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  • Sabato 4 settembre 2010

Il porto di mare lontano dal mare

L'area portuale di Savannah in Georgia dista 32 chilometri dall'Atlantico, è in continua espansione e preoccupa gli ambientalisti

Savannah, in Georgia, è il quarto porto per container più trafficato degli Stati Uniti e non si affaccia sul mare. I porti di Los Angeles, Long Beach e New York – New Jersey si trovano sulla costa a diretto contatto con le acque marine, mentre il porto della Georgia si trova sul fiume Savannah e dista più di 32 chilometri dal mare. La quantità di imbarcazioni nell’area è in continuo aumento e le autorità locali stanno studiando il modo per rendere più profondo il canale che conduce dal mare al porto, ma l’operazione potrebbe costituire un pericolo per l’ambiente, spiegano sull’Economist.

Il segreto del rapido sviluppo dell’area portuale di Savannah è il costo molto basso della terra per la costruzione di infrastrutture e depositi. Società come Home Depot, IKEA e la catena di distribuzione Wal-Mart hanno puntato molto sul porto, costruendo centri di raccolta e distribuzione delle merci che superano i 100mila metri quadri. Queste aree si trovano a pochi passi da alcune strade a scorrimento veloce e dalla ferrovia, così il materiale scaricato dalle navi cargo può essere rapidamente caricato su camion e treni per essere distribuito nel paese.

I porti della zona, quello di Savannah è il più grande, sono una delle principali risorse economiche della Georgia. Nel 2009, hanno contribuito per l’8,6% al prodotto interno lordo dello Stato (61,7 miliardi di dollari) e hanno dato lavoro al 6,7% della popolazione con quasi 300mila posti, senza contare i 6,1 miliardi di dollari di ricavi per lo stato grazie alle imposte.

Tuttavia, per arrivare a questo punto è stato necessario rendere più profondo il fiume Savannah, dalla sua naturale profondità di 5,2 metri a quella di quasi 13 metri di oggi. Ora l’Autorità portuale della Georgia (GPA) vuole scavare il canale per le navi del Savannah ancora più in profondità, fino a 14,6 metri, così da attrarre le imbarcazioni di grande stazza che avranno bisogno dei porti della costa orientale quando il nuovo ingrandimento del Canale di Panama sarà pronto nel 2014.

Gli ambientalisti temono che la nuova operazione possa compromettere seriamente l’ambiente lungo il fiume. Secondo i detrattori del piano della GPA, se il letto del fiume venisse ulteriormente abbassato, l’acqua salata del mare potrebbe risalire lungo il canale raggiungendo il Savannah National Wildlife Refuge, una grande riserva naturale le cui riserve d’acqua dolce potrebbero venire contaminate dall’acqua salata e spesso inquinata dall’attività dell’uomo.

In realtà, spiega sempre l’Economist, l’opposizione al progetto di scavo da parte delle associazioni ambientaliste non è molto forte. Il piano è allo studio da metà degli anni Novanta e nel corso della progettazione le autorità hanno costantemente ascoltato gli ambientalisti, cercando la soluzione migliore per l’espansione del canale. Curtis Foltz, il responsabile della GPA, si è inoltre dato da fare negli ultimi anni per ridurre l’impatto ambientale delle strutture del porto. Foltz ha fatto sostituire le gru con motori diesel con quelle elettriche e ha ridotto l’uso dei generatori, risparmiando quasi 8 milioni di litri di gasolio in un solo anno.

Le promesse sul fronte ambientale e i modelli idrologici degli ingegneri dicono solamente quello che potrebbe accadere, non ciò che accadrà. Per questo motivo, il Georgia Conservancy, uno dei principali gruppi ambientalisti dello stato, ha richiesto un monitoraggio estensivo dopo lo scavo per rendere più profondo il canale. Al momento, l’Army Corps of Engineers [la sezione dell’esercito USA che si occupa di ingegneria e progettazione anche di opere civili, ndr] intende eseguire un monitoraggio di cinque anni; Wil Berson, responsabile Georgia Conservancy per le aree costiere, ritiene che non sia un periodo sufficiente. Dopo tutto, dice Berson, «Abbiamo studiato i rifiuti nucleari per 40 anni e non abbiamo ancora idea di che cosa dobbiamo farcene».