Micciché fonda il “Partito del popolo siciliano”

Il leader del "PdL Sicilia" conferma il divorzio da Lombardo e accusa La Russa

Questa potrebbe sembrare una notizia di sei mesi fa. A marzo, infatti, Gianfranco Micciché disse che “non fare il Partito del Sud sarebbe criminale” e che per crearlo era disposto a “uscire dal PdL”. Erano altri tempi, però, e li abbiamo descritti a lungo qui: il terzo governo Lombardo raccoglieva l’appoggio esterno del PD e Micciché voleva costituire questo nuovo partito proprio con Lombardo.

Oggi le cose sono cambiate. Il Partito del Sud non è nato, Lombardo è sul punto di annunciare il suo quarto governo, del quale Micciché e il suo PdL Sicilia non dovrebbero far parte. Questo però non implica un ricongiungimento dell’ala dissidente del PdL siciliano con quella più istituzionale che fa riferimento a Schifani e Alfano: e Micciché oggi sul Corriere della Sera annuncia il suo abbandono del PdL per fondare – da solo, a questo punto – il “Partito del Popolo Siciliano”. Dice di poter contare su “sei deputati regionali sicuri” che “stanno per diventare di più” e che alle prossime elezioni potrà prendere il 20 per cento, “metà dell’elettorato PdL, che era al 40”.

Al roboante annuncio, Andrea Garibaldi chiede giustamente il perché di questa scelta: se Lombardo e i finiani stanno per fare una giunta senza Micciché, trattandolo come il resto del PdL, perché lui non torna nei ranghi? La risposta è notevole.

«Il Pdl attuale è incompatibile con i siciliani e io sono incompatibile con Ignazio La Russa».

Il Pdl non è La Russa.
«Il Pdl è nelle sue mani. Verdini e Bondi sono brave persone, lui conosce la politica. Mio padre non mi avrebbe mai permesso di invitarlo a casa».

Perché mai?
«È volgare e violento. Un fascista autentico».

Come avevamo anticipato qui, Micciché dice che il motivo della sua decisione è l’ingresso del PD nella prossima giunta Lombardo, e dice che lui “con il PD né ora né mai”. Poi avanza dubbi sulla tenuta elettorale dei finiani in Sicilia, visto che “Catania e Messina sono le città più fasciste d’Italia”. E di fatto si candida a successore di Lombardo, ora che lo schieramento del centrodestra escluso dal presidente della regione si è fatto piuttosto numeroso comprendendo l’intero PdL e un bel pezzo di UdC.

Dice Lombardo che Berlusconi ha offerto a lei la presidenza della Regione.
«Berlusconi mi ha detto: ho sbagliato una volta con Lombardo, la prossima non sbaglierei».

Lei saprebbe come guidare la Sicilia?
«Oggi c’è la paralisi, tutti temono di essere indagati. Si deve cominciare a dire sì. La situazione criminale è cambiata: l’ultimo omicidio di mafia risale a molti anni fa».

aggiornamento. Nel corso della giornata Gianfranco Micciché si è scusato con Ignazio La Russa, tra le critiche di molti esponenti PdL, e La Russa stesso nel tardo pomeriggio ha commentato le dichiarazioni pubblicate dal Corriere della Sera. «Accetto le scuse di Micciché anche perché oggi per me non è una giornata di polemiche ma di dolore per la scomparsa del tenente Alessandro Romani. Resta comunque incomprensibile e fuori luogo il suo attacco tanto più che con lui non ho contatti, nè buoni nè cattivi, da oltre un anno. Non vorrei che la parte politica della sua strana intervista fosse indirizzata verso quello che in gergo militare si chiama “falso scopo” e in altri ambiti si definisce “trasversale”. In ogni caso mio padre mi ha insegnato che le scuse si accolgono e anzi si offrono pane e sale all’ospite».