Il nuovo vicepresidente del CSM

Chi è Michele Vietti, eletto oggi ai vertici dell'organo di autogoverno della magistratura

© Mauro Scrobogna / LaPresse
29-07-2010 Roma
Politica
Camera - elezione giudici csm
Nella foto: Michele Vietti UDC
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29-07-2010 Rome
Politics
Chamber of Deputies - election of csm judges
In the picture: Michele Vietti UDC
© Mauro Scrobogna / LaPresse 29-07-2010 Roma Politica Camera - elezione giudici csm Nella foto: Michele Vietti UDC © Mauro Scrobogna / LaPresse 29-07-2010 Rome Politics Chamber of Deputies - election of csm judges In the picture: Michele Vietti UDC

Michele Vietti è stato eletto nuovo vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Vietti ha 56 anni, è avvocato ed era presidente vicario dell’UdC alla camera dei deputati. In passato era stato sottosegretario alla giustizia nel corso del secondo governo Berlusconi: è stato eletto con ventiquattro voti favorevoli su ventisette, due le schede bianche.

Il Consiglio Superiore della Magistratura è un organo di rilievo costituzionale. Il suo compito è l’autogoverno dei magistrati ordinari, civili e penali: per questo gli spettano le competenze in materia di assunzioni, assegnazioni e trasferimenti, promozioni e provvedimenti disciplinari nei riguardi dei magistrati ordinari. Inoltre, negli anni il CSM ha anche assunto il ruolo di rappresentanza del potere giudiziario nei confronti degli altri poteri, funzione che non di rado ha generato polemiche col potere esecutivo: è ormai consuetudine, infatti, che il CSM diffonda pareri e opinioni su qualsiasi vicenda interessi il funzionamento della giustizia italiana.

Il CSM è presieduto dal presidente della Repubblica. Gli altri componenti sono eletti per i due terzi da tutti i magistrati ordinari (i cosiddetti “membri togati”) e per un terzo dal parlamento riunito in seduta comune tra i professori universitari in materie giuridiche e avvocati che esercitano la professione da almeno quindici anni (i cosiddetti “membri laici”). La presidenza del Consiglio da parte del capo dello Stato ha carattere prevalentemente simbolico: i compiti connessi alla presidenza del collegio sono svolti concretamente dal vicepresidente eletto dal CSM tra i suoi membri laici. Quello che da oggi è, per l’appunto, Michele Vietti.

Nonostante il risultato particolarmente largo in termini di voti ricevuti, la strada che ha portato a questa elezione ha conosciuto qualche turbolenza. L’IdV, una fetta del PD e altre associazioni e movimenti avevano espresso perplessità nei confronti del sostegno a Vietti, in ragione della sua attività politica del passato. Da sottosegretario, Vietti sostenne attivamente il governo Berlusconi e si fece promotore della legge che depenalizzò il falso in bilancio. Più recentemente, Vietti è stato tra i promotori della legge sul legittimo impedimento. Durante la discussione in parlamento del disegno di legge sull’omofobia proposto da Paola Concia, Vietti si è fatto promotore di una pregiudiziale di costituzionalità che accomunava l’omosessualità a “incesto, pedofilia, zoofilia, sadismo, necrofilia, masochismo”, bloccando l’approvazione del testo.

Gli appelli hanno però ottenuto scarsi risultati. Diversi esponenti del centrosinistra hanno spiegato che la mutazione della fase politica rispetto all’ultima elezione del CSM non poteva non riflettersi sulla sua composizione. Il vicepresidente uscente era Nicola Mancino, già ministro degli interni e presidente del senato durante il primo governo Prodi. L’attuale composizione del CSM vede una maggioranza di membri di orientamento di centrodestra tra quelli laici, indicati dal parlamento. E il nome di Vietti – non organico al centrodestra ma nemmeno al centrosinistra – ha permesso di trovare una convergenza tra Pdl, Lega, UdC e PD. L’alternativa, dicono, era un vicepresidente del CSM organico al centrodestra. Di diversa opinione i membri dell’IdV, secondo cui “tra Vietti e un nome del PdL cambia poco”.