La guerra dei foni

Per quanto Nokia e Apple si diano da fare, alla fine vince Android, secondo Newsweek

Newsweek di questa settimana ha un bell’articolo di copertina sulla rivoluzione in corso col trasloco delle nostre attività di informazione comunicazione sugli apparecchi mobili (smartphone, tablet: ma nomi italiani, abbiamo rinunciato?) a scapito dei personal computer. E sulla guerra in corso a sua volta dentro questa rivoluzione, tra i maggiori produttori di hardware e software in questo campo.

La tesi di Daniel Lyons, popolare e discusso esperto di tecnologia di Newsweek, è in estrema sintesi che la guerra la sta vincendo Android, il sistema operativo “aperto” di Google, ai danni di Apple e Nokia. Lyons non nasconde una sua maggiore simpatia per Android, e cita dati che Apple contesta, ma ne cita molti e diversi e la sua tesi appare piuttosto circostanziata. Il racconto comincia dalla fulminante carriera di Andy Rubin, ingegnere già impiegato ad Apple e poi “acquistato” da Google con la sua startup cinque anni fa. Rubin è il creatore di Android – un sistema operativo che può funzionare ed essere adattato su apparecchi telefonici diversi – che è stato introdotto sul mercato solo due anni fa. Adesso lo usano aziende come HTC, Samsung e Motorola, che hanno creato diversi smartphone dedicati. Con questi risultati:

– ad agosto Google annunciava di attivare 200 mila telefoni Android al giorno;
– Android ha superato Apple ed è la piattaforma più diffusa negli USA;
– è la terza nel mondo, e quella la cui crescita è più rapida;
– Android occupa meno spazio dei suoi concorrenti, circa 200 megabyte.

Ma soprattutto Android ha trasformato la vecchia alleanza sui contenuti tra Apple e Google in una guerra per la supremazia su questo terreno. iPhone – introdotto solo tre anni fa – pareva destinato a guadagnare sempre maggiori quote di mercato ai danni dei produttori più radicati, ma la sua crescita è stata superata da Android. La competizione avviene su due impostazioni lontanissime: Apple produce il suo sistema operativo chiuso che funziona solo sui propri apparecchi, con un risultato di maggiore coerenza, pulizia e intuitività. Google offre ai produttori di smartphone un sistema adattabile e versatile, che si declina in versioni diverse ed è in continua evoluzione.

Steve Jobs ha dichiarato di non fidarsi dei numeri che offre Google e dice che Apple guida il mercato del mobile se si sommano iPhone, iPad e iPod Touch. Ma secondo le informazioni di analisti e centri di ricerca citati da Newsweek:

– per il 2014 Android avrà il 25% del mercato degli smartphone, contro l’11% di Apple;
– alla fine di quest’anno arriveranno le prime tablet basate su Android.

E che il mobile abbia sradicato il percorso del cambiamento dai personal computer lo dicono altri dati e previsioni:

– nel 2013, dopo appena un decennio di smartphone, ce ne saranno nel mondo circa un miliardo, tanti quanti i PC in circolazione oggi (che ci hanno messo trent’anni a raggiungere questa cifra);
– per l’anno prossimo il mondo starà usando 5 miliardi di cellulari, che con la riduzione dei costi trasformeranno potenzialmente i loro utenti in utenti di smartphone in grado di compiere le funzioni di un computer entro il prossimo decennio;
– nel 2013 l'”ecosistema” delle connessioni mobili – costo delle connessioni, e-commerce, servizi a pagamento, pubblicità – varrà 500 miliardi di dollari all’anno.

E a questo punto si spiega la guerra in corso tra i più grandi attori del sistema, a cui bisogna aggiungere – in arrivo da tre rive diverse – Microsoft, Nokia e RIM (quelli che fanno Blackberry). Nokia è forte di una base di utenti costruita in un periodo molto più lungo dei suoi concorrenti, educati all’uso del suo sistema Symbian. Ci sono un miliardo e trecentomila apparecchi Nokia in uso nel mondo, e duecentomila smartphone. Microsoft presenta il suo “Windows Phone” lunedì prossimo 11 ottobre, con maggiori chiusure sul sistema in confronto ad Android: meno adattabilità e una licenza che i produttori devono pagare per utilizzarlo sui propri apparecchi. Rispetto a questi, Google ha un approccio radicalmente diverso: non produce apparecchi propri, offre gratis Android ai produttori, e guadagna dalla crescita d’uso dei suoi servizi online e dalla pubblicità su cui è un colosso. Secondo Rubin, intervistato da Newsweek, il sistema Android in continua evoluzione e adattamento da parte dei vari produttori gli consente un’evoluzione tecnica molto più rapida e ricca, e questo compensa la sua minore “perfezione” rispetto ad iPhone.

Lyons assimila lo scontro tra Google e Apple a quello tra Apple e Microsoft all’alba dell’era dei PC. Anche allora Apple partì in vantaggio creativo, ma fu sopraffatta da un sistema più aperto e versatile di cui si impossessarono tutti i produttori di hardware del mondo. Rubin è d’accordo e dice di voler lavorare a un’interfaccia che sia all’altezza di quella di Apple in termini di “user experience”. Facendo attenzione – è un rischio – che la duttilità del sistema aperto di Android non porti a sue declinazioni che poi creino problemi di compatibilità generali e perdita della sua identità complessiva. Intanto, diversi dei concorrenti – compresi Apple a Microsoft – hanno denunciato Google per violazione di alcuni brevetti. Sarà una guerra lunga.