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  • Lunedì 13 settembre 2010

Turchia, vince Erdogan

il 58 per cento dei cittadini turchi ha approvato le modifiche alla Costituzione

Al 99 per cento dei voti scrutinati, il 58 per cento dei cittadini turchi ha votato “sì” al referendum per cambiare la Costituzione introdotta esattamente trent’anni fa, il 12 settembre 1980, dalla giunta militare che salì al potere con un colpo di stato. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il ministro degli esteri tedesco Westerwelle hanno già espresso le loro congratulazioni al primo ministro turco Tayyip Erdogan per un risultato che avvicina la Turchia agli standard dell’Unione Europea, pur avendo suscitato dubbi e forti opposizioni.

I 26 emendamenti si concentrano soprattutto sul ramo giuridico, diminuendo il potere dei militari — che potranno essere processati da corti civili e non saranno più immuni per i crimini commessi durante la salita al potere — e aumentando quello del governo, che d’ora in poi avrà maggior potere nel nominare i giudici. È proprio quest’ultimo pacchetto di modifiche ad aver dato il là alle accuse più insistenti dell’opposizione, che vede nella riforma un tentativo di Erdogan e del suo partito conservatore, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP), di preparare un “colpo di stato islamico”. La BBC scrive che a Instabul, una delle città più occidentalizzate, la percentuale dei “no” è stata più alta rispetto a quella nel resto del paese.

Tra gli emendamenti più criticati Reuters indica la riforma della Corte Suprema dei Giudici (HSYK), che nomina i membri anziani delle corti. Se prima la HSYK comprendeva cinque giudici più un ufficiale del ministero della giustizia, ora verrà allargata a ventuno membri, un terzo dei quali saranno nominati dal Parlamento. L’Unione Europea aveva chiesto modifiche al funzionamento della Corte Suprema per renderla indipendente dal governo e avvicinando così la Turchia agli standard europei, ma gli oppositori al governo sostengono che le nuove norme renderanno ancora più forte il controllo politico sulla magistratura. Nelle settimane scorse, scrive Al Jazeera, l’Unione Europea aveva accusato il governo dei metodi usati per soffocare il dibattito sul referendum.

Il risultato di ieri è un grande indicatore della popolarità del premier Erdogan, che dopo due mandati — è al potere dal 2002 — il prossimo anno correrà per il terzo.

«Abbiamo varcato la soglia storica della strada che ci porterà alla democrazia avanzata e alla supremazia della legge», ha dichiarato Erdogan.