La fine del piatto Technics

Panasonic smette di produrre i giradischi più famosi del mondo

Bruno Ruffilli racconta stamattina sulla Stampa – a poca distanza dalle cronache più mainstream sulla fine del Walkman – la storia del giradischi Technics SL 1200, che sarà tolto dalla produzione.

Poche righe appena: «Panasonic cessa la produzione dei giradischi analogici e destina gli operai che li costruivano ad altre mansioni». Nel comunicato non è nemmeno citato il modello più famoso della casa giapponese, il Technics SL 1200, l’unico giradischi che è insieme icona tecnologica, strumento musicale e reperto da museo.
Il Technics SL 1200 nasce nel 1972 ed è una rivoluzione. A differenza di quasi tutti gli altri giradischi dell’epoca, non ha la trazione a cinghia, ma diretta: il piatto dove si appoggia il disco è collegato all’albero del motore ed è relativamente leggero, quindi raggiunge rapidamente i 33 o 45 giri che sono lo standard per la riproduzione del vinile. E’ un exploit tecnologico notevole, ma un successo solo a metà. Pensato per il mercato domestico, il giradischi viene adottato soprattutto da radio e discoteche perché è robusto, affidabile, poco sensibile alle vibrazioni: perfetto per suonare a lungo senza problemi. E da suonare c’è parecchio: nell’anno del suo debutto, tra gli altri, escono «Transformer» di Lou Reed, «Exile on Main St.» dei Rolling Stones, il primo Roxy Music, oltre a «Ben» di Michael Jackson.

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