Barneyani, tirate un sospiro di sollievo

Il film tratto dal romanzo di Richler è bello e non delude i fans, dice Christian Rocca appena uscito dall'anteprima

L’attesa del film tratto dal romanzo “La versione di Barney” agita da settimane i moltissimi cultori del romanzo, la storia del cui successo italiano avevamo raccontato con l’aiuto di Christian Rocca, autore del libro appena uscito “Sulle strade di Barney“. Ma stamattina Rocca comincia a rassicurarli, appena uscito dall’anteprima veneziana del film con Paul Giamatti: in un post sul suo blog, definito “recensione in progress”.

Bello, bello, bello. Non delude i fan del libro. Tranquilli. Paul Giamatti è assolutamente Barney. E’ stata sufficiente la prima scena. Inquadratura stretta sul sigaro posato sul portacenere. Una mano rugosa prende un bicchiere di Macallan. Primo piano su Barney Panofsky. Chiama la sua amata Miriam. Risponde Blair. Barney gli dice di passargli sua moglie (la chiama sempre sua moglie, anche nel testamento). Blair gli dice che sono le 3 del mattino. Barney gli dice che è urgente, che deve farle avere certe sue fotografie in posa erotica: «Ma forse servono più a te – dice Barney a Blair – così vedi com’era quando era giovane».
Rosamund Pike è perfetta nel ruolo di Miriam. Solo Florence Richler, la vera moglie di Mordecai Richler, avrebbe potuto interpretare meglio l’amore di Barney. Rosamund Pike è addirittura identica a certe foto giovanili della moglie dello scrittore. Tutto il cast è super azzeccato. Giamatti, innanzitutto. Clara e la Seconda Signora Panofsky sono esattamente come se le immagina chi ha letto il libro (Minnie Driver, la SSP, in particolare). L’interpretazione di Dustin Hoffman, nel ruolo del padre di Barney, è da premio. Ci sono vari cameo, in omaggio a Richler (cui il film è dedicato): David Cronenberg, Denys Arcand, Atom Egoyan e Ted Kotcheff.
Mariarosa Mancuso dice che il film è il miglior adattamento possibile del difficile romanzo di Richler. La Versione è stata smontata e rimontata pezzetto dopo pezzetto. Non c’è la voce narrante, come nel libro. Non c’è lo stratagemma della Versione scritta da Barney per discolparsi dalle accuse di aver ucciso il suo amico Boogie. Non c’è Terry McIver, l’ex amico diventato nemico (il romanzo comincia con “Tutta colpa di Terry) che ha scritto un libro di memorie in cui accusa Barney di aver fatto fuori Boogie con un colpo di pistola. Non c’è il figlio radicale d Barney, quello che diventa opinionista di riviste neoconservatori. Il rapporto con i figli è tenuto basso. Così come i ricordi d’infanzia come la prof dei primi impulsi sessuali e le attività professionali. C’è tutto il resto, compreso l’Alzheimer. Le scene sono fedeli al romanzo. I dialoghi pure.

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