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  • Mercoledì 1 settembre 2010

Antivomito esplosivo?

La storia di due yemeniti in volo verso Amsterdam sospettati di terrorismo e messi sotto custodia per un innocuo farmaco in valigia

Ahmed Mohamed Nasser al-Soofi e Hezam al-Murisi sono stati arrestati dopo l’atterraggio ad Amsterdam del loro volo partito da Chicago. I due yemeniti sono sospettati di terrorismo, ma apparentemente la loro unica colpa è quella di aver perso il volo che avevano prenotato per raggiungere il loro paese dagli Stati Uniti. La loro storia è singolare e dimostra come funzionano (o dovrebbero funzionare) le nuove misure di sicurezza adottate dal settembre 2001 in poi in tutto il mondo per prevenire gli attacchi terroristici.

Soofi era diretto in Yemen con un piano di viaggio che comprendeva uno scalo a Chicago, Washington DC e Dubai. Domenica scorsa l’uomo si reca all’aeroporto di Birmingham (Alabama) per iniziare il proprio viaggio. La sua valigia passa i controlli, ma i responsabili della sicurezza si insospettiscono quando vi trovano all’interno alcuni coltelli, e dei telefoni cellulari insieme a una bottiglietta di Pepto-Bismol, un farmaco da banco contro la nausea e i disturbi dell’apparato digerente. Oggetti sospetti, secondo i responsabili della sicurezza, ma consentiti dalle norme sul trasporto aereo.

Lo yemenita dichiara anche di avere con sé settemila dollari, cosa che accade spesso per chi viaggia verso mete lontane, e viene normalmente imbarcato verso Chicago. Giunto a destinazione, Soofi non fa in tempo a prendere il volo successivo verso Washington DC e chiede quindi alla compagnia aerea di ripianificare il viaggio. All’uomo viene affidato un biglietto per Amsterdam e la medesima sorte tocca anche a Murisi, un altro passeggero yemenita che non ha fatto in tempo a prendere la sua coincidenza.

Per puro caso, pare, i due vengono sistemati in due posti uno accanto all’altro sull’aereo per Amsterdam. I responsabili della sicurezza hanno già qualche sospetto su Soofi a causa del suo bagaglio e iniziano a sospettare che in realtà i due yemeniti possano conoscersi e stiano tramando qualcosa. Prima del decollo, gli ufficiali in borghese a bordo del volo per Amsterdam vengono aggiornati sui due sospetti e viene richiesto loro di controllarli a vista durante tutto il viaggio.

Mentre l’aereo è in volo sull’Atlantico, le autorità statunitensi avvisano i responsabili della sicurezza olandesi della presenza dei due yemeniti sull’aereo e dello strano bagaglio di uno dei due. Atterrati ad Amsterdam, Soofi e Murisi vengono arrestati dalle autorità olandesi, che grazie alle nuove leggi hanno il potere di trattenere fino a sei giorni i sospetti di terrorismo anche in assenza di prove dirette.

Dopo due giorni di indagini, spiegano oggi sul Wall Street Journal, l’FBI non è però giunto ad alcuna prova su un possibile piano terroristico progettato dai due passeggeri. Non esiste alcuna accusa diretta e sembra proprio che i due non si conoscessero prima di finire sul medesimo volo a Chicago. Secondo il legale d’ufficio assegnato a Soofi e Murisi, le autorità avrebbero preso un abbaglio, mentre i media si sarebbero subito scatenati per dipingere i due come colpevoli.

Le misure di sicurezza all’aeroporto di Amsterdam sono diventate molto rigide dallo scorso natale, quando un uomo partito in viaggio da Detroit tentò di farsi esplodere in volo nascondendo l’esplosivo nei propri slip. L’attentatore era di origini yemenite ed è ora in attesa di processo. In assenza di ulteriori prove, Soofi e Murisi potrebbero essere invece rilasciati a breve.