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  • Domenica 10 ottobre 2010

«In Indonesia non c’è posto per la pornografia»

È stato arrestato l'ex direttore dell'edizione indonesiana di Playboy, in seguito alle pressioni di un gruppo estremista islamico

L’ex direttore di Playboy Indonesia Erwin Arnada è stato arrestato dopo essere stato condannato a due anni di prigione “per indecenza”, una sentenza legata alle fotografie pubblicate sulla rivista. L’arresto, avvenuto a Bali, è arrivato dopo due mesi in cui Arnada si è nascosto dalle forze dell’ordine indonesiane, scrive il New York Times. Al terzo mandato di comparizione, Arnada si è consegnato alla polizia.

«Mi stanno trattando come un criminale» ha scritto con un BlackBerry Arnada subito dopo essere stato arrestato. «Non penso ci sia democrazia in Indonesia; o almeno è questo che lascia pensare il mio caso. Se ci fosse, la libertà di stampa sarebbe garantita e preziosa. La stampa e i giornalisti non dovrebbero essere criminalizzati come è successo a me».

Arnada ha diretto i pochi numeri dell’edizione indonesiana di Playboy usciti nel 2006. Nonostante la rivista non presentasse mai fotografie di donne completamente nude — “a volte con seni parzialmente scoperti”, scrive Associated Press — venne chiuso solo pochi mesi dopo la sua nascita a causa delle proteste violente del gruppo estremista islamico Front Pembela Islam (FPI), noto per aver attaccato più volte locali notturni e ambasciate occidentali. In molti credono che sia stato lo stesso gruppo a spingere la Corte Suprema indonesiana a processare e condannare Arnada l’anno scorso; la sentenza è arrivata a sopresa, senza che né Arnada né il suo avvocato ne fossero a conoscenza.

L’Indonesia è una nazione a maggioranza musulmana conosciuta per la sua tolleranza religiosa in cui la libertà di stampa viene solitamente sempre difesa. L’arresto di Arnada è stato quindi visto come una vittoria dei conservatori islamici, che considerano Playboy un simbolo della cultura americana, moralmente pericolosa per i 210 milioni di musulmani del paese.

«[L’arresto] sarà una lezione per tutti: in Indonesia non c’è posto per la pornografia» ha dichiarato Soleh Mahmud, uno dei portavoce del FPI.

Il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono è stato più volte criticato dai media per aver ceduto alle pressioni dei gruppi islamici estremisti, e non ha risposto alla richiesta degli avvocati di Arnada e dell’Associazione dei giornalisti di annullare la sentenza contro Arnada.

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