Il cinema d’estate col freno tirato

Dopo quattro anni di esperimenti da parte delle case di distribuzione, i (timidi) tentativi di rendere l'estate una stagione di punta anche in Italia si sono rivelati fallimentari

di Gabriele Niola

Il distratto frequentatore di sale cinematografiche potrebbe non essersene accorto, ma da almeno 4 anni a questa parte la distribuzione italiana sta cercando di cambiare la concezione di cinema estivo nel nostro paese. I tre mesi di giugno, luglio e agosto sono sempre stati considerati mesi morti per le sale perchè, si dice, fa caldo, la gente è in vacanza e quindi  nessuno ha voglia di frequentare i cinema. Ma le abitudini vacanziere sono mutate da diversi anni e solo l’esercizio cinematografico sembrava ostile al cambiamento.
Nel resto del mondo poi non è mai stato così, anzi, in molti paesi (America soprattutto) il periodo estivo è paragonabile ad un secondo Natale per varietà e importanza delle uscite.
Dunque quello che dal 2007 si è provato a fare con una certa assiduità è stato smettere di spostare le grandi uscite estive all’autunno (l’informazione globalizzata aveva reso intanto il ritardo dei film stranieri più palese e deludente), programmare grosse uscite italiane per i mesi di giugno, luglio e agosto e infine infarcire l’offerta di un buon livello medio. L’idea era buona e c’era anche l’accordo di diversi produttori e distributori tra loro rivali ma uniti dal desiderio di smettere di perdere 90 giorni di reddito l’anno, affollando i restanti mesi di uscite importanti. Purtroppo però i risultati di questo quarto anno di esperimento sembrano segnare, a detta degli operatori del settore, il fallimento del tentativo.

I più rigorosi, da un certo punto di vista, sono stati gli americani, ovvero le divisioni italiane delle grandi case americane. La Warner ha accettato prima di mandare in contemporanea mondiale gli ultimi due capitoli di Harry Potter (rispettivamente usciti l’11/07 del 2007 e il 15/07 del 2009) e poi di non spostare all’autunno l’attesissimo Il Cavaliere Oscuro (che infatti è uscito il 23/07 del 2008); la Universal ha lasciato che uscissero d’estate le corazzate Transformers e Transformers 2 (il 28/06 del 2007 il primo e il 26/06 del 2009 il secondo) ma anche film dall’incasso non così certo come Wanted (02/07 del 2008) e L’incredibile Hulk (18/06 del 2008); La Sony ha fatto uscire Terminator Salvation il 5/06 del 2009; unica dissidente la Disney, poco incline ad offrire i suoi film alla stagione estiva. Infatti se si eccettua La famiglia Robinson, un cartone su cui poco si puntava, Disney ha rimandato a settembre l’uscita del secondo capitolo delle Cronache di Narnia, Il Principe Caspian (che aveva nel cast anche Pierfrancesco Favino e Sergio Castellitto) e non ha concesso ai sempre molto attesi titoli Pixar un’uscita in contemporanea mondiale, facendoceli regolarmente vedere con 3 mesi di ritardo, a ottobre.
Meno scontate e più audaci infine sono state le uscite estive di Coraline e Una Notte Da Leoni, film dal successo non assicurato che tuttavia si sono fatti valere anche nel nostro paese nonostante il caldo.

Gli incassi per tutti questi titoli sono stati molto buoni (tanto da spingere in alcuni casi a confermare l’uscita estiva dei sequel) tuttavia le estati sono rimaste un problema. Perchè sebbene non siano mancati grossi titoli, comunque concentrati nel periodo giugno/luglio e ultimo weekend di agosto (da sempre considerato l’inizio della stagione autunnale), è totalmente mancata un’offerta “profonda”, cioè sono mancati i molti titoli medi che fanno cassa. I grossi nomi hanno monopolizzato le sale e il cinema italiano (negli ultimi anni molto pesante al box office) non è stato avvistato.
Sembravano far sperare bene i due film estivi dei fratelli Vanzina: Un’estate al mare (27/06 del 2008) e Un’estate ai Caraibi (12/06 del 2009), ma complici una riuscita deludente anche per il proprio pubblico di riferimento e la totale solitudine in cui sono stati abbandonati hanno raggranellato poco e niente (un quarto del suo corrispondente natalizio il primo e anche meno per il secondo). Nessun nome nostrano sia autorevole che di grosso incasso (da Sorrentino e Garrone, usciti in maggio, fino a Verdone e Veronesi) ha voluto collaborare, di fatto togliendo ai conti estivi una fetta di pubblico importante.

Quest’anno infine Toy Story 3 (primo titolo Pixar estivo), Twilight: Eclipse e A-Team hanno retto meno dei titoli che li hanno preceduti e nonostante incassi del 111% maggiori rispetto al 2009 (c’è il 3D a gonfiare il prezzo del biglietto) non si può non notare come i film più visti abbiano monopolizzato l’87% degli incassi. Al resto solo briciole, cifre ridicole se paragonate a quelle invernali.
E come scrive il periodico di settore CineNotes:

non è sufficiente la motivazione della concorrenza del campionato mondiale di calcio perché la situazione, con poche varianti, è di anno in anno la stessa: buone uscite in maggio, in contemporanea con il resto del mondo, discrete, con qualche bella sorpresa in giugno (e con il lodevole tentativo per un paio d’anni del cinepanettone estivo Medusa), poi, se va bene,un-blockbuster-uno in luglio e del resto se ne parla a fine agosto […] il problema non è un film o quel film, il problema è assicurare una programmazione adeguata, che significa una serie di film come, con ogni probabilità succederà prossimamente nei vari mercati europei, passata la frenesia del calcio, e come non succederà in Italia.

La conclusione, sempre per CineNotes, è delle più amare:

[Quello della profondità dell’offerta] è un punto nodale dal quale non si può prescindere se non avviandosi inesorabilmente verso una vera stagionalità: signori, d’estate si chiude, ma non ci si continua a prendere in giro, anno dopo anno, alla ricerca di improbabili allineamenti agli altri mercati. Ce ne sono altre di attività stagionali, perché non anche questa?.