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  • Venerdì 8 ottobre 2010

La Cina conquista il Tibet in treno

La ferrovia che arriva a Lhasa sarà estesa fino al confine con il Nepal, ma il progetto non piace ai tibetani e agli indiani

Dalla Cina si potrà arrivare presto fino al monte Everest in treno. Le autorità del paese hanno da poco avviato l’estensione della linea ferroviaria che dovrà collegare Lhasa, la capitale del Tibet, con Shigatse, la seconda città più grande della regione autonoma che da anni cerca di ottenere l’indipendenza dalla Cina. Il progetto preoccupa gli ambientalisti e la popolazione del Tibet, che teme un aumento smisurato dei flussi turistici verso la montagna più alta del mondo.

La nuova linea ferroviaria sarà costituita da un binario unico e percorrerà i 253 chilometri che separano le due città. La costruzione della linea richiederà una spesa prevista di due miliardi di dollari e un enorme sforzo per la realizzazione delle infrastrutture. L’area che dovrà essere attraversata dai binari è montagnosa e nei punti più alti raggiunge i 4mila metri di altitudine. Il progetto prevede lo scavo di numerose gallerie e la costruzione di 96 ponti e viadotti per superare gole, fiumi e mantenere la ferrovia in quota limitando la quantità di salite e discese.

L’ampia porzione di terreno tra Lhasa e Shigatse non è solamente impervia. Alcune zone sono esposte a un alto numero di terremoti nel corso dell’anno, alcuni crinali sono franosi e in altre zone si sviluppano violente tempeste di sabbia a causa dei forti venti in quota. La costruzione del primo troncone della ferrovia dalla Cina a Lhasa impose ai progettisti di affrontare il problema del permafrost, lo strato di suolo perennemente ghiacciato, mentre ora – spiegano sull’Economist – la sfida sarà quella di superare alcune fonti geologiche di calore.

La ferrovia renderà più semplice il raggiungimento del monte Everest, che vedrà così arrivare molti più turisti desiderosi di essere fotografati davanti alla cima più alta del mondo (Shigatse aprirà presto un aeroporto, il quinto del Tibet per uso civile). Nel 2007 il lato cinese della montagna ha fatto registrare 27.476 visite da parte di altrettanti turisti cinesi, quasi il doppio di quelli registrati nel 2006, da quando il nuovo servizio ferroviario ha aperto in direzione Lhasa. E questo preoccupa gli ambientalisti.

Il timore è che il fenomeno dei grandi flussi turistici verso Lhasa si ripeta anche verso le aree più interne del Tibet quando la ferrovia sarà completata. Ma le preoccupazioni non solo solamente di carattere ambientale.

I locali temono che con l’arrivo del treno possano arrivare numerosi migranti da alcune aree della Cina come il Sichuan. Buona parte del commercio a Shigatse è già gestito da immigrati e la ferrovia potrebbe semplificare ulteriormente i loro affari, riducendo i tempi per il trasporto delle merci a scapito dell’economia locale.

L’India osserva con preoccupazione i nuovi piani per la ferrovia cinese, che di fatto renderà più semplici le vie di comunicazione con il Nepal, area geografica sulla quale indiani e cinesi cercano da tempo di estendere la loro influenza. Stando agli attuali progetti, arrivata a Shigatse la ferrovia potrà poi proseguire verso Nyalam, una città che si trova proprio sul confine con il Nepal. Un’altra linea dovrebbe essere poi costruita verso Dromo, città frontaliera che si trova in una lingua di terra tra il Bhutan e il Sikkim, uno stato federato dell’India. E i piani per il lungo periodo prevedono la costruzione di una terza linea, che da Lhasa porti a Nord-Ovest verso Nyingchi a pochi chilometri di distanza dall’Arunachal Pradesh, un’altra area geografica contesa tra Pechino e Nuova Delhi.