La Lega agita Unicredit

Il Foglio spiega come Umberto Bossi e il sindaco di Verona orientino le tensioni nella banca di Alessandro Profumo

Per chi vuole capire qualcosa delle tensioni intorno al sistema bancario nazionale, e in particolare dei crucci attuali di Unicredit e del suo amministratore delegato Alessandro Profumo, oggi il Foglio ospita un riassunto chiaro delle questioni in ballo e delle notizie di questi giorni.

Il colpo di scena prende corpo alle 16 e 41 di ieri, giusto una manciata di minuti dopo l’inizio dell’attesa riunione del comitato governance di Unicredit dedicata alla questione Libia. Tempo di sedersi al tavolo, ed ecco che i commessi recapitano un’AdnKronos dal titolo Bossi, sì ai libici. Banche in difficoltà cercano alleati . Insomma, il rafforzamento della quota in mano a Muammar Gheddafi grazie agli acquisti di Lia, la Libyan investment authority, è, a detta del leader del Carroccio, un fatto positivo . Neppure il tempo di valutare l’indiretto appoggio a sorpresa ad Alessandro Profumo, regista unico dell’operazione (che è passata attraverso l’investment bank di Unicredit) ed ecco un’altra nota di agenzia. Stavolta si tratta dell’anticipazione di un’intervista a Panorama Economy del sindaco di Verona, Flavio Tosi, il pii fiero oppositore del capo azienda di Unicredit. Le strategie di Profumo non sono chiare commenta Tosi e noi potremmo prendere un’altra strada . Ovvero puntare a un nuovo polo finanziario veneto, composto dalla Fondazione Cariverona, che oggi possiede il 4,98 per cento di Unicredit (contro il 7 complessivo in mano ai finanzieri di Gheddafi), la Cattolica Assicurazioni e il Banco Popolare, ipotesi poi smentita dal sindaco.

(continua a leggere sulla rassegna stampa del Ministero dell’Economia)