• Mondo
  • Mercoledì 8 settembre 2010

Chicago avrà un altro sindaco, finalmente

Richard Daley non si ricandiderà: lui e suo padre hanno governato la città per più di quarant'anni

Chicago Mayor Richard M. Daley discusses the International Olympic Committee's upcoming selection of a host city for the 2016 Summer Olympics, Tuesday, Sept. 22, 2009 in Chicago. (AP Photo/M. Spencer Green)
Chicago Mayor Richard M. Daley discusses the International Olympic Committee's upcoming selection of a host city for the 2016 Summer Olympics, Tuesday, Sept. 22, 2009 in Chicago. (AP Photo/M. Spencer Green)

Il sindaco di Chicago Richard Daley, democratico, ha annunciato ieri che non si ricandiderà alle elezioni del 2011. La notizia ha una qualche rilevanza nella politica statunitense, visto che Daley ricopriva l’incarico ininterrottamente dal 1989 e prima di lui suo padre aveva fatto il sindaco dal 1955 al 1976. Daley ha detto che “è tempo per Chicago di andare avanti” e che si è trattato di una “decisione personale”. Sua moglie è malata di cancro dal 2002.

Il padre dell’attuale sindaco Daley – Richard anche lui – era un personaggio particolarmente letterario: eletto per la prima volta nel 1955, fu rieletto altre sei volte e governò la città per ventuno anni con piglio particolarmente deciso, tanto da esercitare la sua influenza su tutto l’Illinois. Nel 1968 fu molto criticato per via delle direttive piuttosto rigide e repressive che diede alla polizia di Chicago per placare le proteste di massa che seguirono all’omicidio di Martin Luther King. Lo stesso anno i democratici tennero a Chicago la loro convention, ed era un periodo particolarmente caldo: oltre a King era stato ucciso da poco pure Bob Kennedy, e il paese era diviso sulla guerra in Vietnam. Vi furono diversi scontri fra polizia e manifestanti, e molti attivisti accusarono Daley di avere avuto la mano piuttosto pesante. Morì nel 1976 mentre era ancora in carica.

Suo figlio, l’attuale sindaco che ha annunciato ieri il suo ritiro, è un altro personaggio non da poco. Meno colorito di suo padre, eletto per la prima volta nel 1989, qualche anno fa Time lo inserì tra i cinque migliori sindaci americani, pur definendo “imperiale” il suo stile di governo. Durante la sua amministrazione la città ha modernizzato il suo sistema di trasporti e attratto notevoli quantità di turisti, e d’altra parte i cittadini lo hanno sempre rieletto, l’ultima volta nel 2007. Negli ultimi tempi però le cose si sono un po’ incrinate. L’economia della città rallenta, la criminalità è in aumento e la scommessa fallita per ospitare le Olimpiadi del 2016 hanno fatto precipitare il gradimento degli elettori nei suoi confronti, facilitando quindi la sua decisione di passare la mano.

In questo momento il principale indiziato per la sua successione è Rahm Emanuel, già deputato e oggi capo dello staff alla Casa Bianca. Da tempo si parla della possibilità che venga rimpiazzato all’indomani delle elezioni di metà mandato, e d’altra parte Emanuel si è detto interessato a fare il sindaco di Chicago, ma solo dopo il ritiro di Daley, che non avrebbe sfidato. Altri candidati potrebbero essere Tom Dart, sceriffo della contea di Cook, e David Hoffman, recentemente sconfitto nelle primarie democratiche per il seggio senatoriale di Barack Obama.