La settimana prossima il nuovo ministro dello sviluppo?

Così almeno promette Berlusconi, in una nota in cui dice che in questi giorni ci ha pensato lui

Dopo giorni e giorni – moltissimi: oltre 150 – di vacanza della poltrona di ministro dello sviluppo economico, dopo le ripetute sollecitazioni ricevute dalla stampa, dopo le battutine sarcastiche del Capo dello Stato, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha deciso finalmente di affrontare la questione. Non annunciando la nomina del nuovo ministro – troppa grazia – ma promettendo che questa arriverà la prossima settimana. E rivendicando il lavoro che dice di aver fatto in questi mesi di interim: non c’è stato alcun “vuoto”, dice, ma semmai un “pieno”. Questo il testo della nota diffusa da Palazzo Chigi.

Vedo che da più parti si chiede la nomina di un nuovo Ministro per lo Sviluppo, sostenendo che sino ad ora ci sarebbe stato un vuoto in questa funzione.

Mi permetto di garantire che il mio “interim” non è stato un vuoto, ma “un pieno”, un vero e proprio pieno di decisioni e di provvedimenti e che il dicastero di Via Vittorio Veneto è stato ed è nelle mani di una delle istituzioni più autorevoli del Paese, quella del Presidente del Consiglio. Sono state assunte molteplici decisioni organizzative, tutte tese all’efficacia e all’efficienza, sono state tenute molteplici riunioni con i rappresentanti delle imprese, dei lavoratori, degli enti territoriali, si è operato incessantemente a supporto di imprese, investimenti, innovazione, telecomunicazioni, intermediazione delle imprese, settore dell’energia, con una decisione e con una concretezza mai viste prima, come credo, nella storia del ministero. Una nota di Palazzo Chigi fornirà maggiori informazioni.

Sono stati più di 300 i provvedimenti che hanno recato la mia firma, anche per tutto il mese di agosto. Voglio citarne uno: la cosiddetta legge Berlusconi inserita nella Manovra, una norma che comporta una vera rivoluzione liberale del nostro sistema di rapporti con la Pubblica Amministrazione. Questa norma introduce infatti il principio per cui, mentre sino ad ora al cittadino era consentito soltanto ciò che era espressamente previsto come tale dalla legge, da ora in avanti sarà consentito tutto ciò che dalla legge non è espressamente vietato.

Questo permetterà, per fare un esempio, di aprire una qualsiasi impresa senza dover ottenere le tante autorizzazioni che oggi sono necessarie (a volte più di dieci), sostituite tutte da una verifica “a posteriori” da parte della Pubblica Amministrazione circa la conformità alle varie norme di quanto realizzato. Davvero una assoluta rivoluzione.

Comunque, la settimana prossima sottoporrò al Capo dello Stato il nome di un nuovo Ministro dello Sviluppo.