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  • Mercoledì 18 agosto 2010

C’era una macchina che finiva in un burrone…

Obama sta facendo campagna elettorale raccontando una storiella metaforica sui democratici e i repubblicani

Democratic presidential candidate Sen. Barack Obama, D-Ill., gets out of the car as a U.S. Secret Service Special Agent holds the door on the tarmac prior to board inghis plane at Midway Airport in Chicago, Monday, Oct. 20, 2008.(AP Photo/Alex Brandon)
Democratic presidential candidate Sen. Barack Obama, D-Ill., gets out of the car as a U.S. Secret Service Special Agent holds the door on the tarmac prior to board inghis plane at Midway Airport in Chicago, Monday, Oct. 20, 2008.(AP Photo/Alex Brandon)

A novembre negli Stati Uniti si vota per le elezioni di metà mandato, e quindi con la fine delle vacanze estive Obama ha cominciato a dedicare più tempo del solito agli eventi di campagna elettorale, per sostenere i candidati democratici al congresso e raccogliere fondi. La circostanza ha determinato un cambio di tono da parte di Obama rispetto al recente passato: se fino a poche settimane fa il presidente statunitense si sforzava di tenersi sempre un passo fuori dalla polemica politica, adesso gli attacchi frontali nei confronti dei repubblicani si sono fatti quotidiani.

I giornali statunitensi si stanno quindi occupando dell’atteggiamento di Obama in campagna elettorale e del suo stump speech, cioè la bozza del discorso che il presidente rivolgerà da qui a novembre. E si stanno interessando a una metafora attorno alla quale Obama fa girare tutte le sue critiche nei confronti dei repubblicani. Funziona così.

C’è un po’ di gente che ha guidato la nostra economia americana, che ha guidato il Paese, che ha portato la macchina dentro un burrone. Noi ci siamo messi gli stivali, siamo scesi giù per il burrone – un burrone pieno di fango, di polvere, con insetti dappertutto – e abbiamo cominciato a spingere, e spingere. E siamo lì a spingere e sudare, e far muovere la macchina, centimetro dopo centimetro, mentre i repubblicani ci guardano sorseggiando una bibita ghiacciata. Non muovono un dito, ma stanno lì a dire che dovremmo spingere di più da quella parte lì, che stiamo sbagliando a spingere da quell’altra parte là. Alla fine ce la facciamo, portiamo la macchina fuori: finalmente siamo pronti a ripartire, a rimetterci sulla strada della crescita e della prosperità. E cosa succede? Che questi vogliono indietro le chiavi. Beh, no, non potete avere indietro le chiavi. Non sapete guidare. Voi siete quelli che ci hanno fatti finire nel burrone.

https://www.youtube.com/watch?v=8VP1D1LPFrk
La metafora continua con un gioco di parole comprensibile solo a chi ha idea di come funziona una macchina col cambio automatico, come quelle possedute dalla grandissima maggioranza degli americani. “Avete notato che quando volete andare avanti mette il cambio su D, e quando invece volete ingranare la retromarcia mettete il cambio su R? Ricordatevelo, a novembre: non è una coincidenza”.

Battute a parte, i democratici stanno puntando sulla descrizione dei repubblicani come ostruzionisti pronti a mettere il loro piccolo vantaggio politico davanti al bene del Paese. Che poi, a detta di moltissimi, è esattamente quello che è successo: l’unica piattaforma dei repubblicani in questi due anni è stata dire no a tutte le leggi dei democratici, spesso senza nemmeno tentare di imbastire delle proposte alternative.

“Vi ricordate il nostro slogan durante la campagna elettorale, Yes we can? Il loro slogan è No, you can’t“.