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  • Giovedì 19 agosto 2010

Un po’ di chiarezza sulla questione moschea

Associated Press analizza gli aspetti controversi del centro culturale islamico vicino a Ground Zero

La questione della moschea nei pressi di Ground Zero si sta facendo di giorno in giorno più complessa. Dopo l’approvazione di Obama — che ha poi spiegato che di aver difeso la legalità del progetto e non la sua opportunità — due giorni fa aveva cominciato a girare la voce che i promotori della costruzione volessero spostarla, poi smentita.

Negli Stati Uniti ormai chiunque si sta pronunciando sulla questione, a volte in modo esplicitamente strumentale, e l’Associated Press ha quindi deciso di fare un po’ di chiarezza su come stiano attualmente le cose. Spiegando intanto che nel quartiere del World Trade Center dove sorgevano le due Torri Gemelle c’è già una forte presenza islamica, e che in altri luoghi “sensibili” come il Pentagono, attaccato l’11 settembre, i musulmani hanno già i loro luoghi di preghiera. Associated Press segnala quindi una serie di affermazioni sulla moschea, e le mette in relazione con i fatti.

«Quelli che vogliono costruire la moschea — estremisti islamici che vogliono provare che possono costruire una moschea proprio di fianco a dove 3.000 americani sono stati uccisi da estremiti islamici — questa gente non ha alcun interesse a unirsi alla comunità. Stanno cercando di farne un caso di supremazia»
Newt Gingrich, ex speaker del congresso, uno dei potenziali candidati repubblicani per le presidenziali del 2012

Qualcuno dei leader musulmani associati alla moschea «è chiaramente un simpatizzante dei terroristi»
Kevin Calvey, repubblicano candidato al Congresso in Oklahoma

«È una scelta terribile associare la nostra immagine all’estero con questo estremista»
Ileana Ros-Lehtinen e Peter King, deputati repubblicani

I fatti
Nessuno ha provato alcuna connessione tra i promotori della moschea e gli estremisti. Il dipartimento di polizia di New York ha dichiarato di non aver riscontrato alcun rischio per la sicurezza nella proposta di costruzione della moschea.

La frase di Ros-Lehtinen e King si riferisce al progetto — precedente alla proposta della moschea —  di far viaggiare l’imam Feisal Abdul Rauf, uno dei padri dell’iniziativa, all’estero insieme a funzionari del governo, per promuovere e dimostrare l’amicizia tra i due paesi. Rauf è amico del segretario di stato dell’amministrazione Clinton, Madeleine Albright, ed ha partecipato più volte a eventi e conferenze all’estero con il segretario di stato di Bush, Condoleeza Rice.

Rauf è una figura complessa di non facile categorizzazione all’interno del mondo islamico. Lavora da sempre a stretto contatto con organizzazioni cristiane ed ebree, e mentre ammette che la sua religione è in qualche modo ferma al Medioevo critica gli Stati Uniti per aver sparso più sangue di Al Qaeda. Ha condannato duramente l’attacco dell’11 settembre, tenendo però a precisare come gli Stati Uniti siano stati la causa della morte di migliaia di bambini iracheni a causa delle sanzioni negli anni precedenti alla guerra. Ha parlato più volte in favore della pace tra Israele e Palestina, promuovendo il dialogo tra tutte le fedi.

«Signor Presidente, Ground Zero è il posto sbagliato per una moschea»
Rick Scott, candidato repubblicano per la Florida

«I nazisti non hanno il diritto di mettere un loro simbolo vicino al Museo dell’Olocausto a Washington. Non accetteremmo mai che i giapponesi mettano un simbolo a Pearl Harbor. Non c’è ragione per approvare una moschea al World Trade Center»
Newt Gingrich

«Giusto a uno o due isolati dall’11 Settembre»
Sarah Palin, altra possibile candidata repubblicana per le presidenziali

I fatti
Non sorgerà nessuna moschea a Ground Zero. Il centro culturale (in cui sarà presente la moschea) verrebbe costruito al 45-51 Park Place, due isolati a nord dal World Trade Center, a circa sei isolati da dove sorgeva la torre più a nord. Altre moschee sono già presenti nei dintorni di Ground Zero, una a cinque isolati a nord-est del World Trade Center, un’altra a dodici isolati a nord.

Quei pochi isolati sono comunque significativi: l’edificio in cui dovrebbe venire costruita, l’ex magazzino Burlington Coat Factory, è stato in parte colpito dai detriti dell’11 settembre, e i promotori del progetto hanno esplicitamente detto che si tratterebbe di un simbolo contro il terrorismo.

«Non dovrebbero esserci moschee a ground zero almeno fino a quando non ci saranno chiese o sinagoghe in Arabia Saudita… l’America sta vivendo un’offensiva islamica politica e culturale che ha l’obiettivo di minare e distruggere la nostra civilità»
Newt Gingrich

«Il piano di questa religione è distruggere la nostra civilità. […] Se li lasciamo costruire, lasciamoli costruire nove piani sottoterra, così potremmo camminarci sopra come cittadini e cristiani»
Ron McNeil, deputato repubblicano

I fatti
L’America è divisa su queste opinioni. Lo stesso George W. Bush, nonostante sia stato più volte criticato a riguardo, meno di una settimana dopo l’11 settembre si recò in una moschea a Washington per dichiarare che il terrorismo «non è l’Islam. l’Islam è pacifico». Il Pentagono ha aperto una cappella interreligiosa nel 2002, a poche decine di metri dal luogo in cui l’11 settembre uno degli aerei dirottati ha ucciso 184 persone. I musulmani pregano lì ogni giorno, dal lunedì al giovedì, e tengono una funzione speciale il venerdì. Nessuno si è mai lamentato di nulla.