo 30 si era staccato da un McDonnel Douglas DC10 della Continental nella fase di decollo a pochi minuti dalla partenza del Concorde. Nonostante questa ricostruzione sia stata messa in dubbio da alcune testimonianze, il tribunale francese oggi ha confermato questa versione condannando la compagnia aerea statunitense a pagare una multa pari a 268mila euro, compresi gli interessi maturati in questi anni.

La sentenza coinvolge anche un tecnico della società. Il meccanico John Taylor è stato condannato a pagare una multa di 1.500 euro e a scontare 15 mesi di carcere con la condizionale per omicidio preterintenzionale. L’uomo avrebbe dovuto effettuare la riparazione sul DC10 utilizzando metalli meno resistenti, come l’alluminio, ed evitando così il titanio ritenuto pericoloso proprio per i carrelli degli aeroplani. Gli altri imputati, un responsabile della manutenzione della Continental, due responsabili della sicurezza del Concorde e un responsabile della sicurezza del volo francese sono stati invece assolti.

Secondo Continental, che ha dichiarato di voler ricorrere in appello, la fiammata sul Concorde si sviluppò prima dell’impatto con il detrito e fu causata da un cedimento strutturale dell’aeroplano. Per la società statunitense, la sentenza di oggi avrebbe semplicemente sollevato Air France dalle principali responsabilità, scaricando le stesse su una società non francese. I rapporti tra le due compagnie aeree sono del resto tesi: in un’altra causa legale sempre per il disastro del Concorde, Air France ha chiesto almeno 15 milioni di euro di risarcimento alla Continental per danni. La società aerea francese ha già dato alle famiglie delle vittime un risarcimento che supera i 100 milioni di euro.

Il tribunale di Pontoise ha stabilito che al risarcimento dei danni dovrà partecipare per il 30% anche il consorzio europeo EADS, accusato di negligenza nei controlli sull’aeroplano. Per arrivare al verdetto di oggi ci sono voluti dieci anni a causa del lungo lavoro di indagine, durato fino al dicembre del 2004, e alla enorme mole di documenti presentati dalle parti, quasi 80mila rapporti. L’azione legale vera e propria è iniziata nel 2008 e il processo si è celebrato a partire dall’inizio di quest’anno. In sede civile Continental potrebbe essere condannata a pagare diverse altre decine di milioni di euro di risarcimento.