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  • Giovedì 30 settembre 2010

Il caso Contador

Il ciclista spagnolo sospeso per doping, in una storia che riassume le contraddizioni del sistema

after the 20th and last stage of the Tour de France cycling race over 102.5 kilometers (63.7 miles) with start in Longjumeau and finish in Paris, France, Sunday, July 25, 2010. (AP Photo/Christophe Ena, POOL)
after the 20th and last stage of the Tour de France cycling race over 102.5 kilometers (63.7 miles) with start in Longjumeau and finish in Paris, France, Sunday, July 25, 2010. (AP Photo/Christophe Ena, POOL)

Il ciclista spagnolo Alberto Contador, vincitore di tre Tour de France, una Vuelta e un Giro d’Italia, è risultato positivo a un controllo antidoping durante gli ultimi giorni del Tour di quest’estate, a luglio. Contador è considerato in questo momento il miglior ciclista al mondo su strada: ora rischia di perdere l’ultimo titolo vinto ed essere squalificato per due anni.

Gli esami hanno evidenziato la presenza nelle urine di Contador di una piccola quantità di clenbuterolo, una sostanza che aiuta a bruciare grassi e rafforzare i muscoli e la cui assunzione è proibita. La sostanza era presente in quantità 400 volte inferiore a quella che i laboratori sono tenuti a comunicare all’Unione Ciclistica Internazionale. Contador ha subito evidenziato che tutti gli altri test effettuati durante il Tour hanno dato esito negativo, e quindi ha sostenuto di aver accidentalmente ingerito la sostanza mangiando una bistecca. “Gli esperti consultati fino a questo momento concordano che si tratta di un caso di contaminazione da alimenti, specie considerando il numero di test superati con successo da Contador durante il Tour de France”. L’Unione Ciclistica Internazionale ha diffuso un comunicato spiegando che Contador è stato sospeso “preventivamente”.

Com’è noto, il ciclismo mondiale ha da molto tempo un grosso problema con l’uso di sostanze dopanti, che da qualche anno sembrava in qualche modo superato grazie all’introduzione di controlli più severi rispetto al passato. È vero anche che nel caso del ciclismo si è verificata un’attenzione delle autorità sportive – un accanimento, dice qualcuno – non riscontrata in nessun altro sport. Basti pensare agli esiti della cosiddetta Operación Puerto, il più grande scandalo sul doping sportivo degli ultimi anni: oltre duecento atleti di varie discipline furono coinvolti, ma gli unici a essere identificati e perseguiti furono i ciclisti (e infatti da tempo si rumoreggia di doping riguardo il tennista Rafael Nadal e vari altri atleti spagnoli). L’eventuale squalifica di Contador – per una sostanza riscontrata in misura 400 volte inferiore dagli standard dell’UCI – rischia di fornire un ulteriore argomento a chi in questi anni ha sostenuto che il livello di attenzione e severità nel ciclismo non è paragonabile a quello di tutti gli altri sport.

Lo stesso Contador era stato toccato dall’inchiesta sull’Operación Puerto, ma venne poi scagionato da ogni accusa. Al Tour dell’anno scorso, Contador raggiunse una velocità record durante una salita, scatenando altri dubbi. Questa mattina il ciclista spagnolo ha tenuto una conferenza stampa, durante la quale ha confermato la versione fornita dal suo portavoce: la quantità di sostanza è talmente microscopica da non potersi trattare di doping, e se lo fosse stato la sospensione sarebbe arrivata immediatamente e non due mesi dopo le analisi.