Facebook Places fa a pugni con la privacy

Secondo le associazioni a tutela della riservatezza, il nuovo servizio che dice dove ti trovi è troppo invadente

Se dici “Facebook” pensi “privacy”. Il social network viene spesso criticato dagli utenti e dalle associazioni a tutela della privacy per la gestione dei dati personali degli iscritti, talvolta esposti a molti più sguardi indiscreti del previsto. La recente introduzione del servizio “Places”, che consente di comunicare agli amici sul social network la propria posizione geografica in tempo reale, ha risvegliato i paladini della privacy che ora accusano Facebook di aver reso ancora più difficoltosa la gestione del proprio privato online.

Places è al momento disponibile negli Stati Uniti (ma può già essere impostato anche nella versione italiana seguendo queste indicazioni) e, tra le impostazioni predefinite, ne ha una che consente a ogni iscritto di indicare la posizione geografica dei propri amici. In pratica, Tizio può taggare Caio dicendo ai propri amici in quale luogo si trova in un dato momento. Per farlo, Tizio non ha bisogno di alcuna particolare autorizzazione da parte di Caio, salvo quest’ultimo non abbia deciso di cambiare le proprie impostazioni per la privacy per impedire che gli altri suoi amici scrivano su Facebook in quale luogo si trova.

Il sistema può dunque essere escluso, ma difficilmente tutti gli iscritti potranno accorgersene, segnalano le associazioni a difesa della privacy. I responsabili di Facebook respingono questa obiezione, spiega il Wall Street Journal, e sostengono di aver consultato numerosi esperti sulla protezione dei dati personali prima di lanciare la nuova funzione.

Taggare gli amici negli aggiornamenti sul proprio stato, dice Facebook, era la norma sul sito web anche prima dell’introduzione di Places. Con il nuovo sistema per la localizzazione, la persona che viene taggata riceve un avviso e ha la possibilità di rimuovere una singola tag o disattivare completamente il servizio. Il sistema richiede inoltre che la persona che tagga qualcun altro si trovi fisicamente nel luogo che sta indicando.

Inoltre, aggiungono sempre i responsabili di Facebook, se un amico si comporta scorrettamente può essere rimosso dalla lista dei propri contatti oppure bloccato per impedirgli di indicare a caso la propria posizione geografica. I controlli per gestire Places sono però insufficienti secondo alcune associazioni a tutela della privacy: tu puoi eliminare un tag inserito da un tuo amico che dice dove ti trovi, ma solo quando è già stato pubblicato sul social network. Una opzione per farti scegliere se approvare o meno il tag prima della sua diffusione avrebbe risolto il problema, assicurando maggiore controllo agli utenti, sostengono gli esperti di privacy.

Dopo le polemiche degli scorsi mesi sulle politiche poco chiare per la gestione dei propri dati sul social network, Facebook ha comunque compiuto numerosi passi avanti cercando di assecondare almeno in parte le richieste delle associazioni per la tutela della privacy e le istituzioni. La consultazione prima del lancio di Places ha permesso di rendere il servizio meno invasivo del previsto, escludendo la possibilità che il sistema funzionasse in automatico anche senza l’intervento degli utenti, comunicando sempre la propria posizione geografica in tempo reale sulle pagine del social network.