La guida di New York

Dritte esperte e poco banali da portarsi in vacanza (e senza usare il termine "grnd ml")

Quello che dicono le guide lo sappiamo tutti. E poi le guide, va’ a sapere chi le ha scritte. Certo, ci sono tutti i siti di pareri dei viaggiatori: ma anche quella gente lì, chi la conosce? Alla fine, per sapere cosa vale la pena di vedere, in vacanza, cosa non bisogna perdersi, cosa si può raccontare al ritorno con l’aria di saperla lunga, alla fine insomma la cosa migliore sono le dritte degli amici. E il Post ha un sacco di amici di cui si fida, a cui chiedere consigli per le vacanze e condividerli con chi va per la prima volta in una città. O anche per la seconda e la terza.
Questa settimana, cominciamo con New York in una rinfusa di pareri di amici del Post che la conoscono.

1. Top delle segnalazioni per la High Line. Dice Alice Avallone, blogger di Nuok, che è «un incredibile ed innovativo parco urbano, su una ex linea ferroviaria sopraelevata, in mezzo ai grattacieli. Tra i vecchi binari ci sono sdraio di legno con rotelle e aree verdissime. La vista del tramonto sull’Hudson e sul vicino New Jersey è spettacolare». Se riuscite ad andare all’alba, invece – complice il jet lag – ci sono meno giovani turisti che fanno le foto per il corso di design urbano. Matteo Milani, architetto a New York, consiglia anche l’aperitivo allo Standard Hotel che scavalca la High Line: «design con specchietti concavi dorati a soffitto che crea una luce da California … tutti con occhiali da sole a guardare la vista mozzafiato e a sorseggiare un cocktail. Andate presto che dopocena chiude sempre per eventi privati».

2. Parchi: Dice Matteo Milani: «Brooklyn Bridge Park, nuovo parco disegnato da MVVA (prestigioso studio di paesaggio in continua ascesa) proprio sotto il ponte di Brooklyn che si estende davanti a Brooklyn Heights. I “pier” (pontili) del vecchio porto sono diventati parchi con colline e panchine, dalle quali si gode una vista incredibile di South Manhattan (meglio che dall’ammuffito River Cafe). Da lì vale la pena fare un giro anche a Dumbo e magari se si capita nel giorno giusto si possono vedere degli ottimi film all’aperto con una vista spettacolare di Manhattan nel parchetto di Dumbo. “Movie with a view” per tutta estate (per l’undicesimo anno a fila)». Marco Cassini di Minimum Fax conferma: «Fulton park a Dumbo, Brooklyn, alla congiunzione dei due ponti».
Vittorio Zucconi dice che bisogna «vedere la Manhattan che immaginiamo sulle panchine di Brooklyn Heights, soltanto al mattino». Kate Auletta, travel editor dello Huffington Post, suggerisce il festival estivo Shakespeare in the Park, a Central Park. «Gli spettacoli sono gratis: c’è sempre una gran fila, ma la gente in fila è già uno spettacolo».

3. Sul fronte fast food, per Marco Cassini gli hamburger migliori sono quelli di Corner Bistro, al Village. Luca Sofri del Post è affezionato allo Shake Shack dietro al Museo di Scienza Naturale (quello di Una notte al museo). Ce ne sono altri tre a Manhattan: Kate Auletta segnala quello originario di Madison Park, dove però c’è più fila.

4. Pare che poi a New York tutti passino il tempo a mangiare. A Kate Auletta piace la Otto Pizzeria (è di Mario Batali): dice che può essere affollato e raccomanda la lista dei vini. Antonio Monda, professore di cinema alla NYU e collaboratore di Repubblica, consiglia Marea in Central Park South: «i fusilli con polipo e midollo sono stati dichiarati dal New York Times il miglior piatto della città». Mentre «la migliore bistecca della città è quella di Casa Lever», dice sempre Monda. Sulla bistecca Christian Rocca del Sole 24 Ore preferisce Del Frisco’s: «Prenotate un tavolo by the window, davanti a una delle spettacolari finestre a tripla altezza. Si vede New York e il Radio City Music Hall». Simona Siri, giornalista e blogger (sul Post scrisse di Bangkok), è per il Cafe Cluny, «ristorante mezzo francese e mezzo americano in uno degli angoli più belli di Manhattan, nel bel mezzo del West Village, all’angolo tra la 12esima e West 4th Street. Si mangia benissimo a prezzi accettabili e il servizio è impeccabile. Sarah Jessica Parker abita dietro l’angolo, può capitare di incontrarla».

5. Unanime consenso di Monda, Sofri e Rocca per Barney Greengrass. Dice Rocca: «Il miglior posto di New York di cui non avete mai sentito parlare. È un deli ebraico dell’Upper West Side (Amsterdam Avenue tra 86esima e 87esima). Atmosfera anni 50. Tavoli in formica. Chiuso il lunedì e la sera dopo le 6. Andateci a pranzo. Ordinate il panino più buono del mondo: un toasted sesame bagel with sturgeon and salmon, aggiungete il cream cheese e magari anche cipolla e pomodoro. Dite al cameriere smilzo che ve l’ha suggerito the italian guy. Quello mezzo orientale vi porterà la coca cola e il caffè. Provate anche le frittate con il salmone e la cipolla. Se sarete ancora vivi prendete un ordine di blintz alla ricotta, una versione russo-ebraica delle crepe (ve ne porteranno tre, sufficienti a sfamare un esercito). Anche la cheese cake è ottima». Luca Sofri conferma il giudizio sulla cheesecake, con qualche dubbio sul genere femminile (il cheesecake?). Monda dice che se siete fortunati potete incontrarci Philip Roth.

6. Simona Siri consiglia Katz’s Delicatessen: «uno dei delicatessen più vecchi e famosi di New York, anzi forse il più vecchio: c’è dal 1888. Fantastico il pastrami. Soprattutto, è quello della famosa scena dell’orgasmo simulato di Meg Ryan in Harry ti presento Sally». Rocca conosce un giapponese “carissimo”, Gari, su Columbus Avenue tra 77 e 78esima: «ordinate l’omakase, la selezione di sushi creata al momento dallo chef. Carissimo, ma non ne troverete uno migliore nell’emisfero occidentale»; e segnala anche la Levain Bakery. «Sempre Upper West Side. Piccolo biscottificio in un basement sulla 74esima, all’angolo con Amsterdam Avenue. Prendere il biscottone gigante al cioccolato fondente». Luca Sofri adora i panini di Bazzini, in particolare il Leonard’s Uncle. Andrea Marinelli, giornalista di America 24, raccomanda McSorley’s, “il pub più vecchio di New York, sulla 7h strada e 3rd avenue. Segatura per terra, memorabilia di un intero secolo. Aperto nel 1854, entrando sembra di essere tornati a sessanta anni fa”.

7. Per il jazz Rocca dice che il migliore è il Jazz Standard, «per location, cartellone, comodità e, soprattutto per la cucina barbecue del sud in comune con il ristorante Blue Smoke che sta al piano di sopra. Sulla 27esima strada tra Park e Lexington».

8. A Zucconi piace andare al Tourneau, il supermarket degli orologi, sulla 57th & Madison «per fare la permuta del vecchio orologio ereditato con uno nuovo e vedere quelli che non potrai mai permetterti». Ad Alice Avallone il Chelsea Market: «una volta era sede della Nabisco, National Biscuit Company, mamma del mitico biscotto Oreo. Oggi è un grande mercato coperto di lusso». Pier Mauro Tamburini del Post consiglia di fare un giro a Bedford Avenue a Williamsburg, l’area in cui negli ultimi quindici anni sono migrati gli artisti (o sedicenti tali) che prima vivevano nel Village e nel Lower East Side, e di spostarsi poi a Park Slope «uno dei quartieri eleganti di Brooklyn, pieno di mattoncini rossi e famiglie che sembrano felici. Quello dove hanno girato i Tenenbaum, per capirci».

9. Musei che non sono ai primi posti nelle guide. Il Brooklyn Museum è il preferito di Alice Avallone: «è una vera sorpresa: ricche ed interessantissime collezioni, allestimento coloratissimo delle sale e scelta giocosa di un accostamento impertinente tra opere moderne e contemporanee. Il primo sabato del mese, l’intero museo si trasforma in una discoteca e l’ingresso dopo le 20 è gratuito». Sempre al sabato Matteo Milani segnala il PS1: «I party del sabato pomeriggio al PS1 sono un modo intelligente di visitare un museo divertendosi. Fuori nel cortile si balla e si chiacchiera e poi si puo’ fare un giro al Museo (imperdibile la stanza di James Turrel). Tutte le estati il cortile ospita una installazione disegnata da giovani architetti via via selezionati dal Moma».