Sulla Lega Saviano si è sbagliato?

Alcune contestazioni di fatto al racconto di "Vieni via con me", raccolte da Fabio Chiusi

Fabio Chiusi, blogger e collaboratore del sito Lettera 43, ha raccolto un po’ di contestazioni ad alcune parti della ricostruzione dei rapporti tra Lega e ‘ndrangheta esposta da Roberto Saviano l’altra sera a “Vieni via con me”.

Lo scontro tra lo scrittore Roberto Saviano e la Lega Nord non è iniziato a Vieni via con me. Già a fine luglio 2010, infatti, l’autore di Gomorra, in una intervista a Vanity Fair, si era chiesto: «Dov’era la Lega quando la ‘ndrangheta si infiltrava in Lombardia?». Anche allora, come oggi, i vertici padani erano insorti. Roberto Castelli lo definì «accecato e reso sordo dal suo inopinato successo e dai soldi».
Ieri sera, tuttavia, Saviano ha alzato la voce in prima serata, nelle orecchie di 9 milioni di telespettatori. E la sua denuncia è andata più a fondo, complice forse anche l’ispirazione di un volume recentemente pubblicato da Rubbettino, ‘Ndrangheta Padana, di Enzo Ciconte, docente di Storia della criminalità organizzata all’università di Roma Tre ed ex consulente della commissione parlamentare Antimafia
«Saviano ha tradotto in un linguaggio diverso quello che ho scritto io», ha dichiarato Ciconte a Lettera43.it, «l’unica differenza è che non ha citato la fonte». E in effetti nelle pagine del libro è descritta, nel dettaglio, la riunione dei vertici della ‘ndrangheta al circolo dedicato ai magistrati Paolo Borsellino e Giovanni Falcone il 31 ottobre 2009; c’è l’arresto, il 13 luglio scorso, del direttore della Asl di Pavia, Carlo Antonio Chiriaco, con tanto di sottolineatura delle intercettazioni in cui il dirigente vanta di essere tra i fondatori della ‘ndrangheta a Pavia; c’è la vicenda del consigliere regionale lombardo della Lega Nord Angelo Ciocca, immortalato dai carabinieri nella primavera del 2009 insieme con l’avvocato e boss mafioso Pino Neri; c’è la ricostruzione certosina dell’organizzazione criminale esportata dalla Calabria al Nord; e c’è persino la citazione d’annata dell’ideologo leghista, Gianfranco Miglio, che nel 1999 aveva ipotizzato che «alcune manifestazioni tipiche del Sud» andassero «costituzionalizzate».

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