Un farmaco riduce il rischio di contrarre l’AIDS

Si chiama Truvada e agisce colpendo il virus dell'AIDS nel sangue e non a livello locale: ma è costoso

Dopo anni di ricerche, la strada della prevenzione continua a essere la più promettente per contrastare l’AIDS. Insieme al suo gruppo di ricerca di una divisione degli statunitensi National Institutes of Health, finanziato dalla fondazione benefica di Melinda e Bill Gates, Anthony S. Fauci ha scoperto che l’assunzione periodica di un particolare farmaco antiretrovirale riduce sensibilmente le probabilità di contrarre il virus dell’HIV nei soggetti maggiormente a rischio.

La ricerca è stata pubblicata oggi sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine ed è stat compiuta su diverse centinaia di uomini omosessuali ai quali è stato richiesto di assumere il farmaco o un placebo, cioè una pillola che a loro insaputa non aveva alcun effetto. I membri del gruppo del farmaco hanno visto ridursi del 44% la probabilità di rimanere infettati dal virus rispetto al gruppo di controllo che assumeva il placebo, spiega oggi il New York Times.

Ma quando sono stati presi in considerazione solamente i volontari i cui test del sangue hanno confermato che avevano effettivamente assunto il farmaco, il medicinale si è rivelato efficace nel 90% dei casi. […] «È una grande cosa. Questi risultati dicono tutto» ha dichiarato Fauci. Lo studio, con il nome in codice iPrEx, ha coinvolto 2.500 persone in sei diversi paesi ed è stato coordinato dai Gladstone Institutes della University of California.

I risultati del test sono molto promettenti e superano quelli, già positivi, ottenuti nel corso dell’estate quando un gruppo di ricercatori ha sperimentato l’efficacia di un gel vaginale, che ha protetto dal virus il 39% delle volontarie a rischio che hanno partecipato allo studio. Il gel microbicida si era rivelato ancora più efficace tra i soggetti che lo avevano utilizzato con maggiore precisione e assiduità.

Il farmaco utilizzato da Fauci e colleghi si chiama Truvada ed è la combinazione di due principi attivi già commercializzati, il Tenofovir e l’Emtricitabina. Il Truvada stesso è già prescritto in diversi paesi e potrebbe quindi essere una soluzione ideale per la profilassi pre-espositiva (PreP), ovvero la somministrazione del farmaco per prevenire la contrazione del virus nel caso in cui si venga in contatto con persone sieropositive.

Se i prossimi studi confermeranno la sua efficacia, il Truvada potrebbe diventare il primo farmaco per la PreP efficace sui pazienti di sesso maschile. Si tratta di un tipo di protezione, spiegano gli esperti, che non richiede necessariamente il permesso da parte del partner e dunque può essere utilizzata da chi si prostituisce, da chi potrebbe subire violenze sessuali in carcere e da chi riceve forti pressioni per non utilizzare il preservativo. Secondo la UNAIDS, l’agenzia dell’ONU che si occupa della lotta all’AIDS, la scoperta consentirà di accelerare i prossimi passi nella prevenzione della patologia.

Alcuni medici prescrivono già il farmaco per la profilassi pre-espositiva, ma non ci sono ancora protocolli di cura ufficiali e prima di averli occorrerà ancora del tempo. Spetterà infatti alle autorità di controllo, come la Food and Drug Administration, il compito di dare il via libera all’utilizzo del medicinale come metodo preventivo. Chi deciderà di assumerlo dovrà comunque essere sottoposto a un attento controllo medico per tenere a bada gli effetti collaterali.

Gli esperti di AIDS e i ricercatori sottolineano comunque alcune limitazioni di questo ultimo studio. È stato condotto solamente su uomini omosessuali e solamente con un particolare mix di farmaci. Gli esiti di molti altri studi, già in corso, saranno necessari per vedere se confermeranno i risultati finora ottenuti e per vedere se il Truvada possa proteggere con efficacia anche gli eterosessuali, sia di sesso maschile che femminile, le prostitute e i tossicodipendenti che spesso condividono gli stessi aghi delle siringhe, e per verificare l’efficacia di altri farmaci.

I ricercatori sono comunque ottimisti: il farmaco agisce colpendo il virus dell’AIDS nel sangue e non a livello locale come fanno, per esempio, i gel microbicidi vaginali. Alcuni team di ricerca sono anche al lavoro per capire se sia possibile assumere il farmaco solo prima dei rapporti sessuali e non come terapia continua. Il farmaco non ha grandi effetti collaterali, ma può comunque causare disturbi come mal di testa e nausea.

Il problema di fondo per il Truvada potrebbe essere il costo, ancora molto alto. Il trattamento per un anno costa tra i 12mila e i 13mila dollari, ma c’è da dire che nei paesi poveri dove il virus dell’HIV è molto diffuso, per esempio l’Africa, esistono versioni generiche del farmaco che arrivano a costare anche solo 40 centesimi di dollaro per ogni pillola. Sono tuttavia centinaia di milioni le persone in tutto al mondo a rischio e provvedere a tutte con la profilassi pre-espositiva potrebbe costare decine di miliardi di dollari ai governi.