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  • Giovedì 21 ottobre 2010

La diplomazia delle armi

L'accordo include la vendita di forniture militari per un valore complessivo di 60 miliardi di dollari

EDS NOTE: THIS PICTURE MAY HAVE BEEN REVIEWED AS IT WAS SENT VIA MILITARY COMMUNICATIONS-- A US Marine Cobra attack helicopter flies out from the US Marines operations base in southern Afghanistan late in the day Tuesday Dec. 4, 2001. (AP Photo/Jim Hollander/pool)
EDS NOTE: THIS PICTURE MAY HAVE BEEN REVIEWED AS IT WAS SENT VIA MILITARY COMMUNICATIONS-- A US Marine Cobra attack helicopter flies out from the US Marines operations base in southern Afghanistan late in the day Tuesday Dec. 4, 2001. (AP Photo/Jim Hollander/pool)

Ieri il ministero della difesa degli Stati Uniti ha informato il Congresso che gli Stati Uniti venderanno armi all’Arabia Saudita per un valore complessivo di sessanta miliardi di dollari. L’accordo include la vendita di elicotteri, aerei militari, radar e bombe teleguidate e sarà la più grande fornitura di armi mai venduta nella storia del paese. Ora il Congresso ha trenta giorni di tempo per analizzare i termini dello scambio prima che il Pentagono e i costruttori di armi ne definiscano i dettagli. La decisione finale è attesa dopo le elezioni di metà mandato, ma l’accordo è già dato per certo.

Come spiega oggi il Washington Post, la decisione del governo americano fa parte di una chiara strategia geopolitica che mira a rafforzare militarmente l’Arabia Saudita in funzione anti-iraniana e dare al mondo arabo un segnale di collaborazione e amicizia. Il sottosegretario di Stato americano con delega agli affari politico-militari, Andre Shapiro, ha detto che il governo ha attentamente valutato le conseguenze che questo accordo produrrà nell’area mediorientale e ha concluso che non creerà nessun problema con Israele, tradizionalmente contrario alla vendita di armi ai paesi arabi vicini. Lo scorso agosto infatti il governo israeliano aveva manifestato le sue preoccupazioni di fronte al crescente impegno militare dell’Iran – che all’indomani dell’inaugurazione dell’impianto nucleare di Bushehr aveva presentato il primo drone costruito nella Repubblica Islamica – e sarebbe quindi favorevole al rafforzamento militare dell’Arabia Saudita se controllato dagli Stati Uniti e gestito in chiave anti-Teheran.

«Quando vendi armi vendi anche una relazione strategica», ha detto al Washington Post l’analista militare Richard Aboulafia «è un impegno simbolico a offrire consulenze su questioni di difesa: quando si usa lo stesso tipo di equipaggiamento spesso vuol dire che si sta avviando una programma militare congiunto». Per gli Stati Uniti quindi si delinea un nuovo scenario mediorientale da cui la sua alleanza con l’Arabia Saudita ne uscirà estremamente rafforzata. L’accordo prevede la vendita di 70 elicotteri Apache e 72 Blackhawk, oltre a 84 caccia F-15 e un numero imprecisato di Little Birds, elicotteri ultra-leggeri spesso usati in operazioni speciali. La consegna di tutti i velivoli dovrebbe avvenire nell’arco dei prossimi 15-20 anni.