“Costruite quella moschea”

Fareed Zakaria, columnist di Newsweek e conduttore della CNN, restituisce un premio a un'associazione ebraica in dissenso sulla moschea a Ground Zero

** FILE ** In this Thursday, Sept. 27, 2007 file photo, journalist Fareed Zakaria moderates a panel discussion on Latin America and globalization during the Clinton Global Initiative Annual Meeting in New York. CNN is starting a weekly talk show on international issues led by Newsweek's Zakaria that will debut next Sunday with former British Prime Minister Tony Blair as an interview subject. (AP Photo/Jason DeCrow)
** FILE ** In this Thursday, Sept. 27, 2007 file photo, journalist Fareed Zakaria moderates a panel discussion on Latin America and globalization during the Clinton Global Initiative Annual Meeting in New York. CNN is starting a weekly talk show on international issues led by Newsweek's Zakaria that will debut next Sunday with former British Prime Minister Tony Blair as an interview subject. (AP Photo/Jason DeCrow)

Il dibattito sulla costruzione del centro islamico nei pressi di Ground Zero a New York si arricchisce di un nuovo intervento, e questa volta non è solo una dichiarazione. Fareed Zakaria stimato direttore dell’edizione internazionale di Newsweek e columnist del settimanale e del Washington Post, conduttore di un talkshow sulla CNN e uno dei più letti commentatori di politica internazionale al mondo, ha deciso di restituire un premio ricevuto cinque anni fa, manifestando il suo dissenso sulla moschea nei confronti dell’organizzazione che glielo aveva attribuito.

L’organizzazione è l’Anti-Defamation League, il più importante gruppo di difesa e pressione dei diritti degli ebrei negli Stati Uniti, perennemente attivo contro l’antisemitismo e sul fronte delle discriminazioni nei confronti della memoria storica ebraica e del presente della comunità ebraica internazionale. Sulla moschea, difesa nei giorni scorsi dal sindaco di New York Mike Bloomberg, la ADL si era detta contraria. Zakaria ha annunciato il suo dissenso e la sua scelta di restituire il premio di diecimila dollari ricevuto cinque anni fa con un articolo su Newsweek e una lettera alla ADL.

Il dibattito sul centro islamico da costruire a pochi isolati dal World Trade Center ha ignorato un punto fondamentale. Se si formerà un movimento riformista nell’Islam, emergerà da luoghi come l’istituto in questione. Dovremmo incoraggiare gruppi come quello che sostiene questo progetto, non demonizzarli. Se questa moschea fosse costruita in una città straniera, il governo americano con tutta probabilità la finanzierebbe.

Il discorso di Bloomberg si staglia a contrasto della bizzarra decisione della Anti-Defamation League di porsi pubblicamente dalla parte di quelli che vogliono che la moschea sia spostata. Lo statuto dell’ADL dice che essa cerca di “mettere fine per sempre alle ingiuste discriminazioni e umiliazioni di ogni fede o comunità di cittadini”. Ma Abraham Foxman, capo di ADL, ha spiegato che dobbiamo rispettare i sentimenti delle vittime dell’11 settembre, anche se sono sentimenti basati su pregiudizi. “Il loro dolore ne legittima opinioni che altri definirebbero irrazionali o bigotte”, ha detto. Ma, prima cosa, le famiglie dell’11 settembre hanno opinioni diverse sulla moschea. Vennero uccise dozzine di musulmani, al World Trade Center, tra l’altro. I loro sentimenti contano? E, più importante, Foxman crede che vada bene essere bigotti se si pensa di essere vittime? Allora il dolore dei palestinesi legittima il loro antisemitismo?