Ping fa fatica, si direbbe

A due mesi dal debutto, il social network musicale di Apple non decolla e ha un basso numero di iscritti

A due mesi dal lancio le cose non sembrano andare molto bene per Ping, il social network musicale integrato in iTunes lanciato da Apple a inizio settembre durante un evento di cui era stato il protagonista. A pochi giorni dalla presentazione, la società aveva annunciato con orgoglio l’iscrizione del milionesimo utente, a detta di Apple a dimostrazione del successo dell’iniziativa. L’entusiasmo iniziale sembra essersi però molto smorzato, almeno stando allo scarso interesse dimostrato dagli utenti e dagli stessi artisti, che avrebbero dovuto costituire il principale incentivo per indurre gli appassionati di musica a iscriversi a Ping.

In sessanta giorni Ping ha raccolto le adesioni di duemila artisti, che hanno deciso di condividere i loro gusti musicali sul social network e di interagire – con intensità diverse e spesso con poco seguito – con gli altri utenti iscritti al portale. Il numero di cantanti e di band che hanno deciso di iscriversi è molto basso, specie se confrontato con la partecipazione degli artisti su un altro social network come MySpace, che da tempo cerca di sfruttare il più possibile la passione per la musica dei suoi utenti. Forte di un numero molto più alto di iscritti, MySpace ha più di otto milioni di artisti che sul portale condividono i loro gusti e le anteprime della loro musica.

Sul sito di Fast Company, Austin Carr riflette sulla strategia adottata da Apple per far arrivare gli artisti su Ping, sostenendo che fino a ora si sarebbe rivelata inefficace.

Questa partecipazione inesistente da parte degli attori che più contano per un social network di musica – i musicisti – non è inattesa. Ping ha troppe barriere per poter diventare popolare. Fin dall’inizio, Apple è inciampata cercando di aggirare le etichette discografiche e raggiungendo così un numero molto ristretto di artisti, come Lady Gaga e Yo-Yo Ma. Forse Jobs sperava di tagliare fuori l’intermediario, ma il suo approccio graduale non è stato sufficiente per attirare i fan. Apple ha aggiunto gli artisti uno a uno, con un sistema lento e penoso, mettendo in evidenza solamente i profili che la stessa Apple ritiene più interessanti.

E il risultato è sotto gli occhi di tutti, conclude Carr. Gli utenti con un account per acquistare musica e applicazioni su iTunes sono circa 160 milioni, ma di questi solo una percentuale molto bassa utilizza Ping. Apple non ha più fornito dati ufficiali sul numero di iscritti, eppure le iscrizioni alle pagine di alcuni artisti forniscono qualche indizio. Lady Gaga su Facebook ha raccolto nel corso del tempo 21 milioni di fan, mentre su MySpace il numero di fan si aggira intorno a un milione e trecentomila. Su Ping, malgrado gli utenti di iTunes superino quelli di MySpace, Lady Gaga ha solamente 575 mila iscritti al suo profilo.

Le fatiche di Ping non sono solamente dovute alla scelta di lasciar da parte le etichette discografiche. Il sistema per condividere i propri gusti e per informare gli amici sulla propria libreria musicale è poco intuitivo, così come sono ridotte al minimo le possibilità di interazione. Un altro problema è dato dalla scarsa visibilità del social network, che può essere utilizzato solamente attraverso iTunes e che quindi “gira” poco sul resto del Web. E poi c’è il grande assente Facebook, con il quale Apple non è riuscita a raggiungere ancora un accordo per dare maggiore visibilità al proprio sistema.

Con il rilascio dell’ultima versione di iTunes, Apple ha provato a rendere più evidente Ping all’interno del programma, cercando di incentivare l’iscrizione di nuovi utenti e la condivisione dei contenuti. Nella prima versione potevano essere condivise solo le informazioni sulle canzoni acquistate sull’iTunes Store, mentre nella nuova versione anche le canzoni aggiunte manualmente compaiono nelle attività recenti degli iscritti al social network.

Apple confida di dare una nuova spinta a Ping anche grazie all’estensione della durata delle anteprime delle canzoni in vendita su iTunes. La società vuole triplicare il tempo di ascolto portandolo a 90 secondi. L’idea non piace alle etichette discografiche perché temono che più secondi di ascolto possano disincentivare l’acquisto delle canzoni di breve durata, ma Steve Jobs sembra essere determinato a imporre il nuovo corso. La voce circola da diverse settimane, ma secondo MacRumors Apple potrebbe strappare a breve un accordo con le major della musica.