Il nuovo supercomputer cinese

Tianhe-1A svolgere mille alla quinta operazioni al secondo ed è pronto per scalare la classifica dei computer più potenti

Un nuovo supercomputer potrebbe presto consentire alla Cina di scalare la classifica dei sistemi computerizzati più potenti esistenti al mondo. Il nuovo computer Tianhe-1A, spiega il Wall Street Journal, è stato realizzato dal centro universitario nazionale per la difesa e la tecnologia di Tianjin, dove si trovano i laboratori del Centro Nazionale per i Supercomputer. Grazie all’utilizzo di un’ampia serie di microprocessori realizzati dalle statunitensi Intel e Nvidia, il sistema è stato in grado di raggiungere i 2,5 petaflops di potenza (svolge un biliardo, pari a mille alla quinta, di operazioni al secondo).

I supercomputer sono macchine molto complesse che aiutano ad affrontare alcuni dei più difficili problemi scientifici, come simulare gli effetti di prodotti commerciali come i farmaci o sperimentare soluzioni legate alla difesa come nuove armi o sistemi per decodificare codici segreti. In questo campo i laboratori nazionali e le società statunitensi hanno avuto la supremazia per molto tempo, guadagnando i primi posti nelle classifiche dei sistemi più veloci e potenti esistenti al mondo.

Il risultato dei 2,5 petaflops supera del 40% il risultato ottenuto dal supercomputer statunitense Jaguar lo scorso giugno. Realizzato presso l’Oak Ridge National Laboratory, Jaguar aveva conquistato il primo posto nella classifica dei 500 supercomputer più potenti al mondo, segnando un nuovo importante primato per gli Stati Uniti. I progressi realizzati dalla Cina non hanno comunque sorpreso gli esperti: negli ultimi anni il paese asiatico si è imposto nella classifica dei primi 500 supercomputer arrivando a conquistare 24 posizioni distinte grazie ai propri sistemi. Nebulae, un altro sistema realizzato in Cina, aveva raggiunto il secondo posto della classifica proprio lo scorso giugno.

Per gli esperti statunitensi, i progressi ottenuti dalla Cina in campo informatico potrebbero servire da campanello di allarme per indurre imprese e autorità a investire maggiori risorse nello sviluppo dei supercomputer. Qualcosa di simile avvenne già negli scorsi anni, quando il Giappone conquistò temporaneamente il primo posto nella classifica scalzando gli Stati Uniti. I giapponesi realizzarono un sistema con componenti creati in Giappone, la Cina ha invece scelto una strada diversa sfruttando le soluzioni tecnologiche realizzate negli Stati Uniti da due grandi società come Intel e Nvidia. Tianhe-1A è animato da 7.168 chip Nvidia e da 14.336 processori Intel e consuma 4 megawatt per funzionare.

Creare un nuovo supercomputer statunitense utilizzando i medesimi componenti non dovrebbe essere così difficile, ricordano gli esperti, ma i ricercatori cinesi non sono della stessa idea. I chip per la trasmissione dei dati tra i microprocessori costruiti negli Stati Uniti sono stati progettati e realizzati in Cina espressamente per il nuovo supercomputer e sarebbero la vera chiave del successo del nuovo sistema. I progettisti cinesi sono inoltre al lavoro per la realizzazione di microprocessori di nuova generazione.

Il risultato ottenuto dalla Cina ha un grande valore strategico specialmente sul fronte economico. Il supercomputer consentirà di svolgere simulazioni e calcoli complessi sia per scopi civili che militari, offrendo nuove risorse alle imprese cinesi e alla difesa. Il sistema messo a punto a Tianjin, assicurano i ricercatori, sarà comunque messo a disposizione anche degli altri paesi per progetti internazionali di ricerca.